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Articoli filtrati per data: Novembre 2024

Se la casa dove si vive non è di proprietà ma affittata, è possibile detrarre annualmente le spese di locazione facendo la dichiarazione dei redditi. A seconda della casistica contrattuale e del reddito dell’inquilino, oppure in base ad altre condizioni non direttamente economiche, sarà possibile applicare una certa detrazione invece che un’altra.

Rivolgendosi a CAF ACLI per l’elaborazione del Modello 730 o del Modello REDDITI sarà possibile usufruire della detrazione. Il beneficio fiscale prevede cinque diverse casistiche applicative, in funzione appunto dei soggetti che lo richiedono; se il contratto di locazione è intestato a più soggetti, ciascuno di essi potrà beneficiare della detrazione in base alla propria quota  di contratto.

Detrazione per l'affitto: chi ne ha diritto?

  • Contratti di locazione in libero mercato
    Detrazione pari a 300 euro o 150 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino.

  • Contratti di locazione concordati
    Detrazione pari a 495 euro o 247 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino.

  • Giovani inquilini tra i 20 e i 30 anni* 
    Fino al 31 dicembre 2021 detrazione fissa di 991,60 euro per gli inquilini tra i 20 e i 30 anni sui primi tre anni di contratto, a patto però che il reddito complessivo del giovane non sia superiore a 15.493,71 euro.

    *Dal 1° gennaio 2022, detrazione di 991,60 euro fino ai 31 anni non compiuti per i primi quattro anni di contratto, ma se il 20% del canone annuo è superiore alla misura standard di 991,61 euro, l’inquilino potrà portare in detrazione quel 20% di canone anziché 991,61 euro, fino comunque a 2.000 euro.

  • Inquilini che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro 
    Detrazione pari a 991,60 euro o 495,80 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino, se la residenza è trasferita nei tre anni antecedenti alla richiesta della detrazione.

  • Studenti fuori sede
    Detrazione del 19% su un importo non superiore a 2.633 euro per i contratti di locazione stipulati da studenti universitari che frequentano atenei situati in Comuni diversi da quello di residenza, a condizione che l’università si trovi almeno a 100 Km dal Comune di residenza.
 

Che documenti occorrono per detrarre le spese di affitto?

Di norma per detrarre le spese di affitto serve esibire:

  • il contratto di locazione registrato;
  • l’autocertificazione nella quale si attesti che l’immobile è utilizzato come abitazione principale;
  • nel caso degli inquilini che si trasferiscono per motivi di lavoro è necessaria l’autocertificazione nella quale si attesta lo spostamento della residenza e l’utilizzo dell’immobile come abitazione principale; bisogna inoltre presentare il contratto di lavoro dipendente oppure la CU attestante la qualifica di lavoratore dipendente.
 Come si chiede la detrazione sulle spese di affitto?
Per poter usufruire della detrazione sulle spese di affitto è necessario fare la dichiarazione dei redditi col Modello 730 o il Modello REDDITI. È possibile avvalersi della consulenza di CAF ACLI presentando la documentazione sopra indicata: i nostri esperti si occuperanno di elaborare e trasmettere la dichiarazione contenente i dati delle spese di locazione sostenute durante l’anno di riferimento, su cui verrà applicata la detrazione spettante.
 
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Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it

 

Fonte  www.caf.acli.it

 
 
 
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La pensione di vecchiaia è una prestazione il cui accesso è garantito esclusivamente a coloro che maturano un’età anagrafica di 67 anni, unitamente al possesso, di almeno 20 anni di contributi (1040 settimane) 

Tuttavia è raggiungibile anche con meno di 20 anni di contributi, ossia esattamente 15 anni. Si tratta di un caso particolare previsto dalla cd. “Legge Amato” che prevede tre deroghe. 

 La prima derogaè subordinata al verificarsi di due condizioni. Il lavoratore deve: 

  • aver maturato 15 anni di contribuzione (780 settimane) accreditate prima del 31 dicembre 1992. A tal fine, valgono i contributi volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, ecc.; 
  • essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS. Sono inclusi anche gli iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost. 

