Articoli filtrati per data: Novembre 2024
BONUS NATALE 2024
Che requisiti servono?
100 euro, quindi, che andranno a rinforzare le tredicesime del 2024 e che non verranno conteggiati ai fini Irpef, ma che saranno vincolati a una richiesta esplicita da parte del lavoratore al proprio sostituto d’imposta. In altre parole per riceverli bisognerà prima chiederli, nessuna erogazione automatica, anche perché la platea dei beneficiari verrà circoscritta ai dipendenti in possesso di due requisiti precisi (non alternativi):
- un reddito lordo annuo non superiore a 28.000 euro
- la presenza del coniuge e di almeno un figlio (entrambi a carico)
Per quanto riguarda il requisito del coniuge, e la polemica sui genitori single e le coppie di fatto, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito definitivamente la situazione. Il coniuge deve essere "non legalmente ed effettivamente separato", ma non deve per forza esserci un matrimonio: il termine, infatti, si applica anche alle unioni civili.
In alternativa, ci deve essere un "nucleo familiare cosiddetto monogenitoriale". La famiglia monogenitoriale esiste se l'altro genitore è deceduto , oppure "non ha riconosciuto i figli" nati fuori dal matrimonio, oppure i figli sono adottati da un solo genitore, e la persona che richiede il bonus "non è coniugata", oppure è separata.
Le coppie di fatto sono escluse dal bonus?
L'Agenzia specifica però che non sono escluse le coppie di fatto, se il figlio in questione ha un solo genitore: "La situazione di convivenza more uxorio non preclude, ferma restando la sussistenza degli altri requisiti, la spettanza del bonus".
Se invece il figlio ha due genitori, non può ricevere il bonus chi "convive con l’altro genitore in un rapporto affettivo stabile dichiarato all’anagrafe comunale", oppure chi "convive con l’altro genitore senza alcuna formalizzazione all’anagrafe comunale", e ancora chi ha il figlio a carico ma "con una terza persona (in un rapporto affettivo dichiarato o meno all’anagrafe comunale)". In questi casi, infatti, risulta che ci sono due genitori, ma nessuno dei due ha un coniuge fiscalmente a carico.
Bonus Natale 2024: come si ottiene
Per avere il bonus da 100 euro, il dipendente deve "presentare al datore di lavoro una richiesta scritta in cui dichiara di averne diritto". Un'autocertificazione, quindi, in cui si indica il codice fiscale del coniuge a carico (se c'è) e quello del figlio o dei figli fiscalmente a carico. Nell'autocertificazione bisogna affermare esplicitamente che si hanno tutti i requisiti di reddito e i requisiti familiari previsti dalla legge.
Chi fa più di un lavoro part time può scegliere a quale datore di lavoro presentare la richiesta. Non sono chiare le tempistiche per la consegna di questo documento, ma chiaramente andrà consegnato prima che partano i pagamenti della tredicesima. Da parte sua, il datore di lavoro è tenuto a conservare le autocertificazioni in caso di controlli. Una volta erogata la somma, la potrà recuperare come credito da utilizzare in compensazione.
Chi rispetta i requisiti indicati, e durante l'anno ha lavorato, ma al momento non ha un lavoro, potrà detrarre la somma che gli spetta dalla prossima dichiarazione dei redditi. Al contrario, nel caso in cui un lavoratore ottenga una somma troppo alta, ma poi l'azienda non abbia più la possibilità di pagare la quota in eccesso, questa dovrà essere restituita con la dichiarazione dei redditi.
Come cambia l'importo del bonus in base a orari e contratti di lavoro
Il bonus Natale può valere al massimo 100 euro, netti perché non saranno tassati. Questo importo è "riproporzionato" rispetto al periodo lavorato durante l'anno. A contare saranno i giorni lavorati nel corso del 2024: chi ha lavorato per tutto l'anno avrà 100 euro, chi solo per sei mesi 50 euro, e così via. In ogni caso, a essere calcolato non è l'orario di lavoro: ad esempio, non c'è nessuna riduzione per chi ha svolto un lavoro part time.
Giornata dei Nonni. Oltre 200 mila nella provincia di Vicenza, veri angeli a protezione delle famiglie
“Se non ci fossero gli anziani molte famiglie, specie le più giovani, non potrebbero esistere. I Nonni rappresentano, senza timore di smentita, il collante indispensabile per tenere uniti i nuovi nuclei familiari, nonché la colonna importante degli stessi nella quotidiana gestione dei figli e di molte incombenze domestiche”. Con queste parole il segretario dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi, interviene in occasione della Giornata dei Nonni, riflettendo sul loro ruolo e sull’importante numero che interessa anche il Vicentino.
