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Articoli filtrati per data: Ottobre 2024

Giuseppe Brighenti, 66 anni, di Cittadella (Pd), è il nuovo presidente delle ACLI di Vicenza aps, l’Associazione di riferimento del laicato cattolico e dei lavoratori vicentini. Con una militanza di lungo corso nelle Acli, Brighenti vanta una straordinaria esperienza tecnico-amministrativa, che ha saputo negli anni coniugare con la sua spiccata sensibilità e capacità di rapportarsi con le persone nella comunità e nell’espletamento dei diversi incarichi associativi assunti in oltre 40 anni al servizio delle Associazioni cristiane lavoratori italiani.

Con la voce rotta dall’emozione, Giuseppe Brighenti, eletto dai consiglieri provinciali insediati a seguito del Congresso associativo dello scorso 19 ottobre, non ha esitato a ricordare che “gli ideali ed i valori delle Acli di ottant’anni fa, quando l’Associazione è nata, non sono poi così diversi da quelli di oggi. Siamo riusciti a rimanere sempre coerenti con la nostra mission: porre al centro dell’azione associativa la persona, con i suoi diritti e l’esigenza di essere tutelata a tutto tondo. E questo lavoro proseguirà, nel segno di una continuità imprescindibile e scritta nella nostra storia”.

Nel suo primo intervento da presidente provinciale, Brighenti ha presentato la sua squadra, perché ha tenuto a precisare che “le ACLI di Vicenza aps non ha avranno un presidente lasciato solo, perché non è mai stato così, ma la loro azione sarà il frutto di un’azione condivisa da un team di persone altamente qualificate”.

Ecco, quindi, la presentazione dei componenti della Presidenza provinciale delle ACLI di Vicenza aps in carica per il prossimo quadriennio: Katia Benedetti, responsabile allo Sviluppo associativo; Renzo Grison, vicepresidente vicario con delega all’Amministrazione ed alle Politiche sociosanitarie; Andrea Luzi, segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza; Gianni Luigi Spagnolo, vicepresidente con delega ai rapporti con la Stampa cattolica ed alla promozione e valorizzazione del Magistero sociale della Chiesa; dott. commercialista Davide Azzolini, Organo di controllo; Barbara Testolin, responsabile Coordinamento provinciale Donne; Alessandra Visonà, delega alle Politiche familiari; Elisabetta Zanon, delega alle Politiche assistenziali; Massimo Giuseppe Zilio, delega ai rapporti con la Pastorale sociale del lavoro e con gli Organismi del laicato cattolico; Pierpaolo Vissà, presidente Unione Sportiva Vicenza aps.

Giuseppe Brighenti, attuale segretario regionale della Fap Acli, la Federazione anziani e pensionati delle Acli, che vede Vicenza quale prima Federazione dei pensionati aclisti in Italia, ha ringraziato il presidente uscente per lo straordinario lavoro svolto e per avergli consegnato un’Associazione forte e con ambiziosi obiettivi da mettere a segno in occasione del nuovo mandato di Presidenza.

L’elezione del presidente Giuseppe Brighenti è stata frutto della scelta unanime dei consiglieri provinciali eletti dal 32° Congresso delle ACLI di Vicenza aps: Jonathas Biagioni, Anna Bizzotto, Arianna Bordignon, Giuseppe Brighenti, Annalisa Carollo, Daniela Cattani, Matteo Crestani, Barbara Agnese Della Libera, Francesco Fietta, Oreste Fraccaro, Mauro Gramola, Renzo Grison, Andrea Luzi, Germano Martini, Sergio Meneguzzo, Daniela Menon, Sergio Michelazzo, Dimitri Piotto, Gilberto Pisanello, Roberto Riccioni, Eleonora Scremin, Valeria Siviero, Gianni Luigi Spagnolo, Giulia Vanin, Alessandra Visonà, Pierpaolo Vissà, Elisabetta Zanon e Massimo Giuseppe Zilio.