 La seconda derogaconsiste nell’essere stati autorizzati al versamento dei contributi volontari in data anteriore al 31 dicembre 1992 e possono accedervi: 

  • i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Ago dell’Inps (Assicurazione Generale Obbligatoria); 
  • gli iscritti ex Enpals (non per gli iscritti all’ex Inpdap ed all’ex Ipost). 

 Infine, la terza deroga prevede l’obbligo di perfezionamento di un insieme di requisiti ed è valevole solo per i lavoratori dipendenti iscritti all’Ago o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima. In particolare è necessario aver maturato: 

  • 25 anni di anzianità assicurativa. In pratica, il primo contributo deve essere accreditato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione; 
  • 15 anni di contribuzione; 
  • almeno 10 anni lavorati per periodi inferiori alle 52 settimane. Non sono considerati gli anni lavorati interamente in cui risultano meno di 52 contributi settimanali, a causa del fatto che il part time non arrivi a coprire tutte le 52 settimane per retribuzione inferiore al minimale. 

La pensione di vecchiaia è raggiungibile anche con 5 anni di contributi.  

Si tratta della «pensione di vecchiaia contributiva», modalità assolutamente particolare. Infatti, non è accessibile a 67 anni d’età, bensì è necessario maturare 71 anni. Inoltre, per ottenere questa pensione, però, è necessario essere assoggettati al calcolo integralmente contributivo della prestazione. 

La tua domanda di pensione 

Gli operatori del Patronato Acli sono a disposizione per una consulenza personalizzata e per inviare la tua domanda di pensione di vecchiaia in via telematica all’INPS 

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte www.patronato.acli.it

 

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Lunedì, 11 Luglio 2022 12:49

Tempo di vacanze anche per gli over 65

Al mare, in montagna o in viaggio, comunque sempre in sicurezza.

Alcuni suggerimenti per vivere bene queste esperienze, guadagnando in salute e rafforzando le relazioni sociali

 

La vita di pensionati e anziani, in questi anni è profondamente mutata rispetto al passato, grazie all’allungamento delle aspettative di vita in buona salute e all’incremento del livello di benessere.

Grazie alla maggior disponibilità di tempo libero, i cosiddetti “anziani attivi” anche se ancora impegnati in attività lavorative o nella cura di nipoti o nella assistenza a familiari e parenti o in attività di volontariato sociale, hanno sicuramente maggiori opportunità di organizzare nel corso dell'anno uno o più periodi di vacanza, anche se di breve durata, al mare, in montagna o viaggiando. È certo, comunque, che i più gettonati sono sempre i mesi estivi.

Le passioni non hanno età e chi ama viaggiare non riesce a rinunciare al gusto dell’avventura. Anche gli anziani si aspettano dall’esperienza del viaggio proprio quello che ogni comune viaggiatore desidera: socializzare, fare nuove conoscenze di luoghi e persone, coltivando “curiosità e cambiamenti” che oltre a dare tante gratificazioni, sono buoni antidoti alla solitudine, alla depressione e prevengono il deterioramento cognitivo caratteristico delle età avanzate. Secondo alcune ricerche, prendere parte a viaggi turistici è l’attività preferita del 37% degli over 60; in età avanzata, però, questo svago richiede ovviamente condizioni di viaggio e di soggiorno particolari; ad esempio, la scelta di luoghi con una temperatura ambientale adatta (senza eccessivi sbalzi di temperature), l'assistenza sanitaria sempre disponibile; una durata del viaggio non eccessiva e, non ultimo, la presenza di strutture ospitanti attrezzate e facilmente accessibili.   La maggior parte degli anziani e pensionati preferisce comunque trascorrere le proprie vacanze al mare o in montagna e, qualche fortunato, riesce anche associare l'uno e l'altra. Capita spesso di chiedersi, tenuto conto anche di qualche acciacco che l’età comporta, se, indipendentemente dai gusti di ciascuno, conviene scegliere il mare o la montagna.

