Articoli filtrati per data: Aprile 2022

Le denunce di infortunio sul lavoro acquisite dall’Inail nel primo bimestre del 2022 sono state 121.994 (+47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021), 114 delle quali con esito mortale (+9,6%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 8.080 (+3,6%). È ciò che emerge dall’ultimo report mensile dello scorso marzo dell’Istituto.
“Se il trend fosse confermato – ha dichiarato il Presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti - anche nei prossimi mesi ci troveremmo davanti ad una situazione di estrema gravità e complessità, per la quale anche le politiche di prevenzione fin qui adottate evidenziano la propria inefficacia a contenere il fenomeno degli infortuni e delle tecnopatie nel nostro paese”.
Le cause sono sicuramente molteplici ed anche conseguenza della riapertura totale delle attività, a partire da quelle produttive, ma probabilmente con condizioni differenti rispetto al pre-pandemia.
“Ciò che preoccupa ancor di più – commenta il presidente delle ACLI di Vicenza aps – è che i numeri reali, come da sempre accade, sono più alti, a causa delle mancate segnalazioni. L’assenza delle denunce e segnalazioni diventa una mancata tutela dei diritti. Lo ribadiamo: la tutela della salute nell’ambito del lavoro è un diritto che va esercitato senza alcuna remora”.
I dati Inail non sono solo numeri, ma persone e famiglie coinvolte, che impongono scelte ed azioni concrete, perché ogni evento rappresenta una sconfitta per l’intera società. “Occorre strutturare in modo organico e costante il coinvolgimento di tutta la rete di soggetti possibili – aggiunge il presidente Cavedon – per la diffusione costante dei principi della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, al fine di raggiungere una maggior consapevolezza, sia tra i datori di lavoro che tra i lavoratori: la sicurezza di tutti è responsabilità di ognuno”.
La proposta del Patronato Acli è quella di creare una nuova cultura della prevenzione, che deve accompagnare le aziende in un percorso virtuoso anche con incentivi economici in particolar modo verso quelle imprese che investono in sicurezza. L’investimento nel processo di sicurezza significa anche maggiore produttività aziendale, mentre il fenomeno degli infortuni e delle malattie sul lavoro comporta un costo diretto ed indiretto per la società e di ostacolo alla crescita del Pil.
La forza di una ricorrenza può dare vita ad un’azione collettiva per far crescere una maggior consapevolezza per un cambio di passo, ecco perché il Patronato Acli coglie l’occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, in programma domani, per lanciare un‘azione diffusa di sensibilizzazione verso la cultura della cura sul lavoro.

Pubblicato in Notizie

Nell’anno 2022, a seguito di riforma pensionistica, si potrà accedere a pensione con le modalità d’uscita qui sotto elencati: 

Pensione Quota 100 

È possibile utilizzare questa uscita pensionistica se si hanno 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contribuzione. I requisiti devono essere maturati entro e non oltre il 31/12/2021 in quanto la prestazione non è stata rinnovata per i prossimi anni. Ad oggi, rimane la possibilità di potervi accedere anche successivamente, ma solo per coloro che hanno maturato o matureranno i requisiti entro il 2021, fino ad esaurimento dei fondi stanziati. 

Opzione donna

Sia le donne lavoratrici del settore pubblico che del settore privato, possono accedere alla pensione con 58 anni di età anagrafica e 35 anni di contribuzione, con una finestra di attesa di 12 mesi prima di percepire il primo pagamento pensionistico. Per le lavoratrici autonome invece, l’età richiesta è di 59 anni, con una finestra di 18 mesi. Il requisito anagrafico e contributivo, attualmente, deve essere raggiunto entro il 31/12/2021. 

Ape sociale

Le condizioni per accedere a questa prestazione è avere almeno 30 anni di contribuzione versata ed essere titolari di un’invalidità pari o superiore al 74%; oppure avere un parente di primo grado convivente titolare di legge 104; o essere disoccupato e avere terminato l’intera prestazione Naspi da almeno 3 mesi; o avere 36 anni di contribuzione con i lavori faticosi e usuranti. Tale possibilità di uscita è stata prorogata per coloro che matureranno i requisiti sopra esposti entro il 31/12/2022. 