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Martedì, 29 Ottobre 2024 15:56

Il Bonus Natale per i lavoratori domestici

Una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il “Bonus Natale” spetta anche ai dipendenti del settore domestico, colf, badanti e baby-sitter. Il Bonus consiste in un contributo di 100 euro, corrisposto ai lavoratori dipendenti con almeno un figlio a carico.

Bonus Natale: i requisiti per averne diritto

  • Essere lavoratori dipendenti nel 2024. La tipologia di contratto – determinato o indeterminato – e l’orario di lavoro – part-time o full-time – non sono rilevanti. Il Bonus spetta comunque.
  • Avere, nel 2024, un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro.
  • Avere sia il coniuge (non legalmente ed effettivamente separato) sai un figlio fiscalmente a carico. In caso di nuclei familiari monogenitoriali, il bonus spetta se uno uno dei genitori è deceduto; se uno dei genitori non ha riconosciuto il figlio nato fuori del matrimonio; se il figlio è stato adottato da un solo genitore oppure è stato affidato o affiliato a un solo genitore.
  • Per i lavoratori domestici, avere capienza d’imposta sufficiente per poter recuperare il bonus in fase di dichiarazione dei redditi.

I lavoratori domestici come possono richiedere il Bonus Natale?

I lavoratori dipendenti dei settori diversi da quello del lavoro domestico riceveranno il Bonus Natale di 100 euro direttamente in busta paga in occasione del Natale 2024, con la 13ª mensilità.

Il datore di lavoro dei lavoratori domestici, invece, non funge da sostituto d’imposta e, quindi, non può anticipare il Bonus nella busta paga del lavoratore o lavoratrice domestica. Ne consegue che colf, badanti e baby-sitter dovranno fare richiesta del Bonus il prossimo anno, in occasione della dichiarazione dei redditi 2025.

In sintesi, non spetta alla famiglia datrice di lavoro corrispondere il Bonus Natale al lavoratore domestico che ha assunto. Sarà il lavoratore o la lavoratrice a verificare la presenza dei requisiti per poter richiedere il Bonus quando presenterà la dichiarazione dei redditi nel corso del 2025.

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L’indennità di accompagnamento è un sostegno economico per gli invalidi civili totalmente inabili residenti in Italia, che non possono deambulare senza assistenza permanente o necessitano di assistenza continua per le attività quotidiane, indipendentemente dal reddito personale annuo e dall’età. 

L’indennità di accompagnamento per l’anno 2024 è pari a 531,76€, spetta per 12 mensilità e, al pari delle altre provvidenze assistenziali, è esente da Irpef, cioè non è tassata e non va dichiarata in denuncia dei redditi né concorre alla determinazione del requisito reddituale previsto per l’attribuzione di altre prestazioni sociali o assistenziali erogate dallo stato.  

L’indennità, inoltre, non è reversibile ai superstiti e viene erogata al “solo titolo della minorazione” cioè a prescindere dal requisito reddituale personale, coniugale o familiare dell’avente diritto. 

L’importo 

Per il 2024, l’indennità ammonta a 531,76€, pagato per 12 mesi. È esente da Irpef, quindi non tassabile e non deve essere dichiarato nel reddito, né influisce su altre prestazioni sociali o assistenziali. L’indennità è non reversibile ai superstiti e viene concessa unicamente in base alla minorazione, indipendentemente dal reddito del beneficiario. 

A chi è rivolta 

L’indennità è concessa a cittadini italiani o UE residenti in Italia, e ai cittadini extracomunitari con un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, purché residenti in Italia. Non ci sono limiti di età per ottenere il beneficio. 

Possono riceverla coloro che: 

  • hanno un’invalidità civile totale e permanente del 100%; 
  • sono incapaci di camminare senza un accompagnatore oppure non possono svolgere attività quotidiane senza assistenza continua. 

Il riconoscimento avviene quando una persona non riesce a compiere gli atti quotidiani che una persona normale della stessa età può generalmente fare. 

