Articoli filtrati per data: Luglio 2022

Accade anche questo nelle sale del Patronato Acli: ossia che due lavoratori si mettano a parlare tra loro mentre attendono il colloquio con il medico-legale e scoprano che, pur avendo entrambi avuto un riconoscimento di un danno quantificato con una percentuale del 18% a causa di un infortuniol’importo della rendita che percepiscono è molto diverso. Si rivolgono quindi al consulente del Patronato per trovare risposta al loro dubbio.

Premesso che la rendita viene messa in pagamento dall’Inail quando le conseguenze dell’infortunio o della malattia professionale, intesi come postumi permanenti, sono quantificabili a partire dal 16%; vediamo quali sono gli elementi che ne determinano l’importo.

La rendita risarcisce sia il danno biologico che il danno patrimoniale, pertanto è determinata dalla somma di due quote distinte:

  • La quota per danno biologico calcolata in base a una specifica tabella prevista dalla normativa. Si tratta di un importo areddituale e quindi uguale per tutti, collegato esclusivamente alla percentuale di danno riconosciuto. Ad ogni percentuale corrisponde un determinato importo economico.
  • La quota per danno patrimoniale che dipende invece dalla retribuzione del lavoratore infortunato, dalla percentuale del danno riconosciuto e da un coefficiente di menomazione (retribuzione x percentuale di danno x coefficiente di menomazione = importo quota patrimoniale).

La somma delle due quote determina l’ammontare annuale della rendita che viene poi diviso per 12 mensilità. Ricordiamo che la rendita, avendo natura risarcitoria, è esente dall’Irpef.

Assistenza personalizzata

Il Patronato Acli è a disposizione per la verifica della correttezza della rendita in pagamento e per le valutazioni medico-legali inerenti la percentuale di danno e il coefficiente di menomazione.

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte www.patronato.acli.it

 Vedi sito

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Dall’annuale rapporto ISTAT sulla condizione degli anziani e il bisogno di assistenza

LA TERZA ETA’ SI PROLUNGA E COSTITUISCE UNA RISORSA PREZIOSA PER LE FAMIGLIE

Sette su dieci “giovani anziani” (65-74 anni) sono completamente autonomi nelle attività di cura personale o della vita domestica

 Nell’ultimo Congresso Provinciale della FAP Acli, e un particolare nella mozione finale, si è tracciata una mappa della condizione e delle necessità emergenti della condizione anziana, che trova ora una conferma di dati e di prospettive nel rapporto Istat che parte con una interessante constatazione:  “…di anno in anno stanno entrando nella fase anziana generazioni che hanno via via sperimentato un avanzamento in termini di istruzione, partecipazione al mercato del lavoro e condizioni economiche. Il livello di istruzione è, in particolare, una determinante fondamentale di tutti i comportamenti socio-demografici e delle condizioni economiche e di salute degli individui, soprattutto in età anziana. Un titolo di studio elevato può Un titolo di studio elevato può garantire, durante la vita attiva, una maggiore protezione in termini occupazionali e un vantaggio retributivo più alto che si riflettono, anche durante la vita da anziano/a, in migliori condizioni economiche…” In particolare “… nel 2004 tre anziani su quattro raggiungevano appena la licenza elementare, nel 2020 sono diventati meno di uno su due. Sono invece raddoppiati, sebbene restino su livelli più bassi, quelli sia con licenza media sia con diploma superiore, e più che raddoppiati quelli con almeno una laurea, anche se sono ancora oggi meno di uno su dieci…”.

 

In sintesi, questa la situazione “fotografata” dall’Istat.

