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“Ci sono 169,5 anziani con più di 65 anni ogni 100 bambini e si stima che nel 2031 saranno oltre 200. In Veneto gli over 65 sono il 22,9 per cento della popolazione e nel Vicentino sono quasi 190 mila, corrispondenti al 22 per cento della popolazione. Ma ciò che più fa riflettere è che sei persone su dieci vivono da sole, con tutte le conseguenze che ne derivano per la quotidianità. Si vive bene fino a 75 anni, ma dopo si presentano una o più malattie e le condizioni di salute tendono nel tempo a peggiorare”.

Con queste parole il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison, è intervenuto ieri pomeriggio in occasione del primo incontro, svoltosi nella sede provinciale Acli di Vicenza, del ciclo seminariale “Per una comunità a misura di anziani” promosso dall’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza. Sul tema: “È possibile un paese a misura di anziani? Le proposte della Fap Acli di Vicenza” ha portato la propria esperienza sul campo il vicesindaco ed assessore alle Politiche sociali del Comune di Schio, Cristina Marigo.

“Schio è ricca di realtà associative, ma non solo, che sanno intercettare i bisogni e tradurli in progetti concreti, anche con la partnership delle istituzioni. E questa è una grande forza – ha spiegato il vicesindaco Marigo – perché il lavoro in team del privato-sociale consente di accedere a finanziamenti dai quali i singoli sarebbero esclusi. Ed il cittadino è sempre al centro di questi percorsi”.

Con il comune di Schio anche le ACLI di Vicenza aps si sono messe in gioco, attraverso le risorse del 5 per mille dell’Irpef, per sostenere un progetto dalla forte connotazione sociale. “Il parco inclusivo, realizzato anche con l’importante sostegno delle ACLI di Vicenza aps – ha aggiunto il vicesindaco Marigo – è un esempio lampante di come sia possibile lavorare insieme per l’integrazione. Si tratta, infatti, di un parco completamente accessibile, il cui obiettivo principale è che si attivi una contaminazione naturale tra giovani ed anziani e tra bambini e disabili”.

Al centro dell’azione del Comune di Schio il Sociale. “Importante il nostro impegno sul fronte delle persone fragili. Nel 2022 abbiamo supportato con oltre 8600 ore di assistenza domiciliare le persone che ne hanno fatta richiesta. Un servizio – ha aggiunto il vicesindaco Marigo – che viene fornito senza liste d’attesa. E per gli anziani ancora autosufficienti abbiamo ricavato, grazie a due complessi ristrutturati, degli appartamenti “protetti” che, grazie ai servizi dell’Ipab La Casa, possono contare su servizi di supporto costanti, per poter vivere in autonomia, ma al tempo stesso con la certezza di poter contare su personale sempre presente e pronto a dare le giuste risposte”.

Sempre sul fronte del sostegno alle persone parzialmente autosufficienti, è attivo a Schio il servizio di consegna pasti a domicilio. “Nel 2022 abbiamo consegnato oltre 35 mila pasti a 219 persone che ne hanno fatta richiesta. Pasti che vengono consegnati attraverso degli Oss, in grado di osservare le condizioni degli utenti e segnalare eventuali problematiche, così da consentirci di intervenire prontamente. Dal punto di vista delle Sanità territoriale, infine, il comune di Schio è dotato di tre ambulatori infermieristici e due situati in collina, che consentono alla popolazione un accesso rapido ai servizi che non richiedono l’intervento di un medico o del pronto soccorso”.

“Giovani ed anziani sono la faccia della stessa medaglia – ha commentato il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi – entrambi sono energici e forti, ma le politiche al riguardo sono sempre poche. Gli anziani non vanno considerati come coloro che hanno già ricevuto, a causa dell’insostenibilità del sistema previdenziale, tanto più che svolgono da sempre un ruolo di “ammortizzatori sociali naturali” per le famiglie, sempre pronti a supportare, in termini di tempo, ma anche economici, figli e nipoti. Proprio per ridurre la distanza tra le generazioni, che spesso il digitale divide, la Fap Acli è da tempo impegnata ad emancipare la popolazione anziana rispetto all’uso delle nuove tecnologie, che spesso rappresentano uno scoglio per gli anziani. Così da tempo abbiamo attivato un servizio dedicato all’attivazione dello Spid e, parallelamente, a dei corsi rivolti agli anziani per utilizzarlo”.

