Mercoledì, 14 Gennaio 2015 10:38

Aggiornamento pensioni 2015

Dal 1 gennaio 2015 le pensioni sono aumentate dello 0,3%, ma sulla rata di gennaio pesa il conguaglio negativo per il 2014: vediamo perché.

La percentuale di aumento è stata stabilita dal decreto interministeriale del 20 novembre scorso, sulla base della variazione del costo della vita indicata dall’Istat. Il dato è fissato in via provvisoria tenendo conto dell’andamento dei prezzi al consumo fino al mese di settembre, e attribuendo un valore previsionale agli ultimi tre mesi dell’anno, così da consentire agli enti di previdenza l’aggiornamento degli importi già dal mese di gennaio. 

Eventuali conguagli, derivanti dalla differenza tra il coefficiente provvisorio e quello definitivo, sono corrisposti con la rata di gennaio dell’anno successivo.

Lo stesso decreto ha comunicato che il valore definitivo dell’aumento per il 2014 è pari all'1,1%: più basso rispetto all'1,2% applicato in via provvisoria nel corso dello stesso anno. Per effetto di tale riduzione i pensionati dovranno restituire quanto percepito in più nell’anno 2014.

La rivalutazione automatica in misura intera (0,3%) spetta solo sulle pensioni d’importo complessivo fino a 3 volte il trattamento minimo (€ 1.502,64).

Per le pensioni superiori a tale limite l’aumento è riconosciuto secondo aliquote decrescenti, applicate sull’intero assegno e non solo sulla quota eccedente la soglia garantita.

Per l’anno 2015, sulle pensioni d’importo superiore a € 1.502,64, e fino a € 2.003,52, l’aliquota di aumento è fissata al 0,285% (95% dell’indice Istat).

Per quelle superiori a € 2.003,52, e che non superano l’importo di € 2.504,40, l’aumento è dovuto nella misura dello 0,225%.

Sugli assegni d’importo superiore a € 2.504,40, e fino a € 3.005,28, l’incremento dovuto è dello 0,15%.

I trattamenti superiori a € 3.005,28 sono incrementati dello 0,135%, e sulla quota di pensione superiore a € 3.005,28 la perequazione non è dovuta.

La norma prevede un correttivo a favore dei pensionati la cui rendita superi di poco uno dei limiti di reddito che fa scattare l’aliquota inferiore.

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