Articoli filtrati per data: Novembre 2024
PENSIONE PIÙ ALTA CON IL SUPPLEMENTO: QUANDO E COME FARE LA DOMANDA
Andare in pensione e continuare a lavorare è una situazione che riguarda molti cittadini; i contributi versati non vanno persi, possono dare origine ad un aumento della pensione. Il supplemento di pensione si può ottenere solo a domanda, nei tempi e modi previsti dalla norma.
I contributi versati dopo il pensionamento non sono stati utilizzati per il calcolo della pensione: in altre parole sono contributi versati che potranno essere utilizzati per aumentare l’ammontare della pensione in pagamento.
Il supplemento di pensione altro non è che un incremento della pensione già percepita a suo tempo, dovuto agli accrediti di contribuzione previdenziale. In buona sostanza si tratta di una somma aggiuntiva di pensione che viene erogata solo su domanda in via telematica all’INPS.
Quando fare la domanda
Il pensionato può richiedere tale prestazione trascorsi soltanto due anni dalla decorrenza di pensione o dal precedente supplemento, a condizione che sia già stata compiuta l’età prevista per la pensione di vecchiaia nella gestione in cui si chiede il supplemento.
È invece diverso per il supplemento richiesto per le pensioni dei lavoratori iscritti alla gestione separata. In questa gestione infatti il supplemento deve essere richiesto per la prima volta dopo due anni dalla decorrenza di pensione e poi ogni cinque anni indipendentemente dal compimento dell’età della pensione di vecchiaia.
Il calcolo
Per la determinazione dell’importo del supplemento, vengono seguiti i criteri generali delle pensioni: per gli importi successivi al 31/12/1995 viene utilizzato il sistema retributivo se il titolare ha già maturato i 18 anni di contributi a tale data. Fermo restando che invece i contributi versati a partire dal 01/01/2012 saranno conteggiati con il sistema contributivo.
La validità della domanda
La decorrenza di tale prestazione è fissata dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda. Tale prestazione non prevede il calcolo degli arretrati anche se il diritto era stato maturato prima dell’invio della domanda.
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Più sani digitali, più smart: dopo il Covid gli anziani ripartono con una grinta rinnovata
Benessere integrale per la terza e quarta età, questa è la nuova frontiera
Un anziano in salute è una risorsa per la società. Corpo e mente sani, per avere maggiore fiducia in se stessi e continuare a sostenere la famiglia e continuare ad essere parte attiva nella propria comunità.
Il benessere integrale degli anziani deve essere dunque al centro di una strategia sociale che riconosce a queste fasce d’età un ruolo sempre più essenziale.
Il mese di ottobre si apre con la festa dei nonni, allargata a tutti gli ultra sessantacinquenni: una popolazione in costante aumento nei prossimi anni e che si scopre sempre più in grado di dare un apporto di esperienza, nelle famiglie e nel lavoro, con la capacità di ascoltare, consigliare, elaborare cultura, tramandare tradizioni che costituiscono l’identità personale e collettiva.
La pandemia è stata una esperienza dura, per tutta la società ma soprattutto per loro, gli anziani che (lo ricordiamo) all’inizio erano visti con sospetto, come un peso e un pericolo … e poi l’isolamento, senza vedere i figli, i nipoti gli amici: ora c'è tanta voglia di ripartire, di ritornare attivi, in salute.
É interesse di tutta la società favorire il mantenimento dall'autosufficienza della persona anziana, per una buona e dignitosa qualità di vita.
Le rilevazioni statistiche dicono di una forte ripresa di domanda e di partecipazione ad incontri culturali, viaggi, iniziative sociali...
Di rapporti da recuperare e "cose da fare; anche se con la crisi energetica in a causa della guerra in Ucraina si profilano mesi decisamente difficili.
Ma le sfide del lockdown hanno stimolato negli anziani nuovi interessi, in particolare verso gli strumenti digitali; e così si è avvertita la necessità usare i social e il computer, di tenersi in contatto con WhatsApp, di usare lo Spid (identità elettronica) per accedere alla documentazione sanitaria, di partecipare a video-conferenze, superando resistenze psicologiche e pregiudizi dovuti al proprio percorso di lavoro e di formazione.