Il clima marino, il sole, le passeggiate lungo la battigia, fanno di certo bene al corpo e allo spirito. Per gli anziani, i mesi migliori per godere i benefici del mare sono giugno e settembre.  Sulla spiaggia conviene tenere le gambe sollevate, riparate dal sole e di tanto in tanto fare piccole passeggiate sulla battigia per evitare rischi di gonfiore ai piedi e caviglie in particolare se si soffre di vene varicose e insufficienza venosa. Esporsi ai raggi solari, ovviamente nel rispetto delle modalità e degli orari raccomandati (in luglio e agosto prima delle ore 10 e dopo le 17), permette al nostro organismo di sintetizzare la vitamina D, essenziale per la salute delle ossa proteggendole dall'osteoporosi e della pelle, che favorisce inoltre il miglioramento di alcune funzioni mentali e aiuta a prevenire l’insorgere di malattie autoimmuni.  Il mare è indicato per chi soffre di allergia da pollini la cui produzione è infatti minore, poiché è ridotta, almeno sulle nostre coste dell'alto Adriatico, la presenza di piante ed arbusti, e la brezza marina contribuisce ad allontanare i pollini dalla terraferma e ripulire l’aria. L'aria salmastra del mare favorisce una buona respirazione in pazienti affetti da malattie che colpiscono le vie respiratorie come la fibrosi cistica, riducendo l'infiammazione dei bronchi e l'ipersecrezione. Ma anche in pazienti con bronchiti croniche ed enfisema polmonare, un clima temperato di tipo mediterraneo, relativamente stabile nel corso dell’anno, senza differenze termiche estreme, con estati non troppo calde e inverni non particolarmente freddi, favorisce una respirazione più efficace. Quest'ultima si avvantaggia anche dal fatto che la pressione di ossigeno a livello del mare è ottimale e l'aria è meno inquinata da polveri sottili, smog e ozono. A differenza di quando si è a casa, in spiaggia si è più fisicamente attivi, cosa che ci invita a fare anche lunghe passeggiate. Tuttavia, a causa delle alte temperature esterne, soprattutto gli ipertesi e cardiopatici in cura, potrebbero incorrere in episodi di cali improvvisi di pressione del sangue (ipotensione) e aritmie, indotti sia dai farmaci ipotensivi, sia dalla disidratazione dovuta al caldo e all'uso di diuretici. Va pertanto controllata più frequentemente la pressione. E' poi importante ricordarsi di bere almeno 2 litri di acqua al giorno (l'anziano sente meno il bisogno di bere!); aumentare il consumo di frutta e verdure fresche per reintegrare i liquidi e le vitamine persi durante gli stadi di disidratazione. Se si avverte un calo di pressione (vertigini improvvise con ipersudorazione, palpitazioni, senso di mancamento) il consiglio è di stendersi a gambe sollevate, bere acqua e ripararsi dal sole, oltre ovviamente di chiedere aiuto.

I benefici di un soggiorno in montagna, per anziani e pensionati, sono molteplici ma anch'esso richiede alcune avvertenze il cui rispetto rende più sicuro e sereno il soggiorno stesso. L’aria è molto più fresca che in pianura perché la temperatura decresce con l’altezza di circa 6° C ogni 1000 metri; l’aria poi è generalmente più secca perché anche l’umidità diminuisce via via che si sale di quota. E' importante sapere che diminuisce con l’altezza anche la pressione atmosferica totale e quindi anche quella dell'ossigeno il cui valore si riduce rispetto al livello del mare, dell'8% a 1000 metri, del 18% a 2000, del 30% a 3500 metri di quota. L’aria è più pura e più ventilata ma i raggi ultravioletti sono molto più intensi che in pianura e quindi bisogna fare attenzione alle scottature.  L'aria è più fresca e secca e non c'è l'afa, anche quando in pianura si raggiungono i 33-35° C. Un clima ideale quindi per gli anziani, con l'avvertenza che la secchezza dell’aria  provoca, per traspirazione della pelle, una perdita abbondante di acqua e pertanto è necessario bere molto per reintegrare i liquidi persi.  Inoltre, i pazienti cardiopatici e ipertesi, in montagna non dovrebbero soggiornare a quote superiori a 1.000 – 1.500 metri di altitudine; alcuni, inoltre, per adattarsi senza accusare disturbi, alle diverse altitudini, devono arrivarci facendo delle tappe intermedie, utili per consentire all’organismo di adattarsi alle diverse altitudini e mettere in pratica i diversi meccanismi di compenso. In montagna la pressione arteriosa potrebbe subire delle variazioni, alzandosi o abbassandosi, per effetto della diversa pressione atmosferica e degli sbalzi di temperatura ed è opportuno consultare preventivamente il medico di riferimento, per capire come modulare la terapia antipertensiva. Coloro che sono affetti da malattie respiratorie con insufficienza respiratore (diminuzione della pressione di ossigeno nel sangue) devono essere informati che già una quota di altitudine di 1000 metri può comportare vari problemi respiratori e cardiocircolatori, soprattutto quando ci si sottopone a sforzi come una passeggiata. Spesso, quindi, gli anziani in vacanza scelgono di recarsi ad altitudini di 800-900 metri, la via di mezzo ideale capace di congiungere il benessere per lo spirito che offrono i panorami, la natura con i prati e i boschi, con la possibilità di godere di un clima piacevole e di un'aria pulita e ventilata non troppo afosa, lontano dallo smog e dalle polveri sottili della pianura.

