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Venerdì, 16 Aprile 2021 10:36

Le ACLI di Vicenza aps promuovono un corso di lingua italiana per favorire l’integrazione

 

Non si può vivere in un paese senza conoscerlo. E sapersi destreggiare con la lingua locale è una delle prime esigenze per poter far parte di una comunità, senza sentirsi a disagio e sapendo entro quali confini è possibile agire nel rispetto delle norme.

“È proprio con questo spirito – spiega il presidente provinciale delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – che abbiamo pensato ad un corso base di italiano per stranieri. L’integrazione è per la nostra Associazione una priorità, per combattere le disuguaglianze e consentire ad ogni persona di poter “competere” alla pari. Conoscere la lingua significa non provare disagio nel territorio in cui si vive, ma al contempo essere accolti ed accettati da chi lo vive. Parlare l’italiano, inoltre, consente agli stranieri che si trovano nel nostro Paese di destreggiarsi con le norme, non sempre semplici, che lo regolamento, così come con la burocrazia, dalla quale non si può prescindere”.

Le attività formative inizieranno a maggio 2011 e le iscrizioni sono già aperte (chiusura richieste entro il 23 aprile 2021). Per iscriversi o per ricevere informazioni sarà sufficiente inviare una mail con i propri dati, nome, cognome e telefono, all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Le lezioni si terranno il lunedì, mercoledì e giovedì, dalle ore 18 alle 20, al Centro parrocchiale di Ospedaletto, in via Girotti n. 6 a Vicenza.

L'iniziativa, realizzata in collaborazione con don Marco Bedin, parroco della Parrocchia di Ospedaletto, rientra nell’ambito del progetto "Le ACLI di Vicenza aps al servizio della rete dei propri circoli, delle persone e della comunità", finanziato con risorse del 5 per mille Irpef - anno 2018.

“Si tratta dell’ennesima iniziativa promossa dalle ACLI di Vicenza aps – conclude il presidente Cavedon – resa possibile grazie alle preziose risorse del 5 per mille Irpef. Realizzare queste attività è qualificante per l’Associazione, ma rappresenta anche il modo per restituire a chi dona il 5 per mille ciò che viene fatto per la comunità. Promuovere l’integrazione degli stranieri nel nostro territorio, infatti, è un atto di civiltà e di buon senso, nonché una scelta che guarda al futuro ed allo sviluppo della nostra rete sociale ed economica”.

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