“Sono oltre 200 mila i nonni in provincia di Vicenza, considerando tali gli over 65 residenti nel territorio berico. Stando all’ultimo censimento Istat – prosegue il segretario Luzi - tra i 65 ed i 69 anni ci sono oltre 48 mila vicentini, mentre sono 45 mila quelli che rientrano nel segmento compreso tra 70 e 74 anni. I vicentini che hanno compiuto i 75 anni e sfiorano gli 80 sono oltre 38 mila. A preoccupare, però, è il dato relativo ai nuovi nati. Nei 12 mesi monitorati dall'Istat, nel 2021, il bilancio demografico è negativo: in provincia ci sono stati 6.163 nuovi nati, mentre le persone che hanno perso la vita sono state in tutto 8.751. Un trend che speriamo vivamente possa invertire la tendenza rapidamente, magari proprio contando sul prezioso apporto familiare degli anziani”.
Gli over 65, i più attivi, ma non certo gli unici, rappresentano una risorsa familiare e sociale straordinaria ed irrinunciabile per le comunità in cui si rendono disponibili anche nel volontariato.
“I nostri anziani sono una straordinaria risorsa – conclude il segretario Luzi – e non si adoperano soltanto nell’ambito familiare, dove il ruolo che rivestono è fondamentale, ma anche in diversi ambiti del sociale, dal volontariato sanitario a quello giovanile e sportivo. Un potenziale di sapere ed esperienza che, giorno dopo giorno, dobbiamo apprezzare e valorizzare sempre di più”.
Assegno di maternità 2024: requisiti e nuovo importo
Se sei una lavoratrice precaria o discontinua e diventi mamma quest’anno, scopri se hai diritto al sostegno economico dello Stato e come richiederlo.
Cos’è l’assegno di maternità dello Stato
L’assegno di maternità dello Stato è una prestazione economica che viene riconosciuta alle madri che non hanno diritto all’indennità di maternità prevista dalla legge per le lavoratrici dipendenti e autonome. Si tratta di un aiuto per le mamme che hanno lavorato in modo precario o discontinuo, o che hanno perso il lavoro prima o dopo la nascita del bambino.
L’assegno è erogabile anche in caso di adozione o affidamento di un minore, e può spettare anche al padre in alcune situazioni particolari, come l’affidamento esclusivo, l’abbandono o il decesso della madre.
L’importo dell’assegno di maternità dello Stato per l’anno 2024 è stato aggiornato e ammonta a 2.488,14 euro, da corrispondere in un’unica soluzione.
Chi può richiederlo
Per avere diritto all’assegno di maternità dello Stato, bisogna soddisfare alcuni requisiti di cittadinanza, residenza e contribuzione.
- Cittadinanza: possono richiedere l’assegno le madri cittadine italiane o comunitarie, o loro familiari titolari di carta di soggiorno, o le madri cittadine extracomunitarie in possesso del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo, o del permesso unico per lavoro che autorizza il lavoro per periodi superiori a 6 mesi, nonché del permesso per motivi di ricerca valido per periodi superiori a 6 mesi.
- Residenza: bisogna risiedere in Italia al momento della nascita o dell’ingresso del minore in famiglia, nel caso di adozione o affidamento.
- Contribuzione: la madre lavoratrice, o ex-lavoratrice con rapporto di lavoro cessato per recesso (anche volontario), deve aver versato almeno 3 mesi di contributi nel periodo compreso fra i 18 e i 9 mesi precedenti la nascita del bambino. La madre che abbia lavorato almeno 3 mesi e abbia avuto diritto a una prestazione dell’Inps (malattia o disoccupazione, ecc.), deve fare in modo che, fra la data del parto e quella di cessazione del diritto alla prestazione, non sia trascorso un periodo superiore alla durata della prestazione stessa (in ogni caso non superiore a nove mesi).
L’assegno di maternità dello Stato non è cumulabile con le altre prestazioni a sostegno della maternità percepite a qualsiasi titolo; tuttavia, se l’importo dell’assegno dello Stato è superiore a quello delle prestazioni di maternità già riscosse, la madre può fare richiesta per la quota differenziale.
Come richiederlo
Per ottenere la prestazione, bisogna presentare domanda all’Inps entro sei mesi dalla nascita o dall’effettivo ingresso del minore in famiglia, nel caso di adozione o affidamento.
Se vuoi verificare la tua situazione e avere una consulenza personalizzata, il Patronato Acli è a tua disposizione.