Un cenno merita anche un altro aspetto che riguarda sia la vacanza al mare che in montagna ed è quello dell'alimentazione. In vacanza si è portati a “trasgredire” più facilmente a tavola, facendo meno attenzione alla cucina spesso più grassa e pesante delle nostre abitudini con pasti più abbondanti anche in alcoolici: trasgressioni di cui poi ci si pente amaramente.  Il consiglio, non solo agli over-65, per mantenersi in forma, è fare più spuntini durante il giorno con cibi facilmente digeribili e in piccole quantità, evitando i cibi più grassi e ricchi di sale, zuccheri, carboidrati raffinati. E ricordarsi di portare sempre con sé almeno una borraccia di acqua durante le passeggiate, da fare, possibilmente, sempre in compagnia.

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Un segno di solidarietà e speranza per le persone bisognose, per azioni di contrasto alla povertà economica ed al disagio sociale, aggravati dagli effetti della pandemia da Covid-19.

Le ACLI Sede provinciale di Vicenza aps rispondono all’appello della Caritas Diocesana Vicentina, in linea con quanto fatto gli scorsi anni, donando dei prodotti di prima necessità, per garantire l’igiene personale.

“Si tratta di un progetto continuativo, che proponiamo – spiega il presidente delle ACLI Sede provinciale di Vicenza aps, Carlo Cavedon – per dare un aiuto alla Caritas Diocesana Vicentina con materiali di prima necessità per le persone bisognose. Un gesto che vuole rappresentare la vicinanza delle Acli alla Caritas ed a chi sta soffrendo. È, soprattutto, un segno che dimostra come i soldi del cinque per mille destinati alle Acli vanno al territorio ed alle fasce più deboli”.

Un’iniziativa che rappresenta chiaramente i valori dell’Associazione. “I valori della democrazia e la fedeltà alla Chiesa sono valori fondanti delle Acli – aggiunge il presidente Cavedon – tanto più in questo momento molto critico, che sta generando delle problematiche sociali ed economiche non di poco conto”.

L’attività rientra nell’ambito del progetto “Giustizia e Pace si baceranno: le ACLI di Vicenza aps con le persone e le istituzioni per la lotta alle diseguaglianze e per contrastare gli effetti della pandemia da Covid 19” finanziato con risorse del 5x1000 IRPEF anno 2020.

Soddisfazione per l’iniziativa realizzata da ACLI Sede provinciale di Vicenza aps è stata espressa anche da don Enrico Pajarin, direttore di Caritas Diocesana Vicentina: "Un grande grazie alle ACLI di Vicenza aps per aver rinnovato anche quest'anno una donazione di beni primari a favore di chi si rivolge ai nostri servizi dell'area grave marginalità. Il nostro impegno sarà ora quello di distribuirli alle persone più bisognose".

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Quali sono le spese di istruzione detraibili?

Come abbiamo detto, la detrazione sulle spese di istruzione distingue anzitutto fra studenti universitari e non universitari. Per quanto riguarda l’istruzione non universitaria (sia statale che privata) la detrazione spetta sulle spese sostenute per la frequenza di:

  • scuole dell’infanzia (scuole materne);
  • scuole primarie e scuole secondarie di primo grado (scuole elementari e medie);
  • scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori).

