Informiamoci attentamente sui programmi elettorali e sugli interventi concreti che i candidati intendono mettere in atto. Questo l’appello che le Acli vicentine rivolgono ai cittadini in vista delle elezioni amministrative ed europee previste per sabato e domenica prossima. E per richiamare l'attenzione di aclisti e non l'Associazione, attraverso il Consiglio provinciale, ha elaborato un documento per riflettere sull'importanza di queste consultazioni elettorali.
“FAR EMERGERE LE RAGIONI DEL BENE COMUNE”
Documento del Consiglio provinciale Acli vicentine in occasione delle elezioni amministrative ed europee del 6-7 giugno 2009
«Rigenerare i legami di fiducia tra le persone e quelli tra i cittadii e le istituzioni»
L’appello lanciato dalle ACLI nel loro Congresso nazionale dello scorso anno, assume oggi, nella imminenza di un importante passaggio elettorale, un significato del tutto particolare, chiamando a specifiche assunzioni di responsabilità tutti coloro che intendono orientare le proprie scelte politiche ai valori del Vangelo e alle indicazioni della Dottrina Sociale della Chiesa. È urgente ricostituire un rapporto di fiducia e di reciproca lealtà tra elettori ed eletti alle varie cariche istituzionale, superando l’idea e la prassi di una politica come mera rappresentanza di interessi di parte, per arrivare ad agire in nome e per conto di un bene comune fondato su valori condivisi. Questo significa innanzitutto che per noi cristiani non tutte le proposte politiche sono equivalenti ma che si devono valutare attentamente programmi e candidature per coglierne i contenuti etici e le implicazioni pratiche, in vista di un reale perseguimento del bene comune, ben consapevoli che «l'uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale» (Giovanni Paolo II°).
Il 6 e 7 giugno si voterà, oltre che per il rinnovo del Parlamento europeo, anche per quello delle giunte di molti Comuni della nostra Provincia. Finora la campagna elettorale mostra che ancora una volta le forze politiche, anziché affrontare i temi concreti e i bisogni del Paese, preferiscono puntare su polemiche sterili, spesso incentrate su problemi e vicende particolari piuttosto che sul bene comune. Le Acli non possono accettare questa deriva, perché in gioco non c’è tanto l’elezione di questo o quel candidato, ma l’opportunità di ribadire la centralità delle istituzioni locali ed europee nella costruzione di un futuro migliore per il nostro Paese, per l’Europa e per il mondo intero. Per questo le Acli vicentine invitano i cittadini a una partecipazione al voto critica, informandosi attentamente dei programmi elettorali e degli interventi concreti che i candidati intendono mettere in atto.
Con riferimento all’elezione dei sindaci ed al rinnovo delle Amministrazioni comunali le Acli vicentine, invitano a riflettere su alcuni importanti temi:
1 - La centralità delle politiche socio-sanitarie a livello locale, con particolare attenzione: alla famiglia, soggetto fondante della coesione sociale; ai giovani; all’integrazione e all’inclusione sociale degli immigrati; inoltre l’ impegno per promuovere coinvolgendo il privato sociale e il volontariato, una rete di assistenza sanitaria e sociale territoriale e domiciliare ai malati cronici, agli anziani e ai disabili, valorizzando il ruolo di indirizzo e stimolo che le Conferenze dei Sindaci possono esercitare sulle scelte delle ULSS.
2 - L’attenzione alle politiche attive del lavoro: nell’attuale crisi economica che mette a rischio migliaia di posti di lavoro, le Amministrazioni comunali oltre a tutelare in vario modo i cittadini più deboli, possono favorire progetti e iniziative a sostegno della “imprenditività” delle persone, ma anche valorizzare la dimensione formativa ed educativa, per dare ai giovani e a quanti ancora in età di lavoro sono alla ricerca di una nuova occupazione, spazi e opportunità di crescita personale, professionale e comunitaria.
3 – La necessità dei Comuni di fare rete fra loro e con le realtà produttive e sociali della provincia, per affrontare in modo adeguato e condiviso le sfide della riorganizzazione dei servizi ai cittadini, delle aree urbanistiche, della mobilità, delle infrastrutture, del rispetto del territorio e della tutela ambientale, avendo a cuore prioritariamente l’interesse e il bene comune dei cittadini. Solo così tutta la provincia di Vicenza potrà riacquistare anche un ruolo attivo e contare nel contesto delle politiche regionali del Veneto.
