E’ risaputo che la realtà narrata dai media è solo una parziale rappresentazione della stessa, al punto tale che risulta sempre più complesso riuscire a discernere effettivamente lo stato delle cose. Vi sono periodi storici, poi, in cui tale fenomeno è maggiormente evidente: ad esempio nel corso dell’ultimo anno il mondo sembra essere caratterizzato esclusivamente dalla pandemia da Covid-19, oppure nel recente passato dal fondamentalismo terroristico di matrice islamica od ancora dagli insuperabili vincoli di bilancio per gli Stati membri della UE. E’ evidente che un tal modo di fare informazione risponde a delle logiche ben precise, che spesso non sono orientate a fornire un quadro obiettivo della realtà, bensì a formare e ad orientare l’opinione pubblica su obiettivi lungi dall’essere correlati al diritto di cronaca e di informazione.
Dipingere la quotidianità solo all’insegna del negativo fa notizia, rende le persone emotivamente più fragili e, soprattutto, distrae dai problemi veri. Così, nell’ultimo anno, dominato mediaticamente dalla pandemia da Covid-19, in realtà il mondo ha continuato a soffrire per problemi endemici: le guerre, la fame, le diseguaglianze e tra tutti il dramma ambientale. Aldilà delle dichiarazione di intenti, delle conferenze internazionali, perfino delle encicliche papali sul tema ambientale, stiamo assistendo ad un effettivo rallentamento delle misure a contrasto della vera pandemia, quella ambientale destinata a trasformarsi in ecatombe in assenza di una reale inversione di tendenza. Se proviamo a chiederci quanto i dispositivi di protezione individuale, si pensi tra tutti alle emblematiche mascherine mono facciali, hanno contribuito all’innalzamento del livello di inquinamento ambientale o quantomeno ad una crescita dei costi del loro smaltimento, converrete che la realtà non può essere solo quella correlata alla notizia del giorno o alla questione che in questo momento “spacca”. Ovviamente, nessuno mette in discussione la necessità di dover affrontare problemi in ordine alla loro priorità ed in tal senso la pandemia da Covid-19 ha assunto un carattere di assoluta priorità, ma, proprio per questo, non bisogna dimenticare che il tema della sostenibilità ambientale e della reale possibilità di sopravvivenza degli ecosistemi e della specie umana stessa sono la priorità tra le priorità.
Non mancano segnali di speranza: ad esempio l’Italia è al vertice in Europa per l’esperienza dell’economia circolare ed è sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani, una forte sensibilità ecologica. Il futuro cammina sulle gambe dei ragazzi ed è per questo che “Cercasi Greta Disperatamente” non è uno slogan, né tantomeno la notizia del giorno, bensì una responsabilità epocale cui l’umanità è chiamata per garantire la sopravvivenza del pianeta e di se stessa.