  • Nel 2019 circa 7 milioni di anziani (52,1%) sono autosufficienti nelle attività quotidiane di cura personale e della vita domestica: due su tre sono 65-74enni, il 54% uomini. Oltre 1,6 milioni vivono da soli e i restanti 5,3 milioni in famiglia, rappresentando una potenziale risorsa a sostegno di altri familiari.
  • dopo gli 85 anni gli autonomi crollano al 13% mentre salgono a sette su dieci quelli con gravi riduzioni nell’autonomia (56,7% tra gli uomini e 77,9% tra le donne).
  • Le persone anziane che vivono nel Sud e nelle Isole sono le più svantaggiate, anche a parità di età. Il gap si amplia per le donne: tra le ultra-ottantacinquenni quelle con gravi difficoltà sono il 74,4% al Nord e al Centro e l’85,5% nel Mezzogiorno.
  • Dei 6,4 milioni di anziani con limitazioni gravi o moderate il 33,7% dichiara di non sentirsi adeguatamente aiutato mentre l’aiuto è sufficiente per il 39% e non necessario per il 27,4%. In totale sono circa 4,6 milioni gli anziani con moderate o gravi limitazioni nella cura della persona o della vita domestica che dichiarano di aver bisogno di aiuto per svolgere tali attività.
  • In Italia è la famiglia la principale rete di aiuti informali nell’assistenza agli anziani: il 43,2% degli anziani con ridotta autonomia si avvale in modo esclusivo del supporto dei propri familiari (sia conviventi che non conviventi), il 12,3% insieme ad altre persone che li aiutano, sia che si tratti di personale a pagamento (9,2% dei casi), sia di amici o volontari, comunque, a titolo gratuito (3%).
  • Solo il 9,4% degli anziani con riduzione dell’autonomia è aiutato esclusivamente da persone esterne alla famiglia, di cui il 7,5% solo a pagamento. Il 5,3% dichiara di non ricevere alcun aiuto anche quando vive con altri familiari.
  • In Italia sono circa 7 milioni le persone che si prendono cura, con frequenza almeno settimanale, dei familiari con problemi di salute dovuti all’invecchiamento o a patologie croniche. Quasi 1 milione si dedica invece all’assistenza di persone esterne alla famiglia.
  • I caregiver hanno per lo più tra i 45 e i 64 anni; in questa classe di età sono circa una donna su quattro e circa un uomo su cinque. Anche gli anziani svolgono un ruolo attivo nelle reti informali: sono caregiver il 16,2% dei 65-74enni e il 10% circa degli ultrasettantacinquenni. Non di rado il supporto dei caregiver anziani (1,5 milioni, l’11% degli anziani) è rivolto a un familiare non autonomo, sia in casa (900mila) che fuori (600mila).

In questo contesto emerge chiaramente la necessità di difendere il potere d’acquisto delle pensioni non solo come risposta alle legittime aspettative degli anziani, ma anche come potenziamento delle risorse economiche delle famiglie in un momento di crisi economica.

Da favorire inoltre i percorsi di cambiamento nei servizi sociosanitari che includano i caregiver e i familiari quali attori attivi di tutti i processi di cura

È forse necessario uno sguardo nuovo, aggiornato adeguato ai tempi che cambiano per capire pienamente la storia personale e comunitaria di una popolazione anziana, sempre meno “classe” anagrafica e sempre più area di “competenza, abilità”, sia pur in maniera diversificata.

Le risorse economiche sono importanti, ma contano di più le relazioni sociali: e chi ha tempo da dedicare agli altri fa del bene anche a sé stessi. Per questo vanno promosse nuove forme di partecipazione, compatibili con le numerose variabili personali e ambientali.

…E qualche volta una maggiore attenzione (e rispetto) non guasterebbe da parte del sistema socio sanitario locale, che programma l’orario delle vaccinazioni in pieno pomeriggio 14-19 per una fascia d’età che in quelle ore non  dovrebbe uscire di casa.

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Gli anziani sono tra i soggetti fragili della società. La loro voce è flebile e, specie quando divengono ospiti di una struttura protetta, si tende a considerarli non più parte della società.

Le ACLI di Vicenza aps, da sempre dalla parte delle persone fragili ed inascoltate, non potevano certo restare insensibili di fronte a questa situazione. Una condizione, peraltro, pienamente condivisa dalla Fap Acli, la Federazione anziani e pensionati delle Acli di Vicenza, che soprattutto a seguito del Covid-19 ha attivato una serie di iniziative concrete volte a ridurre gli effetti che la pandemia ha determinato sulla popolazione anziana residente nel Vicentino.

In questo contesto nasce la collaborazione strategica che le ACLI di Vicenza aps hanno deciso di instaurare con la Fondazione Opera immacolata concezione Onlus, frutto delle preziose risorse del 5 per mille dell’Irpef destinato dai cittadini proprio all’Associazione vicentina.