Per la tua domanda  

Le sedi del Patronato Acli offrono assistenza e consulenza su misura, permettendoti di richiedere le prestazioni a cui hai diritto in base alla tua situazione personale! Trova la sede più vicina a te o prenota il tuo appuntamento 

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Lunedì, 28 Ottobre 2024 08:42

ASSEGNO INTEGRATIVO DI VEDOVANZA

SCATTANO GLI AUMENTI CHE POSSONO ESSERE ATTIVATI DA APPOSITE DOMANDE DOCUMENTATE

Siamo nell’ambito del lavoro dipendente e assimilato, con esclusione quindi della gestione speciale del lavoro autonomo.

L’aumento arriva fino a 634 euro annui ed è graduato in base al reddito annuale dell’interessato che non deve essere superiore a € 37.325,55.

Requisiti essenziali sono l’invalidità civile al 100%, la titolarità della pensione di reversibilità e il limite reddituale detto sopra.

Le domande possono riguardare anche annualità pregresse: in questi casi l’INPS non riconoscerà tutto il maturato ma al massimo 5 anni per un totale massimo di 3.000 euro.

 

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Per il Congresso dei loro primi ottant’anni, le ACLI di Vicenza aps hanno scelto la Città di Schio, luogo dove è sorto il primo circolo operaio cattolico italiano, dove la lungimiranza di Alessandro Rossi ha fatto nascere un tessuto sociale ed economico che non ha avuto pari nella nostra Nazione per decenni. Ed il tema scelto dall’Associazione è incentrato su due principi importanti: pace e coraggio, sui quali le Acli intendono incardinare l’azione del prossimo quadriennio.

Il 19 ottobre scorso, la mattinata al Faber Box, dopo i saluti del sindaco di Schio, Cristina Marigo, e del direttore della Caritas diocesana vicentina, don Enrico Pajarin, è proseguita con un’articolata relazione del presidente uscente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon, che ha spaziato dai temi delle guerre nel mondo alla salvaguardia dell’ambiente, sino ad arrivare al mondo del lavoro oggi ed al futuro dell’Associazionismo berico.

Conflitti armati. “Dopo la Seconda guerra mondiale – ha spiegato il presidente Cavedon agli oltre cento delegati riunitisi al Faber Box di Schio, per l’elezione del nuovo Consiglio provinciale delle ACLI di Vicenza aps – il numero di guerre nel mondo non è mai sceso sotto il centinaio. Ciò significa che, ogni anno, ci sono almeno cento conflitti armati in corso, per un totale di 238 mila morti annui”.

La conflittualità nell’UE. “Servirà attuare politiche e riforme in Europa – ha aggiunto il presidente Cavedon – al fine di raggiungere una vera integrazione culturale democratica che si basi su un comune senso di appartenenza, oltre che al conseguimento di finalità economiche”.

Crisi della democrazia e conflitti tra cittadini e istituzioni. “Quando i cittadini non si sentono né rappresentati né protetti – ha sottolineato il presidente Cavedon - il rischio che anche gli stessi politici arrivino a crederlo è reale. Gran parte della deriva del senso democratico a cui stiamo assistendo ce l’hanno i cittadini, tra cui i “cattolici”, che nell’ultimo rapporto Censis vengono definiti come sonnambuli, impauriti e rinunciatari nel loro atteggiamento politico, ed i politici stessi, prigionieri dell’opinione pubblica, delle urgenze che sovrastano una rigorosa pianificazione politica, che porta risultati in anni o decenni”.

I conflitti socioeconomici. Eurostat segnala che migliorano gli indici dell’Italia sul lavoro, ma sono sotto i valori medi dell’UE. In particolare, il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni in Italia cresce dal 64,8% del 2022 al 66,3% del 2023, ma in UE è cresciuto dal 74,6% al 75,3%. I Neet sono scesi al 16,1%, ma in UE siamo all’11,2%. La disoccupazione di lunga durata (almeno un anno) migliora al 4,2%, ma in Europa la media è del 2,1%. E l’Italia è quasi fanalino di coda in Europa quanto a reddito reale lordo disponibile delle famiglie: dal 2008 al 2023 il reddito è sceso del 6,26%.