A complimentarsi per l’iniziativa anche il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon: “la nostra Associazione da sempre ha un’attenzione particolare rispetto alle fasce deboli della popolazione, reputando che sia fondamentale garantire a tutti un livello minimo di dignità. Per questo il lavoro che la Fap Acli sta svolgendo nel territorio è importante e va compreso e sostenuto”.

Gli incontri proseguiranno il 25 maggio dalle 17 alle 18.30 sul tema “L’assistenza agli anziani fragili o non autosufficienti. Aspetti critici e prospettive”, con relatori il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison ed il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi.

L’ultimo incontro che chiuderà la rassegna è previsto, invece, per l’8 giugno dalle 17 alle 18.30 sul tema “Il sovraccarico assistenziale delle famiglie che si prendono cura degli anziani fragili o non autosufficienti”, con relatori il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison, Andrea Felline di Acli Service Vicenza Srl e Tiziana Ribic del Patronato Acli di Vicenza.

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“L’assistenza agli anziani fragili o non autosufficienti. Aspetti critici e prospettive” è il tema del secondo incontro del ciclo seminariale “Per una comunità a misura di anziani” promosso dall’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, che avrà luogo il 25 maggio dalle 17 alle 18.30 nella sede provinciale delle ACLI di Vicenza aps in Via Fermi 197 (ingresso dal 1° piano).

Ad affrontare il quanto mai attuale argomento saranno il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison ed il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi.

“L’iniziativa rientra nell’ambito dell’impegno assunto da tempo dall’Associazione – spiega il segretario provinciale dell’Associazione Fap Acli della provincia di Vicenza, Andrea Luzi – per la promozione della cultura dell’invecchiamento attivo ed al contempo per la difesa delle persone anziane fragili, con uno sguardo attento sull’azione delle istituzioni”.

Gli incontri si concluderanno l’8 giugno dalle 17 alle 18.30 con l’incontro sul tema “Il sovraccarico assistenziale delle famiglie che si prendono cura degli anziani fragili o non autosufficienti”, con relatori il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie, Renzo Grison, Andrea Felline di Acli Service Vicenza Srl e Tiziana Ribic del Patronato Acli di Vicenza.

“Le tematiche individuate per i tre pomeriggi della rassegna – conclude il segretario Luzi – sono di estrema attualità e vanno nella direzione di una corretta informazione alle famiglie con anziani, avendo ben presente che la popolazione anziana è crescente anche nel nostro territorio e, quando non rappresenta una risorsa per il sostegno delle famiglie, non va assolutamente abbandonata. Ci dobbiamo prendere cura dei nostri anziani nel modo giusto, con la consapevolezza delle opportunità che le istituzioni offrono alle famiglie per lenire le faticose incombenze che questo tipo di assistenza comporta”.

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Al via l’11 maggio 2023 il ciclo seminariale “Per una comunità a misura di anziani” promosso dall’ASSOCIAZIONE FAP ACLI DELLA PROVINCIA DI VICENZA.

Il Segretario provinciale Andrea Luzi sottolinea come con questa iniziativa l’Associazione prosegua il proprio impegno per la promozione della cultura dell’invecchiamento attivo ed al contempo per la difesa delle persone anziane fragili con uno sguardo attento sull’azione delle istituzioni.

Relatori del primo incontro, che si svolgerà a Vicenza l’11 maggio 2023 alle 17, saranno il responsabile provinciale Fap Acli alle Politiche Sociosanitarie Renzo Grison ed il vicesindaco ed assessore alle Politiche sociali del Comune di Schio Cristina Marigo

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Al via la prima iniziativa di turismo sociale 2023.Il Segretario provinciale Fap Acli di Vicenza Andrea Luzi evidenzia come l’ Associazione è impegnata a promuovere socialità ed il diritto alla felicità degli anziani, che si concretizza anche nel valorizzare esperienze di conoscenza della nostra splendida regione e delle sue tradizioni enogastronomiche. Primo appuntamento il 2 giugno a Burano, Murano e Torcello (vedasi programma e note organizzative allegate).