Prioritaria resta comunque la salute che può essere garantita solo con una attenta prevenzione delle malattie non solo geriatriche, tenendo presente che chi è in buona salute, autonomo e capace di organizzarsi, può avere degli acciacchi dovuti all'età.
Ma, a parte i casi di invecchiamento precoce, oggi un 70enne in forma non può dirsi anziano nell'accezione comune, per cui si parla di terza e di quarta età', anche perché crescono statisticamente i bisnonni con figli ultra sessantenni che li accudiscono.
Come fare allora per assicurare la buona salute alle terze e quarte età?
Le strutture sanitarie, sia a livello nazionale che territoriale, devono porsi questo interrogativo e attuare politiche concrete, in particolare per assicurare l’accessibilità ai servizi, snellendo le procedure burocratiche che rendono ancora più fragili le persone in difficoltà, soprattutto sole.
E se talvolta si rileva la carenza di medici di base (in avvicendamento di quelli che vanno in pensione) a livello nazionale le associazioni di categoria fanno notare che in Italia mancano circa 30mila specialisti, da distribuire sui territori in base alla popolazione delle singole regioni.
Si dovrebbe pensare anche alla creazione blocchi residenziali inseriti nei contesti urbani, adatti alle terze e quarte età, con aree specifiche per favorire la socialità e il benessere “integrale” dell’anziano.
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Il servizio si rivolge ai proprietari di immobili in affitto che hanno l’obbligo di registrare il contratto di locazione quando ha una durata maggiore di 30 giorni.
A seconda della tipologia di contratto scelto gli obblighi da assolvere sono differenti.
Dove deve essere registrato il contratto di locazione?
La registrazione del contratto di locazione deve essere effettuata presso gli uffici delle Agenzie delle Entrate.
I consulenti di CAF Acli offrono:
- Consulenza in merito al tipo di contratto da scegliere e delle relative scadenze/adempimenti;
- Valutazione sulla tassazione più conveniente del canone percepito (tassazione ordinaria o cedolare secca);
- Predisposizione del contratto di locazione;
- Registrazione del contratto di locazione e disbrigo dei relativi adempimenti burocratici;
- Calcolo dell’adeguamento ISTAT del canone di locazione;
- Compilazione dei Modelli di pagamento dell’imposta di registro.
I documenti necessari sono:
- Visura catastale o rogito dell’immobile oggetto della locazione;
- Carta d’identità dei firmatari del contratto (locatore/i e conduttore/i);
- Codice fiscale dei firmatari del contratto (locatore/i e conduttore/i);
- Permesso di soggiorno in corso di validità (per i cittadini non comunitari);
- IBAN del locatore
Scarica in allegato l'elenco documenti necessari
APE SOCIALE: IL PROSSIMO 30 NOVEMBRE È L’ULTIMA SCADENZA
La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato l’Ape Sociale solo per l’anno in corso ed allargato a nuove categorie di lavoratori che possono richiedere l’indennità. Non è scontato che la prestazione venga riconfermata anche per il 2023 pertanto gli interessati devono fare attenzione alla prossima scadenza che potrebbe essere l’ultima occasione per anticipare la pensione.
Cos’è l’Ape Sociale?
È un’indennità che permette di ritirarsi dal mondo del lavoro e che “accompagna” i richiedenti fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni). Può essere richiesta da tutte le categorie dei lavoratori dipendenti, di quelli autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) e da coloro iscritti alla Gestione Separata.
Quali sono i requisiti per l’Ape Sociale?
Per poter richiedere l’indennità, sono stati fissati dei requisiti generali e altre condizioni più soggettive. Dal punto di vista anagrafico, l’APE Sociale è rivolta a coloro che abbiano almeno 63 anni di età.
