Accade anche questo nelle sale del Patronato Acli: ossia che due lavoratori si mettano a parlare tra loro mentre attendono il colloquio con il medico-legale e scoprano che, pur avendo entrambi avuto un riconoscimento di un danno quantificato con una percentuale del 18% a causa di un infortunio, l’importo della rendita che percepiscono è molto diverso. Si rivolgono quindi al consulente del Patronato per trovare risposta al loro dubbio.
Premesso che la rendita viene messa in pagamento dall’Inail quando le conseguenze dell’infortunio o della malattia professionale, intesi come postumi permanenti, sono quantificabili a partire dal 16%; vediamo quali sono gli elementi che ne determinano l’importo.
La rendita risarcisce sia il danno biologico che il danno patrimoniale, pertanto è determinata dalla somma di due quote distinte:
- La quota per danno biologico calcolata in base a una specifica tabella prevista dalla normativa. Si tratta di un importo areddituale e quindi uguale per tutti, collegato esclusivamente alla percentuale di danno riconosciuto. Ad ogni percentuale corrisponde un determinato importo economico.
- La quota per danno patrimoniale che dipende invece dalla retribuzione del lavoratore infortunato, dalla percentuale del danno riconosciuto e da un coefficiente di menomazione (retribuzione x percentuale di danno x coefficiente di menomazione = importo quota patrimoniale).
La somma delle due quote determina l’ammontare annuale della rendita che viene poi diviso per 12 mensilità. Ricordiamo che la rendita, avendo natura risarcitoria, è esente dall’Irpef.
Assistenza personalizzata
Il Patronato Acli è a disposizione per la verifica della correttezza della rendita in pagamento e per le valutazioni medico-legali inerenti la percentuale di danno e il coefficiente di menomazione.
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fonte www.patronato.acli.it