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Da una vita per il lavoro ad una vita oltre il lavoro. I cambiamenti in atto nella società vicentina” è il tema dell’incontro in programma il prossimo giovedì 4 maggio alle ore 20.30 in Sala Meridiana - Via G. Mazzini 42 a Breganze, a cura di Andrea Luzi, Direttore Generale di Acli Service Vicenza srl, profondo conoscitore della materia, anche per la sua già pluriennale esperienza in qualità di responsabile della Presidenza nazionale ACLI aps al Welfare e Reti di impresa e Presidente Nazionale Caf Acli srl.

La serata è la seconda della rassegna "I nuovi volti del Lavoro" promossa dalle ACLI di Vicenza aps e dal CIRCOLO ACLI DON PIERO CARPENEDO aps, che avranno luogo a Breganze in Sala Meridiana - Via G. Mazzini 42 a Breganze.

I relatori che interverranno alle serate affronteranno argomenti di estrema attualità ed analizzeranno com'è mutato il mercato del lavoro a seguito della pandemia da Covid-19.

“Il Covid-19, come un tornado, ha mutato gli scenari della società – spiega il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – i lavoratori sono stati rimescolati come delle carte da gioco. Sono nate nuove modalità di svolgere antiche attività, è stato introdotto lo smart working, ridisegnando i luoghi di lavoro, le abitudini di vita e, naturalmente, le relazioni interpersonali con i colleghi. La digitalizzazione si è imposta nel giro di poco tempo, per l’esigenza di far fronte ad una situazione oggettiva in cui l’isolamento appariva come l’unica carta da giocare. Oggi dobbiamo fare i conti, nel bene e nel male, con questo nuovo scenario del mercato del lavoro, che offre opportunità non trascurabili, ma richiede anche una certa attenzione e consapevolezza nell’agire quotidiano”.

Gli incontri proseguiranno giovedì 18 maggio alle ore 20.30 in Sala Meridiana - Via G. Mazzini 42 a Breganze, avrà luogo l’incontro sul tema: “Quale lavoro dopo la pandemia da Covid 19? Le figure professionali richieste dal sistema produttivo vicentino”, a cura di Massimo Giuseppe Zilio, consigliere provinciale delle ACLI di Vicenza aps. L’ultimo incontro, che chiuderà la rassegna, avrà luogo giovedì 8 giugno alle ore 20.30 in Sala Meridiana - Via G. Mazzini 42 a Breganze, sul tema: “Parità di genere nei luoghi di lavoro: una scelta di civiltà alla luce del PNRR. La situazione vicentina”, a cura di Andrea Luzi, Direttore Generale di Acli Service Vicenza srl.

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Ben 83.885 gli infortuni denunciati in Veneto nel 2022 (a fronte dei 69.427 dell'anno precedente), tra cui 113 con esito mortale (105 nel 2021). E Vicenza, dopo Verona (26) e Venezia (22), ha il triste primato di aver registrato, nel 2022, 19 vittime sul lavoro.

“Non si può pensare di andare al lavoro sapendo di avere un certo rischio di infortuni, di invalidità permanenti, o addirittura di morire – spiega il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – e troppo spesso si interviene a posteriori, quando l’infortunio è già avvenuto e questo è inaccettabile”.

La gestione dei rischi. Gli infortuni sono, il più delle volte, la risultante di un’interazione complessa tra aspetti strutturali, tecnici, organizzativi e procedurali e sanitari. Ed il “fattore umano” gioca un ruolo rilevante. Ma esistono gli strumenti che possono mettere in evidenzia i rischi, per affrontarli e correggerli.

La prevenzione. “In questo contesto appare evidente – prosegue il presidente Cavedon – che la formazione del personale e la prevenzione, a tutti i livelli, giocano un ruolo strategico. Tanto più nella nostra provincia, sempre più multietnica. Sono oltre 97 mila, infatti, i cittadini extracomunitari che attualmente risiedono nel territorio Berico, molti dei quali con difficoltà importanti di comunicazione, scaraventati nel mondo del lavoro, dove spesso si trovano ad utilizzare attrezzature in modo inadeguato e non supportato dalla men che minima formazione sotto il profilo tecnico e, in particolare, della sicurezza/sanità”.