Dal punto di vista assicurativo, i richiedenti devono poter far valere alternativamente:
- almeno 30 anni di contributi (disoccupati, invalidi civili con grado di invalidità maggiore al 74% e i cosidetti “caregivers” cioè chi si occupa di assistere un familiare “in situazione di gravità”)
- almeno 36 anni nel caso siano stati lavoratori addetti ad attività “gravose” (per alcune specifiche categorie di lavori “gravosi” previste dalla normativa, il requisito è fissato a 32 anni di contributi)
Per le donne che si trovino nelle situazioni di stato di disoccupazione o di occupazione in lavori “gravosi”, i suddetti requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, per un “bonus” massimo di due anni.
Nello specifico i requisiti più soggettivi richiesti, oltre a quello contributivo, sono i seguenti:
- Disoccupati che abbiano 1) cessato il rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale e percepito integralmente l’indennità di disoccupazione NASPI 2) avuto un periodo di lavoro, nel triennio precedente alla data di cessazione, della durata di almeno 18 mesi
- Lavoratori che, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap “in situazione di gravità”, oppure un parente o un affine di secondo grado, quando tale soggetto abbia i genitori o il coniuge ultrasettantenni, anche essi invalidi.
- Lavoratori con riconoscimento di invalidità civile pari almeno al 74 %
- Lavoratori inseriti nelle categorie di attività “gravose”, possono richiedere l’indennità dell’APE Sociale se hanno svolto per sette anni, nell’ultimo decennio, o per sei anni negli ultimi sette, una delle attività previste specificatamente dalla normativa
L’ultima scadenza 2022
Attenzione all’ultima scadenza, dal 16 luglio al 30 novembre 2022, per presentare le domande di verifica delle condizioni soggettive che possono far riconoscere il diritto all’indennità APE ed avere la priorità (sulla base della data di presentazione della domanda di verifica) nell’erogazione della prestazione in base al fondo stanziato per il suo pagamento.
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La cura degli anziani: tre sfide per l'Italia che invecchia
La Terza età tra squilibrio demografico, conti pubblici e bisogni sanitari
Sono necessari maggiori investimenti nell'assistenza domiciliare, per i lavoratori senior e per le famiglie con persone non autosufficienti a carico
Il mondo sta invecchiando e l'Italia è uno dei paesi che invecchia più velocemente. Il tema non appassiona particolarmente i partiti politici impegnati nella campagna elettorale. Alcuni programmi rimandano ai risultati emersi dalla Commissione Paglia e alla necessità di dare una risposta ai bisogni degli anziani. Altri puntano sulla riforma delle Rsa nell'ambito della riorganizzazione del Ssn. Infine, c’è chi propone di istituire la figura di un 'Garante dei diritti della Terza età' o addirittura di un ministero per la Terza età.
Secondo l'Organizzazione mondiale per la sanità, l'aspettativa media di vita a livello globale dal 2000 al 2019 è aumentata di oltre 5,5 anni, l'aumento più rapido verificatosi dal 1960. In ambito Ue, prima della pandemia, l'Italia era al primo posto in termini di speranza di vita alla nascita, pari a circa 81 anni
per gli uomini e 86 per le donne. Siamo invece all'ultimo posto in Europa per la fecondità, in Italia nel 2021 il numero medio di figli per donna è pari a 1,3. mentre le nascite - come testimoniato recentemente dall'Istat - hanno raggiunto il minimo storico di 399mila all'anno, rispetto a più di un milione negli anni del baby-boom.
Da questa situazione partono molte sfide, attuali e future.
La prima è quella della diminuzione della popolazione in età da lavoro rispetto alla popolazione totale, con il peggioramento del tasso di dipendenza giovani/anziani che mette a rischio la sostenibilità dei sistemi di welfare, in particolar modo i servizi diretti alle fasce più fragili della popolazione. La seconda sfida è quella dello spostamento in avanti delle tappe che caratterizzano i percorsi di vita delle persone: vivere più a lungo implica necessariamente anche lavorare più a lungo. La terza sfida riguarda la riforma delle pensioni, dibattitto attualissimo e sempre acceso… anche per dare lavoro ai giovani, il cui ingresso nel mercato del lavoro è sempre più esiguo, proprio per il crollo delle nascite: nei prossimi anni, in Italia ci saranno 1,5 lavoratori su cinque in meno. Si tratta di una riduzione senza precedenti, molto più forte che nel resto d'Europa e con potenziali implicazioni di lungo periodo sulla capacità delle imprese di reclutare e formare il personale.