Pensione anticipata

Rimarrà in vigore anche per il 2022 la possibilità di andare in pensione con i 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Una volta raggiunto tale requisito contributivo, bisognerà attendere 3 mesi di finestra. 

Anzianità anticipata contributiva

Coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31/12/1995 potranno accedere alla pensione se avranno raggiunto 20 anni di contribuzione, 64 anni di età anagrafica con un importo di pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. 

Pensione per i lavoratori precoci

Potranno accedere alla pensione con 41 anni di contributi coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni di età anagrafica e sono titolari di un’invalidità civile pari o superiore al 74%, oppure conviventi con un parente titolare di Legge 104, o disoccupati che hanno terminato di usufruire dell’indennità Naspi da almeno 3 mesi, o che svolgono un lavoro gravoso. 

Pensione lavoratori usuranti

I lavoratori che stanno svolgendo da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni, oppure per metà della loro vita lavorativa, un lavoro definito usurante, potranno accedere alla pensione con almeno 35 anni di contributi e 61 anni e 7 mesi di età anagrafica. 

Fondo esuberi o contratto di solidarietà

I fondi di solidarietà sono stati introdotti dalla riforma Fornero nel 2012, forniscono degli strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa dei lavoratori dipendenti di aziende dei settori non coperti alla normativa in materia di integrazione salariale. È previsto che i fondi possano erogare un assegno straordinario al reddito che permette al lavoratore di anticipare la pensione per un minimo di 5 anni e un massimo di 7 anni. 

Contratto di espansione

Il contratto di espansione è rivolto alle aziende di grandi dimensioni e in questo ambito ci saranno a breve novità. Questo contratto permette di accompagnare alla pensione i lavoratori ai quali mancano almeno 5 anni per maturare il diritto alla pensione anticipata o a quella di vecchiaia ordinaria. 

Isopensione

L’isopensione è una particolare forma di anticipo pensionistico introdotta sempre dalla riforma Fornero. I lavoratori dipendenti di aziende che occupano in media più di 15 dipendenti, hanno la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro fino ad un massimo di 7 anni rispetto all’età pensionabile o al raggiungimento del requisito contributivo per la pensione anticipata. 

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia potrà essere richiesta con almeno 20 anni di contribuzione e 67 anni di età anagrafica. 

Una consulenza personalizzata 

Andare in pensione è una scelta da valutare attentamente, soprattutto quando ci possono essere varie opportunità. Per questo gli operatori del Patronato ACLI sono a tua disposizione per le necessarie valutazioni e per tutte le fasi del tuo eventuale pensionamento: Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

Katia Marazzina  - www.patronato.acli.it

Pubblicato in Notizie
Venerdì, 15 Aprile 2022 08:09

Buona Pasqua

Ci accingiamo a vivere una Santa Pasqua in un clima difficile e triste: la violenza che uomini hanno scatenato verso altri uomini ci riempie di angoscia e tristezza. Sembra che l’uso della forza sia la scelta naturale e scontata nella mente di molti individui: alla convivenza e al rispetto sono anteposti egoismi e mire di potere. 

Quanto sta accadendo può farci dubitare sull’esistenza di un Dio dell’amore e della pace: come può permettere tutto questo Dio? Dov’è?  

Eppure,  è proprio la fiducia nella vita e la speranza che alberga in ogni cuore a testimoniare la presenza di questo amore divino. Sono gli innumerevoli segni di carità e di sostegno che vediamo attorno a noi a dirci che uno Spirito agisce nei cuori e nelle menti. 

La Pasqua è la vittoria della vita sulla morte. La vittoria della speranza sul pessimismo e sulla disperazione. Questa è la grandezza del mistero pasquale: un mistero che sta alla base della nostra fede e delle nostre scelte. 

Restiamo saldi nella convinzione che un mondo migliore può essere raggiunto e che ognuno di noi deve fare la sua parte. 