Le aggressioni. Negli ultimi anni, però, accanto ai rischi “tradizionali” legati alle attività lavorative se ne sono aggiunti di nuovi, che si potrebbero definire la reazione ad un malessere sociale. “Sono sempre più frequenti le aggressioni al personale sanitario, medici ed infermieri – prosegue il presidente Cavedon – che sono, giorno e notte, in prima linea per salvaguardare la salute di ciascun cittadino. Un quadro che rappresenta un malessere sociale che va interpretato, compreso ed affrontato, ma di certo non può vederci indifferenti”.

Non accade solo altrove. “Non viviamo in un film. Le cose che ogni giorno osservavamo, attraverso i media, come lontane al nostro territorio – sottolinea il presidente Cavedon – si sono avvicinate e le stiamo vivendo direttamente. Al caporalato, sempre esistito, si sono aggiunti sempre più frequenti episodi di sfruttamento, che hanno indotto le forze dell’ordine ad agire concretamente anche nel Vicentino”.

Serve un nuovo modo di fare prevenzione. La formazione va aggiornata e si deve lavorare in modo sempre più costante e collaborativo, ma è fondamentale puntare i riflettori sulla prevenzione. “I datori di lavoro non possono “delegare” la sicurezza ai lavoratori, alla responsabilità personale, al passaparola – conclude il presidente Cavedon – ma occorre un significativo cambio di passo, che richiede un confronto multidisciplinare, tecnico-scientifico, professionale, sindacale, datoriale ed istituzionale sulle modalità di prevenzione e gestione degli infortuni”.

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Giovedì, 27 Aprile 2023 13:06

Buono scuola 2022-2023

La Regione del Veneto ha approvato il  bando  per l’assegnazione di un contributo regionale “Buono scuola”, relativo all’anno scolastico 2022/2023, che concorre alla copertura delle spese di iscrizione e frequenza,  nonché per le spese per l’integrazione e la didattica di sostegno a favore degli studenti con disabilità, esclusivamente in orario scolastico.

Chi può richiedere il Buono scuola?

Il contributo può essere richiesto da famiglie che:
– hanno studenti residenti nella Regione Veneto e che frequentano, nell’anno scolastico 2022-2023 istituzioni scolastiche primarie, secondarie di I e II grado: statali, paritarie e non paritarie incluse nell’apposito albo regionale, o scuole della formazione professionale accreditate dalla Regione del Veneto;
– hanno speso, per ogni studente, per l’anno 2022-2023, almeno 200 euro per tasse, rette, contributi di iscrizione;
– hanno un ISEE 2022 inferiore od uguale a 40.000 euro (in caso di studenti normodotati) o 60.000 euro (in caso di studenti con disabilità).

Non è richiesto alcun requisito di merito scolastico. L’attestazione Isee può essere richiesta gratuitamente presso tutti i nostri uffici previo appuntamento telefonico al numero unico prenotazioni 0444/955002.

 

Come viene erogato il Buono scuola?

Il contributo sarà assegnato prioritariamente agli studenti con disabilità ed a quelli appartenenti a famiglie numerose (con parti trigemellari o con numero di figli pari o superiori a quattro). Le risorse residue saranno assegnate agli studenti normodotati ed a quelli appartenenti a famiglie non numerose, secondo le modalità previste dal bando. Si rinvia sempre al bando per informazioni sui valori massimi del contributo.

 

Come si richiede il Buono scuola?

La domanda può essere presentata esclusivamente online tramite questa paginadal 10 maggio 2023 alle ore 12 del 12 giugno 2023.

Per presentare la domanda è necessario essere in possesso dell'identità digitale SPID , CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Una volta completata la procedura, occorre trasmettere alla scuola frequentata dal figlio il codice identificativo della domanda, secondo le procedure previste da ciascun istituto.

 

 

 

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L’estratto conto contributivo previdenziale è un documento molto importante  

Molti lavoratori si preoccupano di conoscere la propria posizione previdenziale solo quando si è prossimi al pensionamento. Il rischio è di avere, a distanza di decenni, brutte sorprese perché si scopre l’assenza dei contributi obbligatori a causa di omissioni da parte dei datori di lavoro oppure per il mancato accredito dei periodi lavorativi da parte dell’Istituto previdenziale o ancora per anomalie riguardanti i propri dati anagrafici che per quanto possano essere banali, comportano ritardi di mesi nella liquidazione della pensione. 