Puoi fissare un appuntamento in autonomia, direttamente dal sito web, nella sezione Prenota il tuo Appuntamento, oppure contattarci telefonicamente o via email.
Ti aiuteremo a valutare i tuoi diritti e a presentare la domanda per l’assegno di maternità dello Stato.
“Il coraggio della pace”: al via la stagione congressuale delle Acli nel segno del dialogo e dell’impegno
Il Congresso Acli del 2024 ha per tema “Il coraggio della pace”: un percorso di democrazia interna all’Associazione che coinvolgerà le socie ed i soci che animano i circoli di tutta Italia. Il Congresso, che terminerà a novembre con l’elezione del Presidente nazionale delle Acli, dei presidenti regionali, provinciali e dei circoli, sarà uno spazio di confronto sul futuro dell’Associazione, partendo dalla pace e dalle sue molteplici declinazioni.
“Sono sotto i nostri occhi le conseguenze di “non scelte”, di rimandi colpevoli, di occasioni perdute”, spiega Manfredonia, presidente nazionale Acli. “Sta venendo meno la possibilità di convivere senza dover competere o addirittura eliminare l’altro per poter vivere. Se è messa in discussione la fraternità, lo è sempre anche la persona umana. Non possiamo accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti. Ripudiare la guerra significa anche arrestarne la progressione, prima che accada l’irreparabile”.
“Per questo – continua Manfredonia – la grande sfida a cui le Acli devono rispondere è la partecipazione. Oggi tutto ci spinge ad essere passivi, ma noi non perdiamo la passione delle relazioni che implica il rimboccarsi le maniche, l’aspettare e l’agire. C’è una nuova stagione da affrontare e dobbiamo esercitarci al dialogo con tutti, agire nel politico proprio perché manca la politica. In questi mesi dobbiamo rilanciare una linea che oggi ci vede parte integrante della Chiesa sinodale di Papa Francesco; ci vede protagonisti della Via Maestra, un patto tra tante organizzazioni che sostengono l’applicazione della Costituzione come antidoto all’antipolitica, al populismo e come via per rinvigorire i rapporti tra cittadino ed istituzioni andando a rafforzare quegli istituti che di fatto eliminano le disparità tra i cittadini, partendo dall’istruzione, dalla sanità, dal lavoro dignitoso, dal diritto alla casa, ad una famiglia, alla natalità. È questo l’obiettivo di questo Congresso: vivere questo percorso democratico nell’anno in cui la nostra Associazione compie 80 anni come uno spingerci più in là, consapevoli del ruolo che svolgiamo nella società”.
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Cos’è la pensione integrativa?
La pensione integrativa è una forma di risparmio che si aggiunge alla pensione erogata dal sistema pubblico. È una forma di previdenza complementare che ha come finalità quella di garantire risorse sufficienti per mantenere un tenore di vita adeguato anche dopo aver smesso di lavorare
Ma cosa si intende esattamente per pensione integrativa?
Questa è essenzialmente una forma di previdenza complementare.
La previdenza complementare è una forma di previdenza privata e volontaria che si aggiunge a quella obbligatoria, ma non la sostituisce.
Aderire alla previdenza integrativa significa accantonare regolarmente in una forma pensionistica complementare (fondo pensione negoziale, fondo pensione aperto, PIP) una parte dei tuoi risparmi durante la vita lavorativa per ottenere una pensione che integri quella di base, cioè quella corrisposta dagli enti di previdenza obbligatoria come l’INPS e le casse professionali.
Chi può aderire a forme di previdenza complementare?
La risposta è abbastanza semplice: alla previdenza complementare possono aderire praticamente tutti:
Questa è un'altra importante differenza rispetto alla previdenza obbligatoria, che comporta il versamento dei contributi soltanto da parte di chi svolge un'attività lavorativa non occasionale.
Come funziona la deduzione fiscale dei fondi pensione?
Tra le deduzioni fiscali previste in Italia figura anche quella relativa ai contributi versati al fondo pensione, che si ottiene fin dal primo anno di adesione e per tutti gli anni successivi, finché l’aderente versa i propri contributi al fondo.
Nello specifico, i contributi versati possono essere dedotti annualmente fino al limite massimo di 5.164,57 euro.
Proviamo a chiarire il concetto, riportando di seguito l’esempio di un lavoratore in possesso dei seguenti requisiti:
- reddito imponibile pari a 30.000 euro;
- contributi al fondo pensione versati nell’anno pari a 4.000 euro.
Gli scaglioni IRPEF sono i seguenti:
- aliquota al 23%, fino a 28000 euro;
- aliquota al 35%, tra i 28.001 e i 50.000 euro;
- aliquota al 43%, oltre i 50.000 euro.