L'attenzione è concentrata quasi esclusivamente sulle nuove regole di pensionamento anticipato, mentre restano in ombra le politiche "attive" per l'invecchiamento, cioè tutte quelle misure che servono ad incentivare la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici al mercato del lavoro fino all'età del pensionamento. Il programma di "Garanzia per l'Occupabilità dei lavoratori" intende mettere a sistema le migliori esperienze maturate a livello regionale e superare l'eterogeneità dei servizi erogati su tutto il territorio nazionale; tuttavia, dice poco o nulla sul prolungamento delle carriere dei lavoratori senior in azienda e l'integrazione tra la gestione delle risorse umane nel settore privato e le politiche attive del lavoro dell'operatore pubblico. L' ultimo tema, ma solo in ordine di tempo, riguarda gli effetti dell'inflazione sulla spesa sanitaria. Negli ultimi 20 anni, anche a fronte di una sostanziale stagnazione dei prezzi dei beni, i prezzi dell'assistenza sanitaria hanno continuato a crescere a tassi del 2-3% (3% visite specialistiche, fino al 4,4% dci servizi paramedici), è quindi ragionevole assumere che presto l'inflazione andrà ad intaccare anche la capacità di spesa delle famiglie, soprattutto quelle in cui sono presenti anziani con malattie croniche o necessità di assistenza.
Il meccanismo di trasmissione ai bilanci delle famiglie è duplice: da un lato l'aumento della spesa pubblica per la sanità grava sul debito pubblico e sulle tasse, dall'altro pesa sempre più la quota di spesa privata a carico delle famiglie.
Tenendo bene presente che di fatto il reddito disponibile delle famiglie a fronte dell'inflazione crescente vede una progressiva erosione rispetto al livello del 2020.
La questione della cura degli anziani è centrale per il futuro del nostro welfare e, dopo i difficili anni di pandemia, necessita di un 'attenzione particolare da parte dell'azione del nuovo Governo che uscirà vincente dalle elezioni. Da tempo le famiglie chiedono servizi che consentano agli anziani non-autosufficienti di restare il più a lungo possibile nell'ambiente domestico, potendo contare su un'assistenza domiciliare qualificata. Nel corso dei prossimi anni sono previsti provvedimenti finalizzati alla definizione di livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani.
La grande sfida all'inflazione si gioca quindi sul piano della riorganizzazione del Ssn, sulla ricerca di una maggiore efficienza ed accessibilità dei servizi di assistenza per gli anziani. I costi dell'invecchiamento che restano a carico delle famiglie devono essere contrastati con una maggiore prevenzione, con un'assistenza di qualità e con una rete di servizi che cambi totalmente la prospettiva mettendo l'anziano al centro.
(Da Avvenire 7/9/22)
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Per ridurre i tempi d’attesa telefonica sarà a disposizione un risponditore automatico, attivo tutti i giorni 24 ore su 24, sabati, domeniche e festivi compresi telefonando allo 04441429933. Al momento della chiamata si attiverà il risponditore, che ti proporrà tre diverse date per l’appuntamento: seguendo le istruzioni, potrai confermare una delle tre proposte. Nel caso nessuna delle opzioni andasse bene, dovrai rimanere in attesa di essere messo in contatto con uno dei nostri operatori (o richiamare se sta telefonando fuori dagli orari d’ufficio).
Infine, sarà possibile fissare il proprio appuntamento anche online attraverso la piattaforma MyCaf. Una volta registrati, è possibile accedere alla sezione “Prenota un appuntamento” e da lì scegliere sede, data e ora per la propria pratica ISEE. Sempre dalla piattaforma sarà poi possibile scaricare l’attestazione definitiva, senza dover recarsi nuovamente di persona presso i nostri uffici. Attenzione: per chi si registrasse per la prima volta non è necessario scegliere la sede di riferimento. Il passaggio può essere saltato e la procedura andrà comunque a buon fine.