Un progetto condiviso tra ACLI di Vicenza aps e Fondazione Opera immacolata concezione Onlus, che ha portato alla donazione di materiali fondamentali per la quotidiana attività delle tre strutture vicentine della Fondazione: Centro servizi San Giovanni in Monte di Barbarano Vicentino, Centro servizi Guido Negri di Thiene e Centro servizi Giovanna Maria Bonomo di Asiago, per oltre 24mila euro.
“Questa donazione ci inorgoglisce – commenta il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – in quanto risponde pienamente alla mission aclista di stare dalla parte dei più deboli, nel caso specifico delle persone fragili. Tanto più che i materiali consegnati ai tre Centri servizi della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus sono frutto delle risorse del 5 per mille dell’Irpef – annualità 2020 destinato dai cittadini alla nostra Associazione”.

Dalla parte degli anziani, dunque, ma anche di chi opera concretamente nel territorio per contrastare la loro emarginazione. “Condividiamo pienamente l’iniziativa portata avanti dalle ACLI di Vicenza aps – sottolinea il segretario provinciale della Fap Acli di Vicenza, Andrea Luzi – in quanto riteniamo che i Centri servizi della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus rispondano alla duplice esigenza di assistere gli anziani non più autosufficienti, ma al contempo di contrastare quel triste fenomeno, che è la solitudine, nei casi più gravi la depressione, particolarmente acuito dalla pandemia da Covid-19”.

Soddisfazione per la collaborazione anche da parte della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus che, come osserva il direttore generale Fabio Toso: “Fin dalle sue origini, quasi settant’anni fa, è unita da un filo rosso alle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. Non solo perché, la sig.na Nella Berto (nostra fondatrice insieme a don Antonio Varotto e al prof. Angelo Ferro) nel 1950, poco più che ventenne, iniziò a lavorare nella vostra sede padovana. Qui nell’estate del 1955 conobbe don Antonio Varotto e con lui iniziò a progettare quella che oggi è una Fondazione con dodici sedi tra Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Ma, anche, perché la nostra Fondazione, come le Acli, si fonda sul Messaggio Evangelico e sull’insegnamento della Chiesa. Da sempre promuoviamo azioni che assicurino uno sviluppo integrato di tutti i nostri professionisti che provengono da ben 30 paesi diversi. La cooperazione fra culture ed etnie diverse è una ricchezza per i nostri ospiti e per tutta la nostra realtà”.

Dal canto loro Paola Merlin, direttrice dei Centri servizi della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus di San Giovanni in Monte e Guido Negri e Sonia Cavallo, direttrice Centro servizi Giovanna Maria Bonomo concludono con: “un sentito ringraziamento alle Acli di Vicenza aps per l’importante donazione. Gli strumenti donati contribuiranno a migliorare la cura prestata ai nostri ospiti, quindi la qualità di vita e il benessere della persona. Da sempre nei nostri centri servizi operiamo mettendo al centro l’ospite ritenendo che, dopo aver dedicato la sua vita al lavoro, alla famiglia e alla società sia meritevole di assistenza amorevole secondo il precetto dell’ «ama il prossimo tuo come te stesso".

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    INVALIDITA'

        CIVILE

Soglie e benefici economici dell’invalidità civile 

 

Dott. Roberto Pinotti, medico legale

 

per leggere le slide informative e formative clicca qui

 

Finanziato con fondi del 5 per mille dell’Irpef annualità 2020

 

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Se la casa dove si vive non è di proprietà ma affittata, è possibile detrarre annualmente le spese di locazione facendo la dichiarazione dei redditi. A seconda della casistica contrattuale e del reddito dell’inquilino, oppure in base ad altre condizioni non direttamente economiche, sarà possibile applicare una certa detrazione invece che un’altra.

Rivolgendosi a CAF ACLI per l’elaborazione del Modello 730 o del Modello REDDITI sarà possibile usufruire della detrazione. Il beneficio fiscale prevede cinque diverse casistiche applicative, in funzione appunto dei soggetti che lo richiedono; se il contratto di locazione è intestato a più soggetti, ciascuno di essi potrà beneficiare della detrazione in base alla propria quota  di contratto.

Detrazione per l'affitto: chi ne ha diritto?

  • Contratti di locazione in libero mercato
    Detrazione pari a 300 euro o 150 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino.

  • Contratti di locazione concordati
    Detrazione pari a 495 euro o 247 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino.

  • Giovani inquilini tra i 20 e i 30 anni* 
    Fino al 31 dicembre 2021 detrazione fissa di 991,60 euro per gli inquilini tra i 20 e i 30 anni sui primi tre anni di contratto, a patto però che il reddito complessivo del giovane non sia superiore a 15.493,71 euro.