La situazione vicentina è migliore, ma non mancano elementi di preoccupazione, come ha evidenziato il presidente Cavedon: “Secondo la Camera di Commercio di Vicenza, abbiamo avuto tra il 2019 e il 2023 un calo di imprese pari al 4,9%, ma migliorano i segnali della ripresa post-pandemica nei bilanci delle società di capitali vicentine, con aumento del valore aggiunto di quattro miliardi. A questa situazione imprenditoriale seguono dati sulla disoccupazione provinciale sicuramente positivi, con un tasso di disoccupazione che è meno della metà di quello nazionale (Italia 7,8%, Vicenza 3,6%). Il tasso di occupazione (15-64 anni) in Italia è del 61,5%, mentre a Vicenza del 70%. Resta la tensione sul mercato del lavoro: per le imprese è difficoltoso reperire il 56% delle figure in entrata. L’export vicentino (23 miliardi di euro) diminuisce nel 2023 del 2,4%, tuttavia Vicenza mantiene la terza posizione per valore del fatturato, dopo Milano e Torino. Nota dolente il gender pay gap, che è presente in tutti i ruoli, e a parità di giornate lavorate in un anno una lavoratrice riceve in media quasi 19 mila euro contro i 27 mila di un collega”.

Il lavoro: povero e che non piace. “C’è la necessità di rimettere soldi in tasca ai lavoratori – ha spiegato il presidente Cavedon - attraverso interventi strategici e reali. Non basta tagliare il cuneo fiscale per un anno o sforbiciare l’Irpef solo per alcuni livelli di reddito: si deve affrontare il tema del costo della vita. Occorre attivare una filiera di formazione continua sia per chi è disoccupato, che per chi ha un’occupazione, in quanto le competenze sono oggi la vera tutela del lavoratore, giovane, donna o over 50 che sia. Ma oltre ad un lavoro povero, siamo in presenza di un lavoro che piace sempre meno: solo l’8% dei dipendenti si dichiara attivamente impegnato e il 25% afferma di sentire tristezza quando pensa al lavoro. Creare un ambiente di lavoro basato su fiducia, cooperazione e benessere è fondamentale per la produttività e la sopravvivenza dell’azienda”.

Il futuro dell’Associazionismo. “È difficile fare associazione al giorno d’oggi, prova ne sia lo scioglimento di almeno una trentina di realtà nella nostra provincia da inizio anno. La burocrazia sempre più impegnativa, la difficoltà di agganciare i giovani, che partecipano volentieri alle iniziative proposte, ma non vogliono tesserarsi, preferendo esplorare più che impegnarsi attivamente, la tecnologia che frena la voglia di incontrarsi e di parlarsi vis a vis. Tutto questo per dire – ha concluso il presidente Cavedon – che gli ottant'anni delle Acli non sono un punto di arrivo, bensì un punto di partenza”.

Dopo la riflessione proposta da don Matteo Pasinato, che da anni accompagna le ACLI di Vicenza aps in un percorso di crescita spirituale, il direttore generale delle ACLI di Vicenza aps, Andrea Luzi ed il consigliere provinciale dell’Associazione, Massimo Zilio, hanno illustrato le sfide associative per il prossimo quadriennio.

La giornata si è conclusa con la proclamazione dei Consiglieri provinciali eletti e la comunicazione dei delegati ai Congressi regionale e nazionale.

I Consiglieri provinciali sono: Jonathas Biagioni, Anna Bizzotto, Arianna Bordignon, Giuseppe Brighenti, Annalisa Carollo, Daniela Cattani, Matteo Crestani, Barbara Agnese Della Libera, Francesco Fietta, Oreste Fraccaro, Mauro Gramola, Renzo Grison, Andrea Luzi, Germano Martini, Sergio Meneguzzo, Daniela Menon, Sergio Michelazzo, Dimitri Piotto, Gilberto Pisanello, Roberto Riccioni, Eleonora Scremin, Valeria Siviero, Gianni Luigi Spagnolo, Giulia Vanin, Alessandra Visonà, Pierpaolo Vissà, Elisabetta Zanon, Massimo Giuseppe Zilio e Serafino Angelo Zilio.