Oltre a fissare l’appuntamento, fin da ora è possibile preparare anche tutti i documenti necessari da presentare agli operatori: l’ISEE 2022 si baserà infatti sulla situazione reddituale e patrimoniale della famiglia al 31 dicembre 2020. Tutte le informazioni (a partire ad esempio da saldi e giacenze medie dei conti correnti) possono essere quindi recuperate fin da subito. L’elenco completo dei documenti necessari è disponibile a questo link.
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ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: LA DOMANDA ORA VALE DAL MESE SUCCESSIVO
L’Assegno Unico Universale viene calcolato in base alla presenza nel nucleo familiare di figli minorenni o maggiorenni fino ai 21 anni e del valore del modello ISEE.
I pagamenti
In base alle istruzioni fornite dall’Inps, per le domande presentate dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022 il pagamento è previsto a marzo (dal 15 al 21 del mese), mentre, per le domande presentate successivamente, il pagamento verrà effettuato il mese successivo alla presentazione delle stesse.
Coloro i quali non hanno ancora presentato la richiesta, presentandola dal 1° luglio 2022, non avranno più diritto alla percezione degli arretrati dal 01/03/2022.
Quanto spetta
Per ciascun figlio minorenne spetta un importo pari a:
- 175 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;
- L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;
- 50 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.
Per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento dei 21 anni di età anagrafica spetta un importo pari a:
- 85 euro mensili in presenza di un ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;
- L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;
- 25 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.
L’Assegno Unico Universale è una prestazione universalistica indirizzata a tutti i nuclei familiari a prescindere dalle condizioni economiche: in assenza di modello ISEE o in presenza di un ISEE superiore ai 40.000 euro, spetta la misura minima di assegno mensile.
Fai con noi la tua domanda
La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica all’INPS, tutti gli uffici del Patronato Acli sono a tua disposizione, essenziale per l’invio della richiesta essere in possesso del modello ISEE in corso di validità.
Per richiedere dunque l’Assegno Unico è indispensabile avere la Dichiarazione Sostitutiva Unica in corso di validità (DSU) ai fini ISEE, dichiarazione che puoi richiedere direttamente al Caf: trova la sede del Caf Acli più vicina a te.
È possibile fare la domanda di Assegno Unico 2022 anche senza ISEE, nel qual caso si riceverà l’importo minimo della misura, vale a dire 50 euro al mese per ciascun figlio minore a carico presente nel nucleo familiare.
Modello Red
Per i pensionati titolari di prestazioni collegate al reddito è arrivato il momento di inviare a INPS il modello RED
Se un pensionato, ad esempio, percepisce una certa prestazione previdenziale o assistenziale collegata al reddito, ed oltre ad avere i redditi indicati nel Modello 730 ne possiede altri, per dimostrare che il suo livello economico è comunque meritevole della prestazione di sostegno, sarà obbligato alla presentazione del Modello RED, servizio che le sedi CAF ACLI effettuano gratuitamente.
È importante sapere che l’INPS non invia comunicazioni cartacee ai pensionati residenti in Italia per richiedere le dichiarazioni reddituali al fine di verificare il diritto alle prestazioni collegate al reddito. Questo comporta che è il pensionato stesso a doversi informare presso l’INPS o presso CAF ACLI, come intermediario di fiducia, sull’obbligo di presentare il Modello RED.
Chi deve presentare il Modello RED?