Per quanto riguarda invece l’istruzione universitaria (anche in questo caso sia statale che privata) la detrazione spetta sulle spese sostenute per la frequenza di:

  • corsi di laurea base;
  • corsi di laurea di specializzazione;
  • master universitari;
  • corsi di dottorato di ricerca;
  • istituti tecnici superiori (ITS);
  • nuovi corsi istituiti presso i Conservatori di Musica e gli Istituti musicali pareggiati;
  • corsi statali di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale.
Come si applica la detrazione sulle spese di istruzione?
La detrazione sulle spese di istruzione spetta nella misura del 19% in rapporto a un massimale di 800 euro per l’iscrizione e la frequenza delle scuole d’infanzia, primarie e secondarie. Sulle spese universitarie, invece, la detrazione è sempre del 19%, ma il massimale di spesa annua su cui viene calcolata la detrazione varia a seconda della tabella predisposta ogni anno dal MIUR che distingue gli atenei in base all’area geografica (Nord, Centro, Sud-Isole) e all’ambito disciplinare in cui si colloca il corso di studio (Area Medica, Area Sanitaria, Area Umanistico-Sociale, Area Tecnico-scientifica).

Come si chiede la detrazione sulle spese di istruzione?

Per poter usufruire della detrazione sulle spese di istruzione è necessario fare la dichiarazione dei redditi col Modello 730 o Modello REDDITI. Presentando la  documentazione inerente il corso di studio frequentato sarà possibile avvalersi della consulenza di CAF ACLI: i nostri esperti si occuperanno di elaborare e trasmettere la dichiarazione contenente i dati delle spese sostenute durante l’anno di riferimento, su cui verrà applicata la detrazione spettante.

Vuoi saperne di più sulla detrazione per le spese di istruzione?
 
Fonte www.caf.acli.it
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Per ottenere il bonus 200 eurocolf e badanti è necessario fare la domanda, non c’è nessuna erogazione automatica. L’importo non sarà anticipato dalle famiglie e i lavoratori domestici dovranno presentare una domanda telematica per ottenere il bonus che sarà pagato dall’INPS dal mese di luglio 2022.

A chi spetta il bonus? 

L’indennità sarà una tantum ed erogata solo a domanda, la condizione è di avere uno o più contratti di lavoro domestico in corso alla data del 18 maggio 2022.

Compila ora il modulo online  

Fai con noi la tua domanda. A richiedere online il bonus all’INPS, ci pensiamo noi. Il servizio è gratuito, affidati a mani esperte.

Vai su www.bonuscolfbadanti2022.info e compila il modulo online, oppure telefonando allo 0444/955002 per un appuntamento presso le sedi del patronato acli.

 

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Per i pensionati INPS è arrivato il momento della “quattordicesima” mensilità di pensione. Per la maggior parte degli aventi diritto, l’INPS provvede a pagare automaticamente questa mensilità aggiuntiva, sulla base dei redditi dei pensionati relativi agli anni precedenti. 

Per chi invece non ha mai ricevuto la quattordicesima INPS non avendo avuto in passato i requisiti o per altri motivi, ecco le informazioni da sapere per poterne richiedere il pagamento. 

Quali pensioni sono interessate all’erogazione della quattordicesima? 

La quattordicesima spetta ai titolari delle seguenti tipologie di pensioni: 

  • Pensione di vecchiaia 
  • Pensione di anzianità 
  • Pensione anticipata 
  • Pensione di invalidità o di inabilità 
  • Pensione ai superstiti 

 Non spetta invece sulle prestazioni di natura assistenziale come le invalidità civili, gli assegni sociali, rendite INAIL e trattamenti non INPS. 

Requisito anagrafico 

Il primo requisito importante è quello dell’età anagrafica: hanno diritto alla quattordicesima i pensionati che, alla data del 31 luglio 2022 abbiano almeno 64 anni di età. Per coloro che compiono i 64 anni di età nei mesi successivi, dal 1° agosto al 31 dicembre 2022, la mensilità aggiuntiva verrà liquidata con la rata della pensione di dicembre 2022. 

Requisito reddituale 

Per il diritto alla quattordicesima, viene considerato il reddito personale del pensionato (quindi non cumulando anche quello del coniuge) e gli anni di contributi versati prima del pensionamento. Sono considerate due diverse fasce reddituali determinate sulla base del trattamento minimo mensile che, nel 2022, ammonta a € 524,35.  