Cos’è l’estratto conto contributivo e come leggerlo? 

L’estratto conto contributivo è un documento nel quale vengono elencati analiticamente i contributi versati dai vari datori di lavoro, quelli inerenti i contributi volontari, i contributi figurativi per periodi di malattia, di maternità, di infortunio, di disoccupazione e quelli inerenti il periodo durante il quale è stato prestato il servizio militare o civile. 

Per ogni periodo vengono indicate le date di inizio e di fine della contribuzione, la valorizzazione temporale in settimane per i lavoratori dipendenti, in mesi per i lavoratori autonomi del commercio, artigiani e coltivatori diretti, in giorni per i lavoratori dello spettacolo dell’agricoltura e le relative retribuzioni che saranno utilizzate per il calcolo della futura pensione. 

Perché è importante avere l’estratto conto previdenziale? 

L’estratto conto permette al lavoratore di verificare la correttezza dei dati inerenti la propria posizione assicurativa. In moltissimi Stati questo documento viene inviato annualmente al lavoratore mentre, per quanto riguarda l’Italia, i cittadini, compresi coloro che sono residenti all’estero, hanno la possibilità di richiederlo avvalendosi anche degli Enti di Patronato che provvedono a inoltrarne la richiesta per via telematica e a produrre on line l’estratto stesso, procedendo quindi ad una verifica “in diretta” con l’interessato. In questo modo è possibile immediatamente rilevare i periodi mancanti e correre ai rimedi possibili. 

L’estratto contributivo è molto importante anche per il lavoratore che si è trasferito all’estero: i contributi versati in Italia, pochi o tanti che siano, oltre ad essere necessari per l’erogazione della pensione italiana, sono valutati anche ai fini della pensione che verrà richiesta all’istituto previdenziale dello Stato in cui si è emigrati ai fini del calcolo dell’anzianità necessaria per l’accesso al pensionamento.   

Mettiti al riparo da brutte sorprese 

Essere in possesso del proprio estratto contributivo è come avere l’estratto del nostro conto corrente bancario e deve essere verificato con la stessa, o maggiore, attenzione per potere avere la certezza che la propria domanda di pensione sia un adempimento svolto con serenità al riparo di brutte e dannose “sorprese”.  

Gli Operatori del Patronato ACLI possono aiutarti ad avere questo importante documento in tutta sicurezza. Contatta il nostro centralino allo 0444/955002.

Fonte: www.patronato.acli.it

 

 

 

 

 

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La scadenza per quest’anno è fissata al 2 ottobre, c’è tempo quindi per provvedere a questo importante adempimento, ma va sottolineata l’opportunità di attivarsi tempestivamente per avere prima eventuali rimborsi maturati.

Le novità più rilevanti riguardano le fasce di reddito dai 15mila ai 50mila euro annui, concentrandosi attorno ai 20mila euro.

Tenendo presente che il reddito medio dei vicentini, negli ultimi anni, si colloca a € 20,868 nel 2021 (fonte Ministero Finanze) la riduzione dell’IRPEF potrebbe interessare molte famiglie.

Importante innovazione riguarda i giovani sotto i 31 anni e con un reddito inferiore a 15 mila euro, con la detrazione del 20% del canone d’affitto.

Ulteriori opportunità riguardano per chi ha sostenuto spese per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per il risanamento ambientale, nonché per erogazioni a favore delle associazioni e delle fondazioni del Terzo Settore (bonus sociale)

ARGOMENTI

Introduzione

Scadenza 730-2023

Le principali novità in sintesi

Modifica scaglioni di reddito e delle aliquote

Rimodulazione delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente

Rimodulazione delle detrazioni per redditi di pensione

Rimodulazione delle detrazioni per redditi assimilati e altri redditi

Modifica alla disciplina del trattamento integrativo

Eliminazione delle barriere architettoniche

Detrazione per canoni di locazione ai giovani

Credito d'imposta social bonus

Credito d'imposta erogazioni liberali Fondazioni ITS Academy

Credito d'imposta per bonifica ambientale

Info contatti appuntamenti 730-2023

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Procedure aperte per la richiesta del Bonus Nido 2023 e proroga al 30 giugno 2023 (rispetto alla scadenza originaria del 1° aprile) per la presentazione delle ricevute corrispondenti alle rette pagate lo scorso anno, in riferimento alle domande di bonus presentate per le mensilità fra gennaio e dicembre 2022. È quanto annunciato dall’INPS nei messaggi 889 e 1346 rispettivamente del 2 marzo e 11 aprile.