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Mancano poche ore all’atteso momento, sabato 19 ottobre alle 9 al Faber Box di Schio, in Via Tito Livio 23/25, in cui i delegati della provincia di Vicenza delle ACLI di Vicenza aps si incontreranno in Congresso per il rinnovo del Consiglio provinciale dell’Associazione.

“Un momento importante di democrazia associativa – commenta il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – in cui tracceremo il bilancio del quadriennio degli organi in carica, per delineare una nuova proposta coinvolgente per il territorio berico. C’è più che mai bisogno delle Acli nella comunità, per riportare al centro della vita sociale e della comunità la persona, l’ambiente, la democrazia ed il lavoro”.

Sarà una mattinata di intenso lavoro, quella al Faber Box di Schio, luogo scelto dall’Associazione per celebrare il 32° Congresso provinciale, dove sono attesi ospiti importanti, tra cui il sindaco di Schio Cristina Marigo, il direttore della Caritas diocesana vicentina, don Enrico Pajarin, don Matteo Pasinato, che da anni accompagna le ACLI di Vicenza aps in un percorso di crescita spirituale, nonché rappresentanti delle Acli regionali e nazionali.

Tra i momenti più importanti della mattinata, la relazione congressuale del presidente uscente, Carlo Cavedon, e l’Agenda 2034, “Il programma strategico di sviluppo delle ACLI di Vicenza aps, a cura del direttore generale delle ACLI di Vicenza aps, Andrea Luzi e del consigliere provinciale dell’Associazione, Massimo Zilio.

Il Congresso eleggerà, sulla base dei dettami dello statuto delle Acli, i Consiglieri provinciali, nonché i delegati ai Congressi regionale e nazionale.

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 730 integrativo: quando si può fare?

Il 730 integrativo è fattibile solo in alcuni casi, cioè in presenza di eventuali errori che il contribuente abbia commesso a proprio sfavore nel modello originario. Che significa? È chiaro che si tratta di errori non intenzionali, come dimenticanze o errata compilazione di importi. In pratica l’errore è a sfavore quando comporta uno svantaggio per il contribuente, che dunque ha l’opportunità di recuperare in tempi brevi con la soluzione dell’integrativo.

Si pensi ad esempio alle spese detraibili dimenticate. A tal riguardo potremmo citare il caso del rigo E1 – quello delle spese mediche – dove frequentemente capita di integrare modelli in cui i contribuenti hanno dimenticato di inserire uno scontrino qui o una fattura là, che spesso fanno la differenza se si tratta di importi non trascurabili. O magari quando una fattura medica, sportiva, universitaria ecc, che si credevano smarrite vengono improvvisamente ritrovate a dichiarazione ormai trasmessa.

In molti altri casi, invece, l'incremento delle detrazioni spettanti deriva dalla correzione dei carichi fiscali, soprattutto quando ci sono i figli di mezzo. Ad esempio capitano situazioni in cui si scopre che un figlio o un familiare ritenuto fiscalmente “autonomo” avrebbe in realtà potuto essere messo a carico perché detentore di un reddito imponibile non superiore alla soglia di 4.000 o 2.840,51 euro annui.

730 integrativo: quali tipologie esistono?

Una delle domande più ricorrenti è la seguente: ma è possibile trasmettere autonomamente un integrativo, come se fosse un normale 730 precompilato, oppure devo per forza affidarmi a un CAF/commercialista? In linea di massima la presentazione autonoma non è mai possibile come per i normali precompilati dell’Agenzia che vanno trasmessi entro il 30 settembre.

Distinguiamo però le diverse casistiche in modo da fare chiarezza. Il 730 integrativo presuppone infatti tre diverse tipologie che variano a seconda dell’errore commesso nella dichiarazione originaria. Abbiamo allora il modello di tipo:

  • “01” (cioè il codice numerico da inserire sul frontespizio per distinguere appunto la tipologia di integrativo), qualora la correzione fosse effettuata solo per modificare determinati redditi dichiarati in misura superiore rispetto a quelli effettivamente percepiti, oppure per inserire oneri detraibili/deducibili dimenticati in precedenza;
  • “02”, se invece si dovessero rettificare soltanto i riferimenti del sostituto d’imposta;
  • “03”, se le rettifiche riguardassero sia i dati del sostituto che i redditi computati in eccesso o le voci detraibili/deducibili.

a correzione è il 25 ottobre, termine annuo di presentazione dei cosiddetti modelli “integrativi”, 

730 integrativo: come si trasmette?

Quindi, per rispondere alla domanda “come trasmettere il 730 integrativo?”, va detto che l’unica casistica nella quale il contribuente potrebbe fare a meno di rivolgersi all’intermediario (CAF o commercialista che sia) è il modello di tipo “02”, quindi per correggere il quadro del sostituto d’imposta, per di più – attenzione – solo se il 730 originario fosse stato trasmesso in via autonoma tramite la precompilata sul sito dell’Agenzia. In tutti gli altri casi la trasmissione autonoma non è fattibile, quindi servirà per forza un intermediario come CAF ACLI. Dovendo infine correggere errori che hanno inciso sull’esito fiscale della dichiarazione, sotto forma di un minor credito o di un maggior debito, occorrerà presentare tutta la documentazione che dimostri la necessità di mettere mano al modello (quindi ad esempio le eventuali fatture dimenticate o gli eventuali redditi dichiarati in misura più elevata di quanto realmente percepito).

730 integrativo: quando scade?

La scadenza è fissata al 25 ottobre 2024.

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L’Indennità di Accompagnamento per l’anno 2024 è pari a 531,76 € al mese, per un totale annuo di 6.381,12 €.  

Questa indennità, come le altre provvidenze assistenziali, è esente da Irpef, quindi non è tassata e non va dichiarata nella denuncia dei redditi. Inoltre, non concorre alla determinazione del requisito reddituale per l’attribuzione di altre prestazioni sociali o assistenziali erogate dallo stato. L’indennità viene erogata al “solo titolo della minorazione”, cioè indipendentemente dal reddito personale, coniugale o familiare dell’avente diritto. 

La domanda 

I requisiti vengono accertati da una Commissione operante presso ogni Asl. Il verbale emesso viene poi verificato dall’Inps, che può convalidarlo o richiedere un’ulteriore visita. L’indennità viene corrisposta, in presenza dei requisiti sanitari, dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda amministrativa. 

La cumulabilità della prestazione 

L’indennità non è cumulabile con analoghi trattamenti di accompagnamento concessi per invalidità contratte per causa di guerra, di lavoro o di servizio. Tuttavia, è cumulabile con tutti gli altri trattamenti assistenziali e previdenziali (pensioni dirette o indirette) erogati dagli enti di previdenza. La prestazione è compatibile anche con lo svolgimento di attività lavorativa senza alcun limite di reddito. 

Le condizioni di erogabilità 

Sono esclusi dal diritto all’indennità di accompagnamento gli invalidi ricoverati gratuitamente in istituto di degenza o per fini riabilitativi. Il day hospital non è considerato ricovero e pertanto non influisce sull’erogazione dell’indennità di accompagnamento. Secondo la legge, per ricovero gratuito si intende quello con retta o mantenimento a totale carico di un Ente pubblico. Di conseguenza, l’indennità compete anche quando il contributo della Pubblica Amministrazione copre solo una parte della retta di ricovero. 

La tua domanda 

Per richiedere assistenza e consulenza per la domanda di Indennità di Accompagnamento, prenota qui il tuo appuntamento o trova la nostra sede più vicina. 

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Lunedì, 14 Ottobre 2024 06:37

BONUS NATALE 2024

Che requisiti servono?

100 euro, quindi, che andranno a rinforzare le tredicesime del 2024 e che non verranno conteggiati ai fini Irpef, ma che saranno vincolati a una richiesta esplicita da parte del lavoratore al proprio sostituto d’imposta. In altre parole per riceverli bisognerà prima chiederli, nessuna erogazione automatica, anche perché la platea dei beneficiari verrà circoscritta ai dipendenti in possesso di due requisiti precisi (non alternativi):

  • un reddito lordo annuo non superiore a 28.000 euro
  • la presenza del coniuge e di almeno un figlio (entrambi a carico)

 

Per quanto riguarda il requisito del coniuge, e la polemica sui genitori single e le coppie di fatto, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito definitivamente la situazione. Il coniuge deve essere "non legalmente ed effettivamente separato", ma non deve per forza esserci un matrimonio: il termine, infatti, si applica anche alle unioni civili.

In alternativa, ci deve essere un "nucleo familiare cosiddetto monogenitoriale". La famiglia monogenitoriale esiste se l'altro genitore è deceduto , oppure "non ha riconosciuto i figli" nati fuori dal matrimonio, oppure i figli sono adottati da un solo genitore, e la persona che richiede il bonus "non è coniugata", oppure è separata.

Le coppie di fatto sono escluse dal bonus?

L'Agenzia specifica però che non sono escluse le coppie di fatto, se il figlio in questione ha un solo genitore: "La situazione di convivenza more uxorio non preclude, ferma restando la sussistenza degli altri requisiti, la spettanza del bonus".

Se invece il figlio ha due genitori, non può ricevere il bonus chi "convive con l’altro genitore in un rapporto affettivo stabile dichiarato all’anagrafe comunale", oppure chi "convive con l’altro genitore senza alcuna formalizzazione all’anagrafe comunale", e ancora chi ha il figlio a carico ma "con una terza persona (in un rapporto affettivo dichiarato o meno all’anagrafe comunale)". In questi casi, infatti, risulta che ci sono due genitori, ma nessuno dei due ha un coniuge fiscalmente a carico.

 

Bonus Natale 2024: come si ottiene

Per avere il bonus da 100 euro, il dipendente deve "presentare al datore di lavoro una richiesta scritta in cui dichiara di averne diritto". Un'autocertificazione, quindi, in cui si indica il codice fiscale del coniuge a carico (se c'è) e quello del figlio o dei figli fiscalmente a carico. Nell'autocertificazione bisogna affermare esplicitamente che si hanno tutti i requisiti di reddito e i requisiti familiari previsti dalla legge.

Chi fa più di un lavoro part time può scegliere a quale datore di lavoro presentare la richiesta. Non sono chiare le tempistiche per la consegna di questo documento, ma chiaramente andrà consegnato prima che partano i pagamenti della tredicesima. Da parte sua, il datore di lavoro è tenuto a conservare le autocertificazioni in caso di controlli. Una volta erogata la somma, la potrà recuperare come credito da utilizzare in compensazione.


Chi rispetta i requisiti indicati, e durante l'anno ha lavorato, ma al momento non ha un lavoro, potrà detrarre la somma che gli spetta dalla prossima dichiarazione dei redditi. Al contrario, nel caso in cui un lavoratore ottenga una somma troppo alta, ma poi l'azienda non abbia più la possibilità di pagare la quota in eccesso, questa dovrà essere restituita con la dichiarazione dei redditi.

Come cambia l'importo del bonus in base a orari e contratti di lavoro
Il bonus Natale può valere al massimo 100 euro, netti perché non saranno tassati. Questo importo è "riproporzionato" rispetto al periodo lavorato durante l'anno. A contare saranno i giorni lavorati nel corso del 2024: chi ha lavorato per tutto l'anno avrà 100 euro, chi solo per sei mesi 50 euro, e così via. In ogni caso, a essere calcolato non è l'orario di lavoro: ad esempio, non c'è nessuna riduzione per chi ha svolto un lavoro part time.

 

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