Come ogni anno, in occasione dell'8 marzo il Coordinamento donne delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), ha lanciato il proprio poster per celebrare la Giornata Internazionale della Donna. Lo slogan scelto per il 2011 è "Le donne al lavoro per l'Italia".
Il Coordinamento nazionale Donne Acli, rappresentato dalla neoresponsabile Agnese Ranghelli, nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia ha voluto conferire alla Festa della Donna una speciale attenzione. L'Associazione, infatti, ha voluto puntare i riflettori sul lavoro femminile, sulla sua valenza sociale e sulle attuali criticità legate alla disoccupazione e alle pari opportunità.
Questo alla luce del fatto che è proprio il lavoro il tema veicolare a cui, nel 2011, il Coordinamento Donne delle Acli sta dedicando particolari energie.
Il documento redatto per l'occasione dal Coordinamento nazionale Donne Acli si ispira al ruolo femminile in un momento particolare della storia italiana, quello che coincide con la seconda guerra mondiale e con la Resistenza:
“È un fatto inedito, che non ha precedenti - si legge nel documento - la partecipazione femminile non è più limitata ad una elite intellettuale e culturale del Paese, come era avvenuto durante il Risorgimento; si tratta invece di un fatto diffuso, realmente di massa, al quale le donne cattoliche danno un apporto sostanziale".
L'impegno profuso dalle donne per la nascita e la rinascita nel dopoguerra del nostro Paese, e l'importanza della partecipazione femminile nel mondo del lavoro, inteso quale fondamento democratico della repubblica italiana, sono temi entrambi presenti nel documento che la Responsabile Agnese Ranghelli ha reso noto a nome delle donne del Coordinamento Acli per sottolineare la pregnanza del momento: “Mai come quest'anno, infatti - sottolinea Agnese Ranghelli - si è sentita la necessità di riaffermare la dignità femminile contro ogni tentativo di offenderla o svilirla, ribadendo il contributo sostanziale che ogni giorno le donne italiane (oggi come in passato) forniscono alla coesione sociale, alla tenuta democratica e alla crescita economica, sociale e civile del Paese”.
Il documento mette in evidenza quanto le donne lavoratrici stiano modificando l'organizzazione sociale del lavoro, sottolineando però il problema sempre presente della discriminazione, ancora forte nell'accesso ai mestieri e alle professioni, nel trattamento contrattuale e nei percorsi di carriera.