Articoli filtrati per data: Febbraio 2023

Dal 1° febbraio l’INPS, come informa il messaggio 422 del 27 gennaio, ha aperto i canali per trasmettere la domanda ai fini del contributo mensile destinato ai genitori disoccupati o monoreddito che hanno a carico figli disabili. L’identikit del contributo era stato già tracciato dall’INPS nella Circolare 39 del 2022. Si tratta in buona sostanza di un “assegno” mensile vincolato a precisi paletti economici, tra cui ad esempio il valore ISEE (per il calcolo ISEE è possibile rivolgersi alle sedi CAF ACLI o usufruire dell'assistenza online tramite l'area myCAF).

Bonus figli disabili: come fare domanda

Per farne richiesta in relazione all’anno 2023 (che in base alla normativa dovrebbe essere l’ultimo per cui sarà erogato) ci sarà tempo fino al 31 marzo. La domanda può essere fatta o tramite l’INPS (dal portale web, se muniti di SPID/CIE/CNS o dal Contact center al numero verde 803.164 da rete fissa o 06.164.164 da rete mobile a pagamento) oppure tramite enti di Patronato (clicca qui per cercare la sede più vicina del Patronato ACLI). Vediamo allora di riassumere in breve i punti essenziali del contributo.

Bonus figli disabili: chi può chiederlo

L’erogazione spetta ai genitori residenti in Italia (per gli extracomunitari vale il permesso di soggiorno) e facenti parte di “nuclei familiari monoparentali”, cioè nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di quel solo genitore, il quale deve trovarsi in una delle seguenti condizioni:

  • disoccupato, cioè “privo d’impiego oppure con un reddito da lavoro dipendente che non superi 8.145 euro annui o 4.800 euro annui da lavoro autonomo”;
  • oppure “monoreddito”, nel senso che il genitore deve ricavare “tutto il proprio reddito esclusivamente dall’attività lavorativa, sia essa prestata a favore di uno solo o di una pluralità di datori di lavoro, oppure che sia percettore di un trattamento pensionistico previdenziale” (quindi, ad esempio, se il genitore avesse un reddito complessivo derivante solo in parte dalla sua attività lavorativa, e per la parte restante da altre fonti non lavorative come la locazione di una casa messa in affitto, non sarebbe considerato “monoreddito”).

 

Bonus figli disabili: serve l’ISEE

Quanto ai requisiti, che in parte abbiamo già elencato, c’è sicuramente da menzionare:

  • l'ISEE (in caso di figli con meno di 18 anni va fatto un ISEE minori), il cui valore non può superare quota 3.000 euro;
  • va poi specificato che la disabilità del figlio a carico deve essere riconosciuta “in misura non inferiore al 60 per cento”.

 

Bonus figli disabili: a quanto ammonta

“In caso di accoglimento della domanda – scrive l’INPS nella Circolare 39/2022 – il contributo sarà liquidato, con cadenza mensile, per un importo pari a 150 euro al mese e sarà riconosciuto dal mese di gennaio per l’intera annualità. Nel caso in cui il genitore abbia due o più figli a carico con una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60 per cento, l’importo riconosciuto sarà pari, rispettivamente, a:

  • 300 euro mensili, nel caso di due figli;
  • 500 euro mensili, nel caso in cui i figli siano più di due”.
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Lunedì, 20 Febbraio 2023 08:27

Ape Sociale: Prorogata per tutto il 2023

La Legge di Bilancio 2023 ha disposto una nuova proroga dell’Ape Sociale, “Anticipo pensionistico”, solo per l’anno 2023.

Attenzione però alle scadenze per la certificazione del diritto: la domanda di certificazione del diritto deve essere presentata entro il 31 marzo 2023 o il 15 luglio 2023. 

Cos’è l’Ape Sociale?

È un’indennità che permette di ritirarsi dal mondo del lavoro e che “accompagna” i richiedenti fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni). Può essere richiesta da tutte le categorie dei lavoratori dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) e dagli iscritti alla Gestione Separata. 

Quali sono i requisiti? 

Per poter richiedere l’indennità, sono stati fissati dei requisiti generali e altre condizioni più soggettive:  

  • dal punto di vista anagrafico, l’APE Sociale è rivolta a coloro che abbiano almeno 63 anni di età; 
  • dal punto di vista assicurativo, i richiedenti devono poter far valere alternativamente:

1) almeno 30 anni di contributi (disoccupati, invalidi civili con grado di invalidità maggiore al 74% e i cosiddetti “caregivers” cioè chi si occupa di assistere un familiare “in situazione di gravità”); 

2) almeno 36 anni nel caso siano stati lavoratori addetti ad attività “gravose” (per alcune specifiche categorie di lavori “gravosi” previste dalla normativa, il requisito è fissato a 32 anni di contributi).  

Per le donne che si trovano nelle situazioni di stato di disoccupazione o di occupazione in lavori “gravosi”, i suddetti requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, per un “bonus” massimo di due anni. 

Nello specifico i requisiti più soggettivi richiesti, oltre a quello contributivo, sono i seguenti: 

  • Disoccupati che abbiano:

– cessato il rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale e percepito integralmente l’indennità di disoccupazione NASPI; 

– avuto un periodo di lavoro, nel triennio precedente alla data di cessazione, della durata di almeno 18 mesi. 

  • Lavoratori che, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap “in situazione di gravità”, oppure un parente o un affine di secondo grado, quando tale soggetto abbia i genitori o il coniuge ultrasettantenni, anche essi invalidi. 
  • Lavoratori con riconoscimento di invalidità civile pari almeno al 74 %. 
  • Lavoratori inseriti nelle categorie di attività “gravose”, possono richiedere l’indennità dell’APE Sociale se hanno svolto per sette anni, nell’ultimo decennio, o per sei anni negli ultimi sette, una delle attività previste specificatamente dalla normativa. 