    *Dal 1° gennaio 2022, detrazione di 991,60 euro fino ai 31 anni non compiuti per i primi quattro anni di contratto, ma se il 20% del canone annuo è superiore alla misura standard di 991,61 euro, l’inquilino potrà portare in detrazione quel 20% di canone anziché 991,61 euro, fino comunque a 2.000 euro.

  • Inquilini che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro 
    Detrazione pari a 991,60 euro o 495,80 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino, se la residenza è trasferita nei tre anni antecedenti alla richiesta della detrazione.

  • Studenti fuori sede
    Detrazione del 19% su un importo non superiore a 2.633 euro per i contratti di locazione stipulati da studenti universitari che frequentano atenei situati in Comuni diversi da quello di residenza, a condizione che l’università si trovi almeno a 100 Km dal Comune di residenza.
 

Che documenti occorrono per detrarre le spese di affitto?

Di norma per detrarre le spese di affitto serve esibire:

  • il contratto di locazione registrato;
  • l’autocertificazione nella quale si attesti che l’immobile è utilizzato come abitazione principale;
  • nel caso degli inquilini che si trasferiscono per motivi di lavoro è necessaria l’autocertificazione nella quale si attesta lo spostamento della residenza e l’utilizzo dell’immobile come abitazione principale; bisogna inoltre presentare il contratto di lavoro dipendente oppure la CU attestante la qualifica di lavoratore dipendente.
 Come si chiede la detrazione sulle spese di affitto?
Per poter usufruire della detrazione sulle spese di affitto è necessario fare la dichiarazione dei redditi col Modello 730 o il Modello REDDITI. È possibile avvalersi della consulenza di CAF ACLI presentando la documentazione sopra indicata: i nostri esperti si occuperanno di elaborare e trasmettere la dichiarazione contenente i dati delle spese di locazione sostenute durante l’anno di riferimento, su cui verrà applicata la detrazione spettante.
 
Guarda come prenotare un appuntamento e verifica il nostro elenco documenti!

Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it

 

Fonte  www.caf.acli.it

 
 
 
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La pensione di vecchiaia è una prestazione il cui accesso è garantito esclusivamente a coloro che maturano un’età anagrafica di 67 anni, unitamente al possesso, di almeno 20 anni di contributi (1040 settimane) 

Tuttavia è raggiungibile anche con meno di 20 anni di contributi, ossia esattamente 15 anni. Si tratta di un caso particolare previsto dalla cd. “Legge Amato” che prevede tre deroghe. 

 La prima derogaè subordinata al verificarsi di due condizioni. Il lavoratore deve: 

  • aver maturato 15 anni di contribuzione (780 settimane) accreditate prima del 31 dicembre 1992. A tal fine, valgono i contributi volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, ecc.; 
  • essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS. Sono inclusi anche gli iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost. 

 La seconda derogaconsiste nell’essere stati autorizzati al versamento dei contributi volontari in data anteriore al 31 dicembre 1992 e possono accedervi: 

  • i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Ago dell’Inps (Assicurazione Generale Obbligatoria); 
  • gli iscritti ex Enpals (non per gli iscritti all’ex Inpdap ed all’ex Ipost). 

 Infine, la terza deroga prevede l’obbligo di perfezionamento di un insieme di requisiti ed è valevole solo per i lavoratori dipendenti iscritti all’Ago o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima. In particolare è necessario aver maturato: 

  • 25 anni di anzianità assicurativa. In pratica, il primo contributo deve essere accreditato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione; 
  • 15 anni di contribuzione; 
  • almeno 10 anni lavorati per periodi inferiori alle 52 settimane. Non sono considerati gli anni lavorati interamente in cui risultano meno di 52 contributi settimanali, a causa del fatto che il part time non arrivi a coprire tutte le 52 settimane per retribuzione inferiore al minimale. 

La pensione di vecchiaia è raggiungibile anche con 5 anni di contributi.  

Si tratta della «pensione di vecchiaia contributiva», modalità assolutamente particolare. Infatti, non è accessibile a 67 anni d’età, bensì è necessario maturare 71 anni. Inoltre, per ottenere questa pensione, però, è necessario essere assoggettati al calcolo integralmente contributivo della prestazione. 