Nell’augure a voi, alle vostre famiglie e a tutti i soci una Santa Pasqua, vi saluto con questo pensiero scritto da Dietrich Bonhoeffer, ucciso dai nazisti nel 1945. 

Buona Pasqua. 

Presidente provinciale ACLI di Vicenza aps

Carlo Cavedon

Ove invece si riconosce
che la potenza della morte è infranta,
ove il miracolo della risurrezione e della vita nuova
splende in mezzo al mondo di morte,
lì non si pretendono dalla vita cose eterne,
lì si prende dalla vita quanto essa dà,
non il tutto o il nulla,
bensì il bene e il male,
le cose importanti e quelle meno,
la gioia e il dolore,
lì non ci si aggrappa convulsamente alla vita
ma neppure la si getta via spensieratamente,
lì ci si contenta di una misura finita di tempo limitato
e non si attribuisce un valore eterno a realtà terrene,
lì si lascia alla morte il limitato diritto
cha ancora possiede.

E si attende l'uomo nuovo e il mondo nuovo
solo al di là della morte,
dalla potenza
che l'ha vinta.

Il Cristo risorto
porta la nuova umanità in sé,
l'ultimo glorioso sì di Dio
all'uomo nuovo.

Pubblicato in Notizie

A partire da gennaio 2022 è previsto un contributo di 1.000 euro per i lavoratori fragili che si sono assentati dal lavoro nel 2021 per oltre un mese ed hanno superato il limite massimo di assenza indennizzabile per malattia. 

A chi spetta

La misura, istituita dalla legge di bilancio, è rivolta ai lavoratori definiti “fragili” dalla legge, ovvero i lavoratori in possesso di una certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali, che attesti una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, inclusi i lavoratori con disabilità gravi debitamente certificate. Inoltre sono considerati fragili quei lavoratori che, a causa di una patologia preesistente, sono esposti al rischio di un esito grave o infausto dell’infezione da COVID-19. 

Il bonus di 1.000 euro spetta ai lavoratori fragili del settore privato che nel corso del 2021, non potendo svolgere la propria attività in regime di smart working, hanno usufruito dell’assenza equiparata a ricovero ospedaliero (come previsto dalla normativa), certificata dalle competenti autorità sanitarie. 

Ulteriore requisito per poter beneficiare del bonus è di aver raggiunto il limite massimo indennizzabile per malattia. 

Il contributo è a carico dell’INPS, a cui bisognerà presentare domanda oltre ad autocertificare il possesso dei requisiti. 

I nostri operatori sono pronti a darti assistenza :  Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

Fonte: Alberto Meli - Patronato acli Nazionale

Pubblicato in Notizie

La maggioranza degli italiani ha fiducia nei medici e nei ricercatori. A sorpresa, il sesso forte è quello femminile

 

Varie volte, in questi mesi di pandemia da Covid-19 abbiamo sentito o letto affermazioni come “Dopo il Covid la sanità non sarà più la stessa". Se lo augurano i pazienti, che hanno toccato con mano pregi e difetti del servizio sanitario nazionale, lo auspicano anche quanti operano nelle strutture sanitarie, in primis negli ospedali, che hanno dovuto far fronte alle ripetute ondate pandemiche e al carico di pazienti critici da curare. 

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stata ridisegnata la sanità del futuro. Ma gli italiani come vorrebbero essere curati? Il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), nel giugno dello scorso anno, lo ha chiesto a un campione rappresentativo di cittadini e di operatori sanitari e nei giorni scorsi è stato reso pubblico il "Rapporto sul Servizio Sanitario voluto dagli italiani", elaborato in collaborazione con Janssen Italia, del Gruppo Johnson & Johnson, (azienda farmaceutica che ha prodotto uno dei vaccini anti-Covid-19).