Scadenza delle domande 

Per fare la domanda di APE Sociale è necessario verificare preventivamente il diritto: chi ritiene di perfezionare i requisiti per l’indennità entro il 31 dicembre 2023, deve presentare domanda di certificazione del diritto tassativamente entro il 31 marzo 2023 o il 15 luglio 2023. 

La stessa richiesta di certificazione ha come ultima scadenza anche la data del 30 novembre 2023 ma il rischio è che i fondi economici che alimentato il pagamento dell’indennità possano esaurirsi e, quindi, anche nel caso in cui viene riconosciuto il diritto, la prestazione dell’Ape Sociale non venga liquidata 

Come fare la domanda

Gli operatori del Patronato Acli sono a disposizione per verificare l’eventuale diritto a chiedere l’APE Sociale! È possibile fissare un appuntamento telefonando allo 0444/955002.

fonte www.patronato.acli.it

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UNA MAPPA PER CAPIRE MEGLIO E PER TROVARE IL SOSTEGNO GIUSTO ALLE PROPRIE NECESSITA’

Si va dallo sconto diretto nella bolletta della luce e del gas, al contributo per l’uso dei mezzi di trasporto a favore di studenti e lavoratori, alle agevolazioni per l’acquisto di auto elettriche o di auto nuove a ridotto impatto ambientale.

Ma anche la casa da ristrutturare o da acquistare (in particolare per le giovani coppie) rientra in questo pacchetto di sussidi messo in atto (o rinnovato) dal corrente anno.

Al centro di questa rinnovata strategia di interventi sociali c’è l’assegno unico universale (rivolto a tutte le famiglie con figli a carico) per il quale l’ISEE serve per quantificare concretamente i benefici contributivi e fiscali.

Guarda l'approfondimento Video

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La Legge di Bilancio 2023 riconferma la possibilità di pensionamento anticipato con “Opzione Donna” fissando la nuova data di perfezionamento dei requisiti al 31 dicembre 2022.  Ma la legge ha ristretto le categorie di possibili beneficiarie. 

Quali sono i requisiti per l’accesso alla pensione “Opzione Donna” 

1) Requisito contributivo: anzianità contributiva di almeno 35 anni entro il 31/12/2022.

2) Requisito anagrafico: almeno 60 anni di età entro il 31/12/2022. Tale requisito è ridotto ad almeno 58 anni di età per le donne che hanno avuto 2 o più figli o 59 anni di età per le donne che hanno avuto un solo figlio.

 

3) Appartenenza ad una delle seguenti categorie: 

– Caregiver

Lavoratrici che alla data di richiesta della pensione assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente al quale sia stato riconosciuto lo stato di handicap ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge 104/1992, oppure un parente o un affine di secondo grado, sempre convivente e con handicap, i cui genitori o il coniuge abbiano più di 70 anni o siano in uno stato invalidante o siano deceduti.

– Invalide civili

Con una percentuale riconosciuta pari o superiore al 74 %.

– Lavoratrici licenziate

Da aziende ufficialmente in stato di crisi con procedure aperte presso il Ministero del Lavoro. 

Una consulenza personalizzata 

Andare in pensione con “Opzione Donna” è una scelta da valutare attentamente, soprattutto per quanto riguarda l’importo del trattamento pensionistico, inferiore a quello degli altri trattamenti: fare questa scelta senza essere consapevoli di ciò, può comportare problemi nella sfera delle future condizioni economiche personali e della propria famiglia 

Prenota un appuntamento 

Gli Operatori del Patronato ACLI sono a tua disposizione per assisterti passo dopo passo.

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte - www.patronato.acli.it 

 

 

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Ho 

Salgono del 9,2% le retribuzioni dei lavoratori domestici 2023. In arrivo un bonus di 1500 euro per le famiglie

Dopo il mancato accordo tra le associazioni datoriali Domina e Fidaldo e i sindacati dei lavoratori domestici Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Federcolf sugli aumenti retributivi 2023 per il lavoro domestico, il Ministero ha definito l'adeguamento automatico, in base all’80% del valore dell’inflazione per le retribuzioni minime, e al 100% sul valore di vitto e dell’alloggio.

Gli aumenti per gli stipendi di colf, badanti e baby-sitter saranno quindi essere pari al 9,2%

Gli importi per le indennità di vitto e alloggio dei lavoratori conviventi saliranno invece dell'11,5%

Le associazioni che rappresentano le famiglie datrici di lavoro domestico chiedevano che gli aumenti non superassero quanto previsto dal governo per l'adeguamento delle pensioni all’inflazione, cioè il 7,3%, e che comunque gli aumenti fossero scaglionati nel corso dell'anno.

I sindacati dei lavoratori reclamavano invece l'applicazione di quanto previsto dal contratto nazionale con la perequazione piena, da gennaio 2023, sottolineando che i lavoratori domestici hanno comunque tutele inferiori a quelle di altri lavoratori dipendenti per malattia, maternità, e pensioni, evidenziando inoltre che gli aumenti più importanti riguardano le assistenti familiari conviventi, che sono solo il 23% del totale dei lavoratori.

Attualmente il minimo stipendio orario previsto dal CCNL è pari a 4,83 euro per il livello A, mentre il valore massimo della retribuzione per badanti che fanno assistenza a persone non autosufficienti arriva a 8,33 euro orari (1.598 euro mensili per un contratto a tempo pieno).

Un nuovo contributo di 1.500 euro alle famiglie per lavoro domestico è previsto dal PNRR, i cui criteri e forma di erogazione sono in corso di definizione.

 

 

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