Articoli filtrati per data: Novembre 2024
ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: ENTRO IL 30 GIUGNO LA DOMANDA PER NON PERDERE GLI ARRETRATI
L’Assegno Unico Universale viene calcolato in base alla presenza nel nucleo familiare di figli minorenni o maggiorenni fino ai 21 anni e del valore del modello ISEE.
I pagamenti
In base alle istruzioni fornite dall’Inps, per le domande presentate dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022 il pagamento è previsto a marzo (dal 15 al 21 del mese), mentre, per le domande presentate successivamente, il pagamento verrà effettuato il mese successivo alla presentazione delle stesse.
Coloro i quali non hanno ancora presentato la richiesta, dovranno presentarla entro e non oltre il 30/06/2022 per non perdere gli arretrati di tale assegno dal 1° marzo 2022.
Quanto spetta
Per ciascun figlio minorenne spetta un importo pari a:
- 175 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;
- L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;
- 50 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.
Per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento dei 21 anni di età anagrafica spetta un importo pari a:
- 85 euro mensili in presenza di un ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;
- L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;
- 25 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.
L’Assegno Unico Universale è una prestazione universalistica indirizzata a tutti i nuclei familiari a prescindere dalle condizioni economiche: in assenza di modello ISEE o in presenza di un ISEE superiore ai 40.000 euro, spetta la misura minima di assegno mensile.
Fai con noi la tua domanda
La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica all’INPS
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Fonte: Katia Marazzina - Patronato acli nazionale
Anziani e strumenti digitali: quando le mani sono in difficoltà
Alle prese con smartphone, tablet e computer, gli ultrasessantenni si stanno adeguando alle sfide digitali, per migliorare le relazioni sociali, vincere la solitudine, accedere a servizi di grande utilità. Tuttavia, bisogna fare attenzione anche agli aspetti pratici.
Alcuni consigli preziosi
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una forte evoluzione tecnologica e digitale in molteplici settori e particolarmente in quelli della informazione e comunicazione.
Le nuove generazioni “nascono” con lo smartphone, sono abili navigatori dei più svariati social network e costantemente connessi con il resto del mondo. E gli anziani? Come reagiscono le persone anziane nate e cresciute “con carta e matita” a questo costante bombardamento digitale? Forse ci sorprendiamo a scoprire che recenti ricerche mostrano che in Italia l’80% delle persone con più di sessant’anni ha utilizzato internet almeno una volta. Sicuramente è diversa la manualità con cui le persone più “mature” utilizzano i mezzi tecnologici rispetto alle nuove generazioni, ma gli anziani dimostrano una grandissima capacità di adattamento all’evoluzione della società, imparando a sfruttare in modo intelligente (forse più intelligente delle citate nuove generazioni..) i vantaggi che la tecnologia può offrire. Alcuni utilizzano il cellulare per tenersi in contatto con i famigliari che vivono lontano, altri imparano anche a mandare messaggi e ad effettuare videochiamate con l’estero, a inviare e- mail e fotografie. Questo ci fa capire l’importanza del telefonino (smartphone) per la persona anziana come potenziale strumento per combattere l’emarginazione sociale e l’isolamento. Gli over 65 si destreggiano bene anche con il computer, per accedere ai servizi sanitari (come lo scaricamento dei referti on line o prenotare una visita medica) o gestire a domicilio apparecchiature sanitarie o logistiche digitali per l'assistenza propria o di congiunti, ma anche per fare acquisti sugli e-commerce e per chattare sui social network.
Secondo i dati delle ricerche, ad oggi il 50,3% degli italiani sono iscritti a Facebook e di questi l’11% sono anziani. Un’indagine svolta dall’agenzia regionale sanitaria delle Marche in collaborazione con una Università inglese ha dimostrato che gli anziani che utilizzano i social network si sentono meno soli e che l’utilizzo dei social da parte delle persone anziane abbasserebbe di circa il 30% il rischio di ammalarsi di depressione. Altri sondaggi ci informano che si stanno sempre più diffondendo, tra le persone anziane, gli abbonamenti e la lettura on-line dei quotidiani. La pandemia da Covid-19 con i “lockdown” e le “zone rosse” ha dato un ulteriore impulso a queste forme di comunicazione digitale.