La tua domanda di pensione 

Gli operatori del Patronato Acli sono a disposizione per una consulenza personalizzata e per inviare la tua domanda di pensione di vecchiaia in via telematica all’INPS 

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte www.patronato.acli.it

 

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Lunedì, 11 Luglio 2022 12:49

Tempo di vacanze anche per gli over 65

Al mare, in montagna o in viaggio, comunque sempre in sicurezza.

Alcuni suggerimenti per vivere bene queste esperienze, guadagnando in salute e rafforzando le relazioni sociali

 

La vita di pensionati e anziani, in questi anni è profondamente mutata rispetto al passato, grazie all’allungamento delle aspettative di vita in buona salute e all’incremento del livello di benessere.

Grazie alla maggior disponibilità di tempo libero, i cosiddetti “anziani attivi” anche se ancora impegnati in attività lavorative o nella cura di nipoti o nella assistenza a familiari e parenti o in attività di volontariato sociale, hanno sicuramente maggiori opportunità di organizzare nel corso dell'anno uno o più periodi di vacanza, anche se di breve durata, al mare, in montagna o viaggiando. È certo, comunque, che i più gettonati sono sempre i mesi estivi.

Le passioni non hanno età e chi ama viaggiare non riesce a rinunciare al gusto dell’avventura. Anche gli anziani si aspettano dall’esperienza del viaggio proprio quello che ogni comune viaggiatore desidera: socializzare, fare nuove conoscenze di luoghi e persone, coltivando “curiosità e cambiamenti” che oltre a dare tante gratificazioni, sono buoni antidoti alla solitudine, alla depressione e prevengono il deterioramento cognitivo caratteristico delle età avanzate. Secondo alcune ricerche, prendere parte a viaggi turistici è l’attività preferita del 37% degli over 60; in età avanzata, però, questo svago richiede ovviamente condizioni di viaggio e di soggiorno particolari; ad esempio, la scelta di luoghi con una temperatura ambientale adatta (senza eccessivi sbalzi di temperature), l'assistenza sanitaria sempre disponibile; una durata del viaggio non eccessiva e, non ultimo, la presenza di strutture ospitanti attrezzate e facilmente accessibili.   La maggior parte degli anziani e pensionati preferisce comunque trascorrere le proprie vacanze al mare o in montagna e, qualche fortunato, riesce anche associare l'uno e l'altra. Capita spesso di chiedersi, tenuto conto anche di qualche acciacco che l’età comporta, se, indipendentemente dai gusti di ciascuno, conviene scegliere il mare o la montagna.

Il clima marino, il sole, le passeggiate lungo la battigia, fanno di certo bene al corpo e allo spirito. Per gli anziani, i mesi migliori per godere i benefici del mare sono giugno e settembre.  Sulla spiaggia conviene tenere le gambe sollevate, riparate dal sole e di tanto in tanto fare piccole passeggiate sulla battigia per evitare rischi di gonfiore ai piedi e caviglie in particolare se si soffre di vene varicose e insufficienza venosa. Esporsi ai raggi solari, ovviamente nel rispetto delle modalità e degli orari raccomandati (in luglio e agosto prima delle ore 10 e dopo le 17), permette al nostro organismo di sintetizzare la vitamina D, essenziale per la salute delle ossa proteggendole dall'osteoporosi e della pelle, che favorisce inoltre il miglioramento di alcune funzioni mentali e aiuta a prevenire l’insorgere di malattie autoimmuni.  Il mare è indicato per chi soffre di allergia da pollini la cui produzione è infatti minore, poiché è ridotta, almeno sulle nostre coste dell'alto Adriatico, la presenza di piante ed arbusti, e la brezza marina contribuisce ad allontanare i pollini dalla terraferma e ripulire l’aria. L'aria salmastra del mare favorisce una buona respirazione in pazienti affetti da malattie che colpiscono le vie respiratorie come la fibrosi cistica, riducendo l'infiammazione dei bronchi e l'ipersecrezione. Ma anche in pazienti con bronchiti croniche ed enfisema polmonare, un clima temperato di tipo mediterraneo, relativamente stabile nel corso dell’anno, senza differenze termiche estreme, con estati non troppo calde e inverni non particolarmente freddi, favorisce una respirazione più efficace. Quest'ultima si avvantaggia anche dal fatto che la pressione di ossigeno a livello del mare è ottimale e l'aria è meno inquinata da polveri sottili, smog e ozono. A differenza di quando si è a casa, in spiaggia si è più fisicamente attivi, cosa che ci invita a fare anche lunghe passeggiate. Tuttavia, a causa delle alte temperature esterne, soprattutto gli ipertesi e cardiopatici in cura, potrebbero incorrere in episodi di cali improvvisi di pressione del sangue (ipotensione) e aritmie, indotti sia dai farmaci ipotensivi, sia dalla disidratazione dovuta al caldo e all'uso di diuretici. Va pertanto controllata più frequentemente la pressione. E' poi importante ricordarsi di bere almeno 2 litri di acqua al giorno (l'anziano sente meno il bisogno di bere!); aumentare il consumo di frutta e verdure fresche per reintegrare i liquidi e le vitamine persi durante gli stadi di disidratazione. Se si avverte un calo di pressione (vertigini improvvise con ipersudorazione, palpitazioni, senso di mancamento) il consiglio è di stendersi a gambe sollevate, bere acqua e ripararsi dal sole, oltre ovviamente di chiedere aiuto.