Limiti di reddito per il diritto alla QUATTORDICESIMA 2022 

 

1° fascia – Reddito fino a 1,5 volte al trattamento minimo 

2° fascia – Reddito fino a 2 volte al trattamento minimo 

Categorie 

Limite reddito 

Importo 14° 

Limite reddito 

Importo 14° 

Lav. dipendenti con meno di 15 anni di contributi  Lav. autonomi con meno di 18 anni di contributi 

fino a 10.224,83 

€ 437,00 

tra 10.325,83 e 13.633,1 

€ 336,00 

da 10.224,83 fino a 10.325,83 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 10.661,83 

Oltre 13.633,1 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 13.969,1 

 

Lav. dipendenti con più di 15 ma meno di 25 anni di contributi Lav. autonomi con più di 18 ma meno di 28 anni di contributi 

fino a 10.224,83 

€ 546,00 

tra 10.350,83 e 13.633,1 

€ 420,00 

da 10.224,83 fino a 10.350,83 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 10.770,83 

Oltre 13.633,1 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 14.053,1 

 

Lav. dipendenti con più di 25 anni di contributi Lav. autonomi con più di 28 anni di contributi 

fino a 10.224,83 

€ 655,00 

tra 10.375,83 e 13.633,1 

€ 504,00 

da 10.224,83 fino a 10.375,83 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 10.879,83 

Oltre 13.633,1 

importo ridotto in proporzione fino a massimo 14.137,1 

 

I pensionati che non riceveranno (o non hanno mai ricevuto) la quattordicesima e ritengono di averne diritto, possono verificare i requisiti sopra elencati rivolgendosi agli operatori del Patronato ACLI i quali forniranno l’assistenza e, eventualmente, presenteranno la richiesta all’INPS. 

Raffaele De Leo 

Fonte: patronato.acli.it

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Nel 730/2022 fa il suo debutto il credito d’imposta riservato ai giovani under 36 che nel 2021 o nel 2022 hanno acquistato la loro prima casa approfittando delle agevolazioni speciali introdotte dal Decreto Sostegni-bis 73/2021. Per l’esattezza, la norma produce i suoi effetti a partire dalla data (quindi dalle compravendite) del 26 maggio 2021 e resterà valida – salvo proroghe della formula under 36 – fino al 31 dicembre 2022. Ora, come riportato nella Circolare AdE 12/E del 14 ottobre 2021, il credito di imposta prima casa under 36 “può essere fatto valere in sede di presentazione della prima dichiarazione dei redditi successiva all’acquisto, ovvero della dichiarazione relativa al periodo di imposta in cui è stato effettuato l’acquisto stesso”.

In buona sostanza, dando per assodato che gli acquirenti under 36 del 2021 (periodo dal 26 maggio-31 dicembre) avranno atteso questo 730/2022 per inserire la richiesta del credito, va pure detto che lo stesso 730/2022 offre comunque ospitalità anche ai crediti spettanti a coloro che hanno acquistato casa nel 2022; per questi ultimi, quindi, c’è in ballo la doppia opportunità di dichiarare subito il credito nel 730/2022, come fanno gli acquirenti del 2021, oppure aspettare l’anno prossimo dichiarandolo nel 730/2023 (contatta CAF ACLI per avere assistenza).

Asse portante di queste disposizioni, come spesso accade quando si tratta di benefici concessi sulla base di soglie economiche selettive, è l’indicatore ISEE che non può superare quota 40.000 euro al momento dell'acquisto (per il calcolo ISEE è possibile Prenota il tuo appuntamento prenotare un appuntamento tramite l'area myCAF). L’altro requisito fondamentale è chiaramente quello dell’età anagrafica: under 36 vuol dire che il beneficio è concesso a coloro che non compiono 36 anni nello stesso anno in cui viene stipulato l’atto di acquisto della prima casa.

Quindi il fatto di non aver ancora compiuto 36 anni al momento della firma del rogito potrebbe non essere sufficiente. Se ad esempio la firma è avvenuta a febbraio 2022, quando il giovane aveva ancora 35 anni, ma poi il compimento dei 36 è scoccato ad aprile 2022, il beneficio non sarà applicabile. Sarà quindi necessario che in tutto l’anno 2022 il giovane acquirente non compia 36 anni.