Bonus nido 2023: come fare domanda

Per l’anno 2023 – ricorda l’INPS – “la domanda di contributo per il pagamento delle rette dell’asilo nido deve essere presentata (tramite il portale web INPS o sedi del Patronato ACLIndr) dal genitore o dal soggetto affidatario del minore stesso che ne sostiene l’onere e deve recare l’indicazione delle mensilità relative ai periodi di frequenza scolastica, compresi tra gennaio e dicembre 2023, fino a un massimo di 11 mensilità, per le quali si intende ottenere il beneficio”.

Bonus nido 2023: il ruolo dell’ISEE

Fondamentale ai fini del bonus è la presentazione di un ISEE valido (servizio per cui è sempre possibile rivolgersi a CAF ACLI), non tanto per l’erogazione in sé, che viene comunque riconosciuta a chiunque presenti domanda (anche senza allegare l’ISEE), quanto per assicurarsi un’erogazione commisurata alla reale fascia economica del nucleo, che altrimenti in assenza di ISEE riceverebbe sì il bonus ma nella sua misura minima (in pratica lo stesso funzionamento che ha adesso l’Assegno Unico e che aveva prima il Bonus Bebè).

Bonus nido 2023: a quali importi si ha diritto

È dal 2020 che il bonus viene appunto riconosciuto secondo tre fasce ISEE, e precisamente:

  • in presenza di un ISEE minorenni fino a 25.000 euro = bonus annuo di 3.000 euro (importo massimo mensile erogabile 272,72 euro per 11 mensilità);
  • in presenza di un ISEE minorenni da 25.001 euro fino a 40.000 euro = bonus annuo 2.500 euro (importo massimo mensile erogabile 227,27 per 11 mensilità);
  • in presenza di un ISEE minorenni da 40.001 euro = bonus annuo 1.500 euro (importo massimo mensile erogabile 136,37 per 11 mensilità).

 
Quindi, tornando al discorso delle domande presentate senza ISEE, in questi casi viene erogato l’assegno minimo pari a 1.500 euro annui (cioè il medesimo importo previsto in caso di ISEE oltre i 40.000 euro). Ciò non toglie che anche se non fosse presentato l’ISEE, il nucleo avrebbe comunque la possibilità di integrare la domanda in un secondo momento, iniziando così a beneficiare di un assegno commisurato alla sua reale fascia economica.


Bonus nido 2023: possibile autocertificare le rette

Sul meccanismo invece del bonus al di là dell’ISEE, va detto che “la prestazione spetta per ciascun figlio di età compresa tra 0 e 36 mesi” e “se il minore per il quale si vuole presentare la domanda compie i tre anni d’età nel corso del 2023, sarà possibile richiedere soltanto le mensilità comprese tra gennaio e agosto”. Ovviamente, essendo una prestazione di sostegno economico per le famiglie che iscrivono i figli al nido, la corresponsione degli importi è eseguita “a fronte della presentazione dei documenti attestante l’avvenuto pagamento delle singole rette”.

Detto questo, però, per semplificare e velocizzare le procedure di pagamento, l’INPS in un primo momento concede il contributo anche dietro autocertifica delle rette pagate, le cui ricevute andranno poi tramesse entro il 31 luglio 2024 (bonus 2023). E qui infine ci ricolleghiamo alla proroga concessa per la trasmissione delle ricevute relative all’anno 2022, appunto per giustificare i bonus erogati lo scorso anno. L’INPS infatti ha annunciato che “per le domande presentate lo scorso anno e riferite alle mensilità comprese tra gennaio e dicembre 2022, il termine per la presentazione delle ricevute corrispondenti ai pagamenti delle rette, fissato in precedenza al 1° aprile 2023, viene prorogato al 30 giugno 2023”.

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