Devono obbligatoriamente presentare il Modello RED all'INPS:
- i pensionati che non hanno altri redditi oltre a quello da pensione (propri e se previsto dei familiari) se la situazione reddituale è variata rispetto a quella dichiarata l'anno precedente;
- i titolari di prestazioni collegate al reddito che non comunicano integralmente all'amministrazione finanziaria tutti i loro redditi perché alcuni non sono dichiarabili sulla dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello REDDITI), per esempio il lavoro dipendente prestato all'estero, gli interessi bancari, postali, dei BOT, dei CCT e di altri titoli di Stato o i proventi di quote di investimento, soggetti a ritenuta d'acconto alla fonte a titolo d'imposta o sostitutiva dell'Irpef;
- coloro che sono esonerati dall'obbligo di presentazione all'Agenzia delle Entrate della dichiarazione dei redditi, ma che sono in possesso di redditi ulteriori a quelli da pensione, ad esempio coloro che hanno un reddito da pensione più il reddito dell’abitazione principale;
- i titolari di alcune tipologie di redditi rilevanti ai fini previdenziali e che si dichiarano in maniera diversa ai fini fiscali all'Agenzia delle Entrate, come per esempio i redditi derivanti da collaborazione coordinata e continuativa o assimilati e lavoro autonomo, anche occasionale.
Chi non deve presentare il Modello RED?
Non devono presentare il Modello RED i residenti in Italia beneficiari delle prestazioni collegate al reddito che abbiano già dichiarato integralmente all'Agenzia delle Entrate (tramite Modello 730 o Modello REDDITI) tutti i propri redditi, e, se previsto, anche quelli dei familiari, che rilevano ai fini delle prestazioni di sostegno al reddito. In questi casi infatti l’INPS acquisirà le informazioni reddituali rilevanti direttamente dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate o da altre banche dati delle pubbliche amministrazioni.Guarda come prenotare un appuntamento
Se hai rinnovato il tuo giardino puoi recuperare il 36% della spesa
Il Bonus Verde permette di detrarre in dichiarazione dei redditi il 36% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 per i lavori di sistemazione cosiddetta “a verde” di aree scoperte private. In buona sostanza è un bonus che non permette di detrarre il semplice acquisto di piante destinate a balconi o giardini già esistenti, ma premia interventi di un certo rilievo finalizzati a convertire o ammodernare in ottica “green” interi spazi aperti di proprietà privata o parti di essi.
Non è possibile applicare per questa tipologia di bonus lo sconto in fattura o la cessione del credito, quindi l’unico modo per farselo applicare è richiederlo in dichiarazione dei redditi: tramite la consulenza di CAF ACLI sarà dunque possibile inserire le suddette spese “verdi” nel Modello 730 o nel Modello REDDITI ai fini della corretta applicazione del bonus.
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Pensione Anticipata: Nulla va lasciato al caso
Andare in pensione prima è una delle richieste che maggiormente ci vengono fatte allo sportello tutti i giorni e le soluzioni possibili sono varie. Ciascuno di noi ha una storia lavorativa diversa, è opportuno mettere in ordine tutte le tessere, arrivare ad avere un quadro completo della posizione contributiva e così programmare quanto necessario per ottenere la pensione anticipata.
Il consiglio è di muoversi per tempo, non attendere l’ultimo minuto: il primo passo è la verifica contributiva per avere certezza di quanto versato.
Nel 2022 per andare in pensione anticipata sono necessari 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall’età anagrafica.
La pensione anticipata è una prestazione previdenziale a domanda e può essere richiesta dai lavoratori dipendenti del settore pubblico, dagli autonomi nonché dai lavoratori del pubblico impiego.
Per la valutazione della contribuzione versata è necessario tenere presente che:
- per il raggiungimento del requisito contributivo dei 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini è utile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata;
- per i lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione prima del 1° gennaio 1996, alcune gestioni a carico delle quali è liquidato il trattamento pensionistico prevedono che almeno 35 anni di contribuzione siano al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti;
- per i lavoratori che hanno iniziato a versare la contribuzione dal 1° gennaio 1996, ossia coloro che possono accedere al trattamento pensionistico con il sistema di calcolo contributivo, non è valutabile la contribuzione derivante dalla prosecuzione volontaria, mentre quella accreditata per periodi di lavoro precedenti il raggiungimento del diciottesimo anno di età è moltiplicata per 1,5.
Per conseguire la pensione anticipata è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, mentre non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratore autonomo.
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