Per un approccio più efficiente di vicinanza alle persone in difficoltà
Una importante novità, quella degli ATS che, secondo le parole dell’assessore regionale Manuela Lanzarin si possono definire come i piani regolatori del settore socio-sanitario.
Le aree sono quelle di sempre: anziani, disabili, famiglia, includendo anche minori, donne e giovani; poi dipendenze, salute mentale e inclusione sociale».
Una volta superata l'emergenza Covid si punta al ritorno alla normalità e alla programmazione pluriennale degli interventi nel sociale. In questa direzione le Ulss del Veneto e i Comitati dei sindaci dei distretti sono al lavoro: hanno ricevuto il formale via libera dalla Regione che recentemente ha approvato la delibera con cui adotta le linee guida per la predisposizione dei Piani di zona, che saranno in vigore per i prossimi tre anni.
Operativi da gennaio, i nuovi strumenti dovranno far sintesi dei vari interventi in atto e in programmazione, a cominciare dai fondi Pnrr, le normative sulla povertà e sulla famiglia.
Anche perché proprio per il sociale è in arrivo una pioggia di fondi del Pnrr, in base ai bandi relativi alla Missione 5 "coesione e inclusione".
Per il Veneto sono a disposizione 108 milioni di euro per 154 progetti nell'area del sociale (le manifestazioni di interesse presentate nei mesi scorsi sono ben di più: 284). Tutto è ovviamente condizionato da tempi stretti e vincoli tecnici. I soggetti attuatori dovevano aver presentato manifestazioni di interesse prima e le progettualità poi. Alcuni di loro hanno anche già firmato le convenzioni direttamente col ministero.
È chiaro che il Piano di zona dovrà tenerne conto perché si tratta di progetti importanti che andranno ad aumentare i servizi nelle varie aree.
Tutto questo sarà possibile grazie a una nuova architettura del mondo socio-sanitario regionale che è stata disegnata con la riforma e che vede gli Ats (21 nel Veneto tra cui gli Ats 3 di Bassano, 4 di Thiene, 5 di Arzignano, e 6 di Vicenza) avere un ruolo centrale. «Sono proprio questi ambiti territoriali sociali ad agire di fatto per l'attuazione e l'erogazione anche dei Leps-Livelli essenziali di presentazioni del sociale.
In sostanza gli ATS andranno a sostituire i distretti delle ULSS per lavorare in coordinamento dei sindaci dell’area e tutti i soggetti attivi nel sociale, compresi quelli del Terzo Settore: si apre quindi un campo vasto di opportunità sia per il volontariato che per le Associazioni di Promozione sociale (Aps) nel quale il sistema Acli è attivamente inserito, con la propria attività associativa e con la rete di servizi.
Gli ATS avranno una certa autonomia di azione e di programmazione (sotto la supervisione della Regione) e potranno essere uno strumento operativo tempestivo ed efficace sul territorio di competenza.