I benefici di un soggiorno in montagna, per anziani e pensionati, sono molteplici ma anch'esso richiede alcune avvertenze il cui rispetto rende più sicuro e sereno il soggiorno stesso. L’aria è molto più fresca che in pianura perché la temperatura decresce con l’altezza di circa 6° C ogni 1000 metri; l’aria poi è generalmente più secca perché anche l’umidità diminuisce via via che si sale di quota. E' importante sapere che diminuisce con l’altezza anche la pressione atmosferica totale e quindi anche quella dell'ossigeno il cui valore si riduce rispetto al livello del mare, dell'8% a 1000 metri, del 18% a 2000, del 30% a 3500 metri di quota. L’aria è più pura e più ventilata ma i raggi ultravioletti sono molto più intensi che in pianura e quindi bisogna fare attenzione alle scottature.  L'aria è più fresca e secca e non c'è l'afa, anche quando in pianura si raggiungono i 33-35° C. Un clima ideale quindi per gli anziani, con l'avvertenza che la secchezza dell’aria  provoca, per traspirazione della pelle, una perdita abbondante di acqua e pertanto è necessario bere molto per reintegrare i liquidi persi.  Inoltre, i pazienti cardiopatici e ipertesi, in montagna non dovrebbero soggiornare a quote superiori a 1.000 – 1.500 metri di altitudine; alcuni, inoltre, per adattarsi senza accusare disturbi, alle diverse altitudini, devono arrivarci facendo delle tappe intermedie, utili per consentire all’organismo di adattarsi alle diverse altitudini e mettere in pratica i diversi meccanismi di compenso. In montagna la pressione arteriosa potrebbe subire delle variazioni, alzandosi o abbassandosi, per effetto della diversa pressione atmosferica e degli sbalzi di temperatura ed è opportuno consultare preventivamente il medico di riferimento, per capire come modulare la terapia antipertensiva. Coloro che sono affetti da malattie respiratorie con insufficienza respiratore (diminuzione della pressione di ossigeno nel sangue) devono essere informati che già una quota di altitudine di 1000 metri può comportare vari problemi respiratori e cardiocircolatori, soprattutto quando ci si sottopone a sforzi come una passeggiata. Spesso, quindi, gli anziani in vacanza scelgono di recarsi ad altitudini di 800-900 metri, la via di mezzo ideale capace di congiungere il benessere per lo spirito che offrono i panorami, la natura con i prati e i boschi, con la possibilità di godere di un clima piacevole e di un'aria pulita e ventilata non troppo afosa, lontano dallo smog e dalle polveri sottili della pianura.

Un cenno merita anche un altro aspetto che riguarda sia la vacanza al mare che in montagna ed è quello dell'alimentazione. In vacanza si è portati a “trasgredire” più facilmente a tavola, facendo meno attenzione alla cucina spesso più grassa e pesante delle nostre abitudini con pasti più abbondanti anche in alcoolici: trasgressioni di cui poi ci si pente amaramente.  Il consiglio, non solo agli over-65, per mantenersi in forma, è fare più spuntini durante il giorno con cibi facilmente digeribili e in piccole quantità, evitando i cibi più grassi e ricchi di sale, zuccheri, carboidrati raffinati. E ricordarsi di portare sempre con sé almeno una borraccia di acqua durante le passeggiate, da fare, possibilmente, sempre in compagnia.

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