La ricerca evidenzia l'interesse e l'attenzione dei cittadini verso  la propria salute, a partire dalla relazione con il medico, in cui 9 italiani su 10 ripongono fiducia. Oltre 9 intervistati su 10 hanno fiducia nei ricercatori scientifici e ritengono che la spesa pubblica in ambito salute rappresenti un investimento e non un costo. Risulta molto alta anche la percentuale di chi nutre fiducia nel servizio sanitario della propria regione (73,2%) e il 61% degli italiani è convinto che nei prossimi anni grazie alle lezioni apprese dalla pandemia la nostra sanità migliorerà. E che, affinchè questo avvenga, sarà indispensabile "costruire la cura intorno al paziente": il 94,3% degli intervistati auspica una maggiore personalizzazione delle cure e il 92,9% auspica che i percorsi di cura, dal domicilio, al territorio fino agli ospedali, siano organizzati  sulle esigenze del paziente. Questo "Rapporto" dunque rilancia un tema, la "personalizzazione delle cure", che oltre ad essere declinato  sul versante di una centralità del paziente nella gestione dei percorsi di cura e di assistenza nel territorio e negli ospedali, rappresenta anche sul piano della ricerca medica e scientifica, un obiettivo prioritario della medicina contemporanea. La ricerca di una maggiore appropriatezza in tutte le fasi del processo di cura è alla base sia della medicina di genere, basata sull’influenza del genere femminile o maschile sulla fisiologia, fisiopatologia e sulla clinica delle malattie, sia della medicina personalizzata che si fonda sulla possibilità di personalizzare le terapie e l’utilizzo dei farmaci tenendo presente oltre al sesso, la sequenza genomica dei pazienti e del loro ambiente di vita e lavoro. Negli ultimi trent’anni, grazie alle fondamentali innovazioni sviluppate nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie, della genetica e dell’informatica, sono stati fatti importanti passi avanti in questa direzione, di un approccio globale alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e al monitoraggio delle malattie basato sulle caratteristiche genetiche e non solo, di una persona. L’idea di fondo è che il genoma di ciascun individuo, interagendo con l’ambiente, conferisca caratteristiche uniche a patologie complesse che possono così essere diagnosticate e curate in maniera più efficiente ed efficace.

All’inizio degli anni 90, l’avvio del progetto di mappatura del genoma umano ha dato una spinta fondamentale alla medicina personalizzata. Ben presto ci si è resi conto che la conoscenza dei singoli geni da sola non basta a definire o predire l’insorgere di una malattia. Sono necessarie molte altre informazioni legate alle caratteristiche del genoma e alla sua “espressione” cioè alla relazione con l'ambiente. Queste informazioni vengono studiate nelle “scienze omiche”, discipline che hanno per oggetto uno studio molto approfondito della cellula, consentono l'analisi sempre più dettagliata dei processi biologici e consentono lo sviluppo di terapie personalizzate, cioè più efficaci e sicure.

La medicina di genere e personalizzata, è oggetto di crescente attenzione da parte di studiosi e ricercatori, in diversi ambiti medico-sanitari, tra i quali la diagnosi e cura di malattie, neurologiche, cardiovascolari, reumatologiche, infettive e soprattutto oncologiche.  Tumori del sangue, dell'apparato respiratorio, gastrointestinale, urinario, genitale, delle ossa e delle parti molli, del sistema nervoso, della pelle: per tutte queste patologie è possibile proporre una medicina che offra il trattamento più indicato per il singolo paziente, tenendo conto della sua individualità, della sua storia medica e delle sue condizioni generali di salute, come pure delle caratteristiche biologiche specifiche del ‘suo’ tumore. E questo è già in parte il presente e sarà il futuro delle terapie oncologiche, avendo come obiettivo assicurare, attraverso le ricerche più avanzate di biologia molecolare, il trattamento giusto, nella modalità giusta, al paziente giusto e al momento giusto. E non di secondaria importanza è anche la possibilità di elaborare test di laboratorio che valutano vere e proprie “impronte digitali omiche”, cioè dei marcatori in grado di predire quanto un tumore sia aggressivo o quale sia la possibilità che generi metastasi.