Nel caso del nostro lavoratore, grazie alla deduzione vedrà passare il suo reddito imponibile da 30.000 a 26.000 (sottraendo i 4.000 euro di contributi), risparmiando imposte che vengono "rimborsate" tramite il modello 730.
Aspevi Acli ha predisposto un’efficace e conveniente proposta per un Piano Individuale Pensionistico che permette l’erogazione di una pensione complementare.
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345 625 9877
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Il supplemento di pensione avviene solo a domanda
Se sei andato in pensione ma hai continuato a lavorare, sai che puoi richiedere il supplemento e aumentare l’importo della tua pensione? Si tratta di un’opportunità che ti permette di valorizzare i contributi versati dopo il pensionamento, ricalcolando la tua pensione in base alla situazione aggiornata.
Il supplemento di pensione è un incremento della propria pensione in pagamento che viene liquidato a coloro che hanno effettuato il versamento di contributi anche in periodi successivi alla data di decorrenza di percezione del trattamento pensionistico. Il supplemento di pensione avviene solo a domanda.
Il Patronato Acli ti offre una consulenza personalizzata per valutare la tua situazione e inviare la domanda all’INPS.
Per ottenere il supplemento, devi fare domanda in un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni dalla data del pensionamento. Non è previsto un periodo minimo o massimo di lavoro dopo la pensione, ma è importante sapere che il supplemento non prevede il pagamento di importi arretrati, quindi conviene richiederlo al momento più opportuno.
Come fare per verificare se hai diritto al supplemento e come richiederlo? Ti basta contattare il Patronato Acli, che ti offre una consulenza personalizzata per valutare la tua situazione e inviare la domanda. Puoi fissare un appuntamento in autonomia, direttamente dal sito web, nella sezione Prenota il tuo Appuntamento, oppure contattare la sede più vicina del Patronato Acli.
Il Patronato Acli è al tuo fianco per aiutarti a tutelare i tuoi diritti.
Agevolazioni prima casa
IMPORTANTI NOVITA’ PER CHI ACQUISTA CASA
UNA SERIE DI AGEVOLAZIONI PER FAVORIRE CHI COMPERA LA PRIMA CASA DI ABITAZIONE
Essere proprietari della casa in cui si abita è la prima aspirazione, soprattutto delle giovani coppie e in genere di quanti vogliono dare stabilità alla propria condizione sociale e lavorativa.
Nel momento in cui riparte il mercato immobiliare con la riduzione dei tassi di interesse, arrivano importanti agevolazioni per chi compie questo passo importante e impegnativo.
Si tratta della riduzione dell’imposta di registro (o dell’IVA se si acquista da imprese), esonero della imposta di bollo, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie, detrazione dall’IRPEF degli interessi passivi sui mutui ipotecari.
Condizione essenziale è che si tratti della casa in cui si risiede o nella quale si porti la propria residenza entro 18 mesi dall’acquisto.
Sono comunque escluse le abitazioni di lusso ed è utile dichiarare per l’acquisto il valore catastale, evitando verifiche, sanzioni e perdita dei benefici.
Argomenti
Pensione di vecchiaia: non lasciare nulla al caso
Se stai pensando di andare in pensione di vecchiaia, devi sapere che ci sono dei requisiti anagrafici e contributivi da rispettare. Inoltre, è importante controllare che il tuo estratto conto contributivo sia corretto e aggiornato, per evitare ritardi o problemi nella liquidazione della tua pensione.
Verifica i tuoi requisiti e la tua posizione contributiva con il Patronato Acli
Per la pensione di vecchiaia, devi avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. In alcuni casi, puoi chiedere la pensione di vecchiaia con almeno 15 anni di contributi, se hai versato prima del 31 dicembre 1992 o se sei stato autorizzato ai versamenti volontari prima di quella data.
Questi requisiti non sono cambiati nel 2024, ma potrebbero variare in futuro. Per questo, è bene informarsi per tempo e verificare la tua situazione previdenziale con l’aiuto di un consulente previdenziale.
Il Patronato Acli è a tua disposizione per offrirti una consulenza personalizzata e gratuita. Ti aiuteremo a esaminare il tuo estratto conto contributivo, a correggere eventuali errori o lacune, a valutare le tue opzioni e a presentare la domanda di pensione all’INPS, nel modo più semplice e sicuro.
Non lasciare nulla al caso: prenota ora il tuo appuntamento con il Patronato Acli, direttamente dal sito web, nella sezione Prenota il tuo Appuntamento, o contattaci presso la sede più vicina. Ti aspettiamo!