Riassumendo: nell’attuale 730/2022 è possibile “riscuotere” i crediti relativi agli acquisti di prime case con la formula under 36 siglati nel 2021 (a partire dal 26 maggio) e nel 2022 prima di aver presentato la dichiarazione. Per rientrare nel beneficio devono essere acquisti soggetti a IVA, appunto perché il credito sarà pari all’IVA del 4% pagata sull’acquisto dell’immobile. Quel 4%, quindi, che produce in pratica l’effetto di una normale detrazione sull’imposta lorda, equivarrà al credito sottratto all’IRPEF dovuta in dichiarazione.

Fonte - www.caf.acli.it

 

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Per tutelare i lavoratori impiegati in attività particolarmente faticose e pesanti, è stata istituita la possibilità di anticipare l’età pensionabile che è stata mantenuta, seppur con alcune modifiche, dalla Legge Fornero del 2011. 

Le macro categorie dei lavori usuranti 

La normativa per i lavori usuranti è attivabile dai soli lavoratori dipendenti (sia del settore privato che del pubblico impiego) che abbiano svolto nell’arco della propria vita lavorativa talune attività. Le attività in questione sono riconducibili alle seguenti quattro macro-categorie. 

 Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, cioè coloro che svolgono lavori in galleria, cava o miniera; lavori ad alte temperature; lavori in cassoni ad aria compressa; attività per l’asportazione dell’amianto; attività di lavorazione del vetro cavo; lavori svolti dai palombari; lavori espletati in spazi ristretti. 

 Lavoratori notturni che lavorano su turni e prestano la loro attività per almeno 6 ore, per un numero minimo di giorni lavorativi all’anno non inferiore a 64; lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo; 

 Lavoratori addetti alla linea di catena impegnati all’interno di un processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione di tempi di produzione, che svolgono attività caratterizzate da ripetizioni costanti dello stesso ciclo lavorativo; 

 Lavoratori conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo. 

Per poter accedere alla pensione anticipata per i lavori usuranti, queste attività devono essere state svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di servizio, o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva. 

Il vantaggio per questi lavoratori consiste nella possibilità di accedere alla pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero. 

Gli “usuranti” quindi potranno accedere alla pensione con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, un’età minima pari a 61 anni e 7 mesi ed il quorum della quota 97,6. 

Come fare la domanda?

La domanda è telematica e deve essere corredata della documentazione necessaria a dimostrare l’avvenuto svolgimento dell’attività lavorativa usurante 

Le maggiori difficoltà sono legate alla ricerca della documentazione, quando si deve dimostrare un’attività usurante avvenuta nei primi anni di carriera lavorativa può succedere infatti che il tempo trascorso sia tale che la documentazione (la certificazione dei turni) non sia più archiviata o che addirittura non ci sia più il vecchio datore di lavoro. 

Gli uffici del Patronato ACLI sono a vostra disposizione per verifica, consulenza e assistenza nella preparazione e invio della domanda di pensione all’INPS:

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fonte www.patronato.acli.it

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Aggiungere vita agli anni: gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per lInvecchiamento in Salute.

 

L’ONU ha deciso di concentrare l’attenzione di una buona parte delle sue risorse dedicando il decennio 2020 - 2030 all’Invecchiamento in Salute: non è una novità per noi della FAP, che partecipiamo a livello nazionale all’iniziativa “Happy Ageing” fin dalla sua fondazione e che nel territorio da sempre proponiamo di formare e informare i nostri soci su temi della salute e della prevenzione. Ma questa volta ci pare importante sottolineare la notizia e porla alla vostra attenzione perché nel documento si collegano le buone pratiche del vivere bene ed in salute ai 17 Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile.

Il Decennio ONU sullInvecchiamento in Salute (2020-2030)” è una collaborazione mondiale allineata agli ultimi dieci anni degli Obiettivi sullo Sviluppo Sostenibile che mette insieme governi, società civile, agenzie internazionali, professionisti, mondo dell’accademia, i media e il settore privato per migliorare la vita dei più anziani, delle loro famiglie e delle comunità in cui vivono. La popolazione mondiale sta invecchiando più velocemente rispetto al passato e questa transizione demografica avrà un impatto praticamente su tutti gli ambiti della società.

