Emanato il Decreto Ministeriale che prevede, in via provvisoria, l’aumento delle pensioni dal 1° di gennaio 2023 sulla base delle variazioni Istat (c.d. perequazione automatica).
La perequazione automatica
La perequazione automatica è il meccanismo di rivalutazione dell’importo delle pensioni adeguato all’aumento del costo della vita determinato dall’ISTAT. Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica.
Il decreto ministeriale ha fissato gli aumenti dei trattamenti pensionistici nella misura del 7,3 %, valore provvisorio che sarà rivisto alla fine del 2023, a decorrere dal 1° gennaio 2023.
Bisogna considerare che con la mensilità delle pensioni di settembre e ottobre 2022 sono stati pagati degli acconti della rivalutazione. Facciamo un esempio: per un pensionato con importo mensile lordo inferiore a euro 2.692, l’acconto erogato era pari al 2 %, pertanto a gennaio 2023 riceverà un aumento del 5,3 %.
I pensionati con importo lordo superiore a euro 2.692 non hanno viceversa ricevuto l’acconto e pertanto a gennaio 2023 avranno l’incremento del 7,3 % con i criteri riportati al paragrafo “Pensioni superiori al minimo”.
Pensioni minime 2023
Se da una parte della maggioranza di Governo inizialmente si era sostenuta la linea di aumentare le pensioni minime a 1.000 euro al mese, davanti all’evidente impossibilità di sostenerne il costo, queste pensioni forse potrebbero avere un incremento a meno di 600 euro mensili (più esattamente si parla di 570 euro), rispetto all’importo già definito, dal 1/1/2023, per effetto della perequazione automatica, di 563,73 euro mensili.
Le pensioni integrate al trattamento minimo saranno aumentate da euro 525,38 (importo mensile 2022) a euro 563,73 da gennaio 2023, con un incremento di 38,25 al mese per 13 mensilità.
Sempre riguardo le pensioni minime si parla di assicurare comunque l’aumento mensile a 600 euro limitatamente agli ultra 75enni o di legare eventuali ulteriori aumenti all’ISEE (ma quest’ultima ipotesi sembrerebbe già accantonata per difficoltà applicative intrinseche).
Pensioni superiori al minimo
I trattamenti pensionistici non vengono aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipende dalle fasce di reddito relazionate all’importo del trattamento minimo:
- 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
NOVITÀ LEGGE DI BILANCIO (in aggiornamento)
Nel travagliato testo della Legge di Bilancio 2023, oggetto di discussione e di emendamenti da parte delle forze politiche, le possibili novità inerenti gli importi delle pensioni, a prescindere degli aumenti che verranno riconosciuti dal prossimo 1° di gennaio per effetto della perequazione automatica, non sono molte e riguardano le pensioni minime. Bisognerà aspettare l’approvazione definitiva della manovra entro la scadenza del 31 dicembre per avere le certezze.
fonte- www.patronato.acli.it