Anche la pandemia da Covid-19 ha mostrato la necessità di studiare a fondo le diverse manifestazioni della malattia nel sesso maschile e femminile e di un approccio nuovo e diverso alla diagnosi e al trattamento delle malattie virali come quella ancora in corso. Nel mese di gennaio dello scorso anno la prestigiosa rivista Science ha pubblicato un articolo secondo  il quale il rischio di decesso per Covid-19 è 1,7 volte superiore tra la popolazione maschile in ogni fascia di età a partire dai 30 anni, rispetto alle donne. Lo studio, realizzato da ricercatori della Yale University, ha approfondito le possibili ragioni di questa diversa risposta all'aggressione da parte del patogeno e ha messo in evidenza l'intreccio di fattori genetici e ormonali in grado di spiegare questo sbilanciamento. La maggiore resistenza delle donne davanti alle infezioni non è comunque una novità ed è stata già osservata anche in altri coronavirus. Durante l’epidemia della SARS, il maggior rischio di ricovero e di morte tra i pazienti di sesso maschile era in linea con quanto si sta osservando oggi e nel caso della MERS, la Sindrome respiratoria medio-orientale (una malattia infettiva provocata sempre da un Coronavirus identificato per la prima volta nel 2012), caratterizzata da un elevato tasso di mortalità, i decessi erano del 52% tra gli uomini e del 23% tra le donne.  Ma non abbiamo ancora dei protocolli che ci dicano che la donna vada trattata in modo diverso rispetto ad un maschio. Anche se è probabile che nel giro di pochi mesi, studiando le differenze biochimiche e immunologiche di genere, i ricercatori saranno in grado di calibrare dosaggi e tipi di farmaci. La risposta ai vaccini è superiore nella donna rispetto all’uomo. È possibile che arriveremo a dire che le donne possano fare anche un dosaggio inferiore di vaccino.  

Spesso, quando le donne assumono farmaci, hanno un rischio di avere effetti avversi quasi doppio rispetto all’uomo. Tra i motivi per cui questo accade è che spesso il dosaggio è scelto preferibilmente sulla base di test clinici condotti soprattutto sui maschi. Inoltre, oggi sappiamo che le donne hanno un profilo farmacologico diverso rispetto agli uomini sia per assorbimento, sia per distribuzione, biotrasformazione ed eliminazione  del farmaco.  In altre parole, quello che succede al farmaco nell’organismo, dopo l’assunzione, può essere molto diverso tra uomo e donna e naturalmente influenzare sia l’entità degli effetti terapeutici sia degli effetti avversi

Uno dei primi esempi di farmacologia di genere è lo Zolpidem, un farmaco contro l’insonnia, per il quale nel 2011, sulla base di uno studio di genere fatto appositamente, l'FDA (Agenzia per gli alimenti e i medicinali del governo statunitense)  ha approvato due diversi dosaggi per gli uomini (3,5 mg) e per le donne (1,75 mg). Lo studio ha infatti evidenziato che le donne eliminano il farmaco dal sangue più lentamente ed è quindi sufficiente un dosaggio minore.

La, nostra conoscenza sulle influenze di genere sull’attività dei farmaci sta crescendo e consentirà di avere farmaci sempre più su misura, distinti per uomini e per donne e di usare meglio quelli già disponibili. Ci troviamo già ora nella cosiddetta era della medicina di genere, personalizzata e di precisione; stiamo dunque assistendo ad un incremento di attenzione da parte della ricerca e dell’opinione pubblica verso le differenze di genere e ci aspettiamo che, negli anni futuri, avremo sempre più esempi di farmaci il cui dosaggio é tarato per essere genere-specifico e personalizzato su ogni singolo individuo.

Pubblicato in Notizie
Salva
Preferenze utente sui cookie
Utilizziamo i cookie per assicurarti di ottenere la migliore esperienza sul nostro sito web. Se rifiuti l'uso dei cookie, questo sito potrebbe non funzionare come previsto.
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Approfondisci
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Google Analytics
Accetta
Rifiuta
Unknown
Unknown
Accetta
Rifiuta