Già oggi, sono più di 1 miliardo le persone che hanno più di 60 anni, la maggior parte vive in paesi con reddito medio basso. Molti non hanno accesso nemmeno alle risorse di base necessarie per una vita degna di essere vissuta. Molti altri si confrontano con molteplici barriere che li ostacolano in una piena partecipazione sociale. La pandemia da Covid-19 ha evidenziato il grande divario esistente nelle politiche, nei sistemi e nei servizi. Una decade di azioni globali e concertate è quindi necessaria ed urgente per assicurare ai più anziani una vita piena rispetto al proprio potenziale, degna e sostenibile all’interno di un ambiente sano.

A livello mondiale, non ci sono molte evidenze che le persone più anziane vivano oggi in condizioni di salute migliori delle precedenti generazioni. Inoltre, la buona salute in età anziana non è distribuita ugualmente, sia all’interno di una zona geografica che nel confronto tra più zone. Per esempio, c’è una differenza media di 31 anni rispetto ad una sana aspettativa di vita alla nascita e di 11 anni di previsione di vita salutare a 60 anni, se si confrontano le diverse nazioni. Una buona salute, infatti, aggiunge vita agli anni. Le opportunità che emergono dall’aumentare della longevità dipendono fortemente dall’Invecchiamento in Salute, alcune sono riportate nella Mozione Congressuale votata nel corso del recente Congresso Provinciale della FAP.

Vivere la terza età in buona salute, continuando a partecipare alle dinamiche della società per essere parte integrante delle famiglie e delle comunità.

Implicazioni negative, invece, sulle persone e sulla società, se la condizione anziana viene vissuta in condizioni di salute precaria, di isolamento sociale, o di forte dipendenza dalle cure.

Quattro sono le aree di intervento: la Promozione di un Ambiente amico dellinvecchiamento, Ostacolare i pregiudizi, lIntegrazione delle Cure e le Cure di Lungo Periodo.

Un ambiente amico dellinvecchiamento è semplicemente un luogo migliore nel quale crescere, vivere, lavorare, giocare ed invecchiare. Si può creare rimuovendo le barriere fisiche e sociali oltre che implementando politiche, sistemi, servizi, prodotti e tecnologie per un invecchiamento in salute e permettendo alle persone, di continuare a coltivare valori, interessi e affetti di una vita.

Nonostante i molti contributi apportati dalle persone più anziane alla società e lampia varietà di questi, restano purtroppo ancora molto radicate le propensioni negative nei confronti delle stesse.  

Stereotipi (come si pensa), pregiudizi (come ci si sente) e discriminazione (come si agisce) sono spesso il fondamento di questi atteggiamenti e influenzano le persone di ogni età, ma questo è particolarmente deleterio nei confronti del benessere e della salute delle persone anziane.

Le persone anziane hanno bisogno di un accesso agevolato a servizi sanitari di buona qualità che comprendano la promozione, la prevenzione, cure riabilitative e palliative; vaccini e medicine essenziali di buona qualità, sicure, a buon prezzo ed efficaci; cure dentali e tecnologie assistive, ma che allo stesso tempo assicurino un impatto finanziario non troppo elevato.

Il declino significativo nella capacità fisica e mentale può limitare l’abilità delle persone anziane nel curarsi e nel partecipare alla società. Laccesso a tecnologie assistive e di supporto, alla riabilitazione e ad ambienti inclusivi può migliorare la situazione; d’altronde molte persone raggiungono una fase della vita nella quale non ci si può più curare senza supporto o assistenza. Laccesso a cure di lungo termine di buona qualità è essenziale affinché tali persone mantengano le loro abilità funzionali, godano dei diritti umani fondamentali e vivano con dignità.

Il documento ONU propone quindi azioni, indicatori e dati disaggregati collegati alla maggior parte dei 17 Obiettivi ONU sulla Sostenibilità.

Per i soci FAP della nostra provincia è accessibile un corso sulla Conferenza di Parigi sul Clima del 2015 e sull’Agenda ONU 2030 e uno dal titolo “Invecchiare Bene ed in Salute”; per iscriversi basta cliccare sotto sul pulsante FAP FORMAZIONE per ricevere le credenziali di accesso. La formazione e linformazione sono i due pilastri che sostengono la partecipazione ad una vita in salute, lo saranno sempre di più per poter accedere alle agevolazioni che le istituzioni pubbliche e private mettono a disposizione dei pensionati e delle loro famiglie.

 

 

 

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