Una limitazione all'utilizzo da parte degli anziani di queste tecnologie è rappresentata da alcune patologie che sono più frequenti, se non esclusive, di questa tipologia di utenti. Non rari sono ad esempio i disturbi alle mani dovuti alla sindrome del tunnel carpale, alle contratture di Dupuytren, all'artrite reumatoide e all'artrosi delle articolazioni delle spalle e della colonna e ai diversi tipi di tremori.
Un interessante articolo su “Harvard Health Letter”, (marzo 2022) della Harvard Medical School di Boston, fornisce qualche consiglio pratico per chi, anziano o no, deve gestire l’uso dei dispositivi digitali, pur avendo patologie alle mani o altre situazioni che rendano problematico il loro uso. Eve Kennedy-Spaien, esperta in programmi di gestione del dolore, presso l'ospedale di riabilitazione Spaulding affiliato ad Harvard spiega che “ il problema è il movimento ripetitivo delle dita su una tastiera o l'allungamento delle dita su un mouse per direzionarlo; con un telefono o un tablet, è critico il movimento ripetitivo con una mano e la presa sostenuta con l'altra”. La stessa esperta ricorda e consiglia alcune piccole strategie che possono sembrare ad un primo approccio di poco valore ma che in realtà possono diventare preziosi consigli comportamentali soprattutto quando si passa molto tempo ad utilizzare strumenti digitali per lavoro, per comunicare con famigliari e amici, per esigenze sanitarie o amministrative o anche solo per hobby.
Distribuisci il lavoro. “Scrivi solo con il pollice o con l'indice? Questo può portare a lesioni da uso eccessivo. Invece, distribuisci il lavoro tra le dita e le mani. E' utile alternare le dita che stanno facendo il lavoro". "Se usi il mouse solo con la mano destra, prova a usare qualche volta la mano sinistra. Oppure cambia la mano che usi per tenere uno smartphone."
Effettua pause “Utilizzare un computer o uno smartphone è un'attività sedentaria. Ti impedisce di essere attivo e limita il flusso di sangue alle tue mani, il che le rende più rigide e difficili da muovere. Per combatterlo, prenditi delle pause programmate prima ancora di sentire il bisogno di fermarti. Nel momento in cui le tue mani si lamentano, la situazione si è già aggravata e ci vuole più tempo per tenere sotto controllo il dolore e la rigidità e finisci per aver bisogno di una pausa più lunga", dice sempre Kennedy-Spaien. "Fai una pausa di cinque minuti dopo 45 minuti di attività. Alzati, bevi un sorso d'acqua o fai qualsiasi cosa che cambi completamente la tua posizione."
Mantieni flessibili i polsi e le mani “È importante mantenere i polsi e le mani agili. Inizia dai polsi, tenendo fermi gli avambracci e muovendo lentamente i pugni in cerchio. Quindi, apri e chiudi delicatamente i pugni, allungando le dita se puoi”. E ancora: "Assicurati che le dita siano allineate e si muovano insieme e che nessun dito stia andando avanti o indietro rispetto agli altri, il che può accadere quando hai l'artrite", consiglia sempre Kennedy- Spaien.
Utilizzare la terapia del caldo o del freddo. Le terapie del calore e del freddo hanno usi diversi. Il calore è lenitivo e rilassa i muscoli. È utile prima di digitare o utilizzare il telefono per un periodo prolungato. "Fa bene alla rigidità ma non al gonfiore", dice Kennedy-Spaien. "Il calore umido si fa più profondo nei tessuti e nelle articolazioni. È possibile ottenere calore umido da ammolli caldi per le mani o utilizzando guanti termici umidi da microonde." Il ghiaccio è un antinfiammatorio e un antidolorifico. "È meglio per tendiniti o articolazioni gonfie e calde. E' un aiuto dopo aver usato le mani per molto tempo ". Prova un impacco di ghiaccio, guanti per la terapia del freddo (con le confezioni di gel che tieni nel congelatore) o immergere le mani in acqua ghiacciata. Limita le sessioni di terapia a 20 minuti, per evitare di danneggiare la pelle.
Evitare posizioni scomode della mano Tenere o muovere le mani in modi innaturali può causare dolore. Ad esempio, forse stai raggiungendo il mouse con solo il polso; torci il polso mentre tieni lo smartphone; o appoggi il portatile sