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Domenica, 20 Ottobre 2024 12:05

Congresso delle ACLI di Vicenza aps. Gli ottant'anni delle Acli non un punto di arrivo, ma di partenza

Per il Congresso dei loro primi ottant’anni, le ACLI di Vicenza aps hanno scelto la Città di Schio, luogo dove è sorto il primo circolo operaio cattolico italiano, dove la lungimiranza di Alessandro Rossi ha fatto nascere un tessuto sociale ed economico che non ha avuto pari nella nostra Nazione per decenni. Ed il tema scelto dall’Associazione è incentrato su due principi importanti: pace e coraggio, sui quali le Acli intendono incardinare l’azione del prossimo quadriennio.

Il 19 ottobre scorso, la mattinata al Faber Box, dopo i saluti del sindaco di Schio, Cristina Marigo, e del direttore della Caritas diocesana vicentina, don Enrico Pajarin, è proseguita con un’articolata relazione del presidente uscente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon, che ha spaziato dai temi delle guerre nel mondo alla salvaguardia dell’ambiente, sino ad arrivare al mondo del lavoro oggi ed al futuro dell’Associazionismo berico.

Conflitti armati. “Dopo la Seconda guerra mondiale – ha spiegato il presidente Cavedon agli oltre cento delegati riunitisi al Faber Box di Schio, per l’elezione del nuovo Consiglio provinciale delle ACLI di Vicenza aps – il numero di guerre nel mondo non è mai sceso sotto il centinaio. Ciò significa che, ogni anno, ci sono almeno cento conflitti armati in corso, per un totale di 238 mila morti annui”.

La conflittualità nell’UE. “Servirà attuare politiche e riforme in Europa – ha aggiunto il presidente Cavedon – al fine di raggiungere una vera integrazione culturale democratica che si basi su un comune senso di appartenenza, oltre che al conseguimento di finalità economiche”.

Crisi della democrazia e conflitti tra cittadini e istituzioni. “Quando i cittadini non si sentono né rappresentati né protetti – ha sottolineato il presidente Cavedon - il rischio che anche gli stessi politici arrivino a crederlo è reale. Gran parte della deriva del senso democratico a cui stiamo assistendo ce l’hanno i cittadini, tra cui i “cattolici”, che nell’ultimo rapporto Censis vengono definiti come sonnambuli, impauriti e rinunciatari nel loro atteggiamento politico, ed i politici stessi, prigionieri dell’opinione pubblica, delle urgenze che sovrastano una rigorosa pianificazione politica, che porta risultati in anni o decenni”.

I conflitti socioeconomici. Eurostat segnala che migliorano gli indici dell’Italia sul lavoro, ma sono sotto i valori medi dell’UE. In particolare, il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni in Italia cresce dal 64,8% del 2022 al 66,3% del 2023, ma in UE è cresciuto dal 74,6% al 75,3%. I Neet sono scesi al 16,1%, ma in UE siamo all’11,2%. La disoccupazione di lunga durata (almeno un anno) migliora al 4,2%, ma in Europa la media è del 2,1%. E l’Italia è quasi fanalino di coda in Europa quanto a reddito reale lordo disponibile delle famiglie: dal 2008 al 2023 il reddito è sceso del 6,26%.

La situazione vicentina è migliore, ma non mancano elementi di preoccupazione, come ha evidenziato il presidente Cavedon: “Secondo la Camera di Commercio di Vicenza, abbiamo avuto tra il 2019 e il 2023 un calo di imprese pari al 4,9%, ma migliorano i segnali della ripresa post-pandemica nei bilanci delle società di capitali vicentine, con aumento del valore aggiunto di quattro miliardi. A questa situazione imprenditoriale seguono dati sulla disoccupazione provinciale sicuramente positivi, con un tasso di disoccupazione che è meno della metà di quello nazionale (Italia 7,8%, Vicenza 3,6%). Il tasso di occupazione (15-64 anni) in Italia è del 61,5%, mentre a Vicenza del 70%. Resta la tensione sul mercato del lavoro: per le imprese è difficoltoso reperire il 56% delle figure in entrata. L’export vicentino (23 miliardi di euro) diminuisce nel 2023 del 2,4%, tuttavia Vicenza mantiene la terza posizione per valore del fatturato, dopo Milano e Torino. Nota dolente il gender pay gap, che è presente in tutti i ruoli, e a parità di giornate lavorate in un anno una lavoratrice riceve in media quasi 19 mila euro contro i 27 mila di un collega”.

Il lavoro: povero e che non piace. “C’è la necessità di rimettere soldi in tasca ai lavoratori – ha spiegato il presidente Cavedon - attraverso interventi strategici e reali. Non basta tagliare il cuneo fiscale per un anno o sforbiciare l’Irpef solo per alcuni livelli di reddito: si deve affrontare il tema del costo della vita. Occorre attivare una filiera di formazione continua sia per chi è disoccupato, che per chi ha un’occupazione, in quanto le competenze sono oggi la vera tutela del lavoratore, giovane, donna o over 50 che sia. Ma oltre ad un lavoro povero, siamo in presenza di un lavoro che piace sempre meno: solo l’8% dei dipendenti si dichiara attivamente impegnato e il 25% afferma di sentire tristezza quando pensa al lavoro. Creare un ambiente di lavoro basato su fiducia, cooperazione e benessere è fondamentale per la produttività e la sopravvivenza dell’azienda”.

Il futuro dell’Associazionismo. “È difficile fare associazione al giorno d’oggi, prova ne sia lo scioglimento di almeno una trentina di realtà nella nostra provincia da inizio anno. La burocrazia sempre più impegnativa, la difficoltà di agganciare i giovani, che partecipano volentieri alle iniziative proposte, ma non vogliono tesserarsi, preferendo esplorare più che impegnarsi attivamente, la tecnologia che frena la voglia di incontrarsi e di parlarsi vis a vis. Tutto questo per dire – ha concluso il presidente Cavedon – che gli ottant'anni delle Acli non sono un punto di arrivo, bensì un punto di partenza”.

Dopo la riflessione proposta da don Matteo Pasinato, che da anni accompagna le ACLI di Vicenza aps in un percorso di crescita spirituale, il direttore generale delle ACLI di Vicenza aps, Andrea Luzi ed il consigliere provinciale dell’Associazione, Massimo Zilio, hanno illustrato le sfide associative per il prossimo quadriennio.

La giornata si è conclusa con la proclamazione dei Consiglieri provinciali eletti e la comunicazione dei delegati ai Congressi regionale e nazionale.

I Consiglieri provinciali sono: Jonathas Biagioni, Anna Bizzotto, Arianna Bordignon, Giuseppe Brighenti, Annalisa Carollo, Daniela Cattani, Matteo Crestani, Barbara Agnese Della Libera, Francesco Fietta, Oreste Fraccaro, Mauro Gramola, Renzo Grison, Andrea Luzi, Germano Martini, Sergio Meneguzzo, Daniela Menon, Sergio Michelazzo, Dimitri Piotto, Gilberto Pisanello, Roberto Riccioni, Eleonora Scremin, Valeria Siviero, Gianni Luigi Spagnolo, Giulia Vanin, Alessandra Visonà, Pierpaolo Vissà, Elisabetta Zanon, Massimo Giuseppe Zilio e Serafino Angelo Zilio.

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