Nel corso dell’ultima legislatura del Parlamento europeo si sono arenati dapprima il disegno ambizioso di dar vita ad una vera e propria Costituzione e anche lo stesso Trattato di Lisbona.
La diffidenza di larghi settori delle popolazioni europee nei confronti dei trattati costituzionali è un elemento che deve far riflettere, soprattutto, perché rischia di diventare una diffidenza generalizzata verso l’Unione europea nel suo complesso. Ciò di cui oggi ha bisogno il progetto europeo per conquistare il cuore e il consenso delle nuove generazioni è di più democrazia, più trasparenza, più partecipazione “dal basso”. Le Acli, da sempre convinte sostenitrici del percorso di integrazione europea, oggi ritengono di vitale importanza un dibattito politico sul futuro dell'Europa, alla luce del sole, con un grande coinvolgimento popolare su proposte comprensibili a tutti. Per questo pongono all’attenzione degli elettori 2 tra le molte questioni rilevanti di politica europea e sulle quali è importante conoscere l’orientamento e l’interesse dei candidati: quella energetico-ecologica e quella della immigrazione. Uno dei pochi eventi degni di nota della legislatura appena conclusa del Parlamento europeo è stata l’approvazione della “Direttiva 20-20-20” in materia di energia e ambiente. Tale norma impone agli Stati membri, entro l’anno 2020, di raggiungere tre obiettivi: 20% in meno di emissioni di CO2 rispetto al 2005, 20% in meno di consumi energetici, 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Questa direttiva, pur con tutti i suoi limiti, è una delle poche eredità positive lasciata dall’Europa ai suoi cittadini; se correttamente applicata avrà anche notevoli effetti di contrasto alla crisi (come del resto si spera avvenga con il green new deal di Obama). L'Unione europea ha raccolto la sfida, molti stati membri, guidati da governi di ogni colore politico (Francia, Germania, Spagna) anche. E l'Italia? Quale impegno prenderanno gli europarlamentari italiani su questo tema e quali pressioni eserciteranno sul nostro governo? I cittadini italiani con il loro voto possono contribuire in modo determinante al coinvolgimento anche dell’Italia in questo impegno.
Sul tema dell'immigrazione occorre una forte iniziativa politica europea comune, che non lasci soli stati, come l'Italia, più esposti per ragioni geografiche ai flussi migratori, e che dia sostegno nell'accoglienza, mentre esiga in ogni caso il rispetto dei diritti fondamentali delle persone migranti. Introducendo, nel “pacchetto-sicurezza” una serie di misure restrittive nei confronti dei cittadini immigrati e che agiscono nella sfera dei diritti fondamentali e della dignità umana, il nostro Paese rischia di non ottemperare a questa esigenza fondamentale.
Su questo tema dai risvolti etici e civili cosi rilevanti, i cittadini italiani, con il loro voto, possono manifestare l’adesione ad una visione di società multietnica e interculturale, e il rifiuto di ideologie razziste e xenofobe.
Le prossime scadenze elettorali ripropongono il tema della “laicità” nell’azione politica, che non contraddice tuttavia con la necessità che i cattolici siano presenti nella vita politica e portino la loro testimonianza di valori e ideali come ripetutamente ebbe a dire Giovanni Paolo II°: “I fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla "politica", ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune”. La specificità che i cattolici portano nel loro agire politico è e deve essere una ricchezza per tutti in un autentico spirito di laicità che significa innanzitutto valorizzare tutte le proposte e le idee e lasciarle interagire nel corretto gioco democratico.
Sia a livello europeo sia a livello locale, va pertanto tenuta fissa la barra del bene comune come valore di riferimento condivisibile sia dai cittadini laici che cristiani e come orizzonte entro il quale inscrivere ogni iniziativa politica, rivolgendosi in prima istanza a quella vasta dimensione di ceti popolari che sono tra i più colpiti dalla crisi. Questo è il nostro metro per valutare candidati e programmi. E, in occasione di queste elezioni amministrative, ci preme anche sottolineare che esiste un’Italia migliore di quella mostrata da giornali e televisioni; c’è un’Italia migliore di quella rappresentata dalle attuali forze politiche, spesso sterilmente rissose; c’è un’Italia che lavora ogni giorno per il bene comune, contribuendo alla coesione sociale e allo sviluppo complessivo del Paese, con impegno e coraggio, con fantasia e creatività. Per questo alle prossime elezioni vanno sostenuti gli uomini, i progetti e le misure concrete capaci di far emergere la parte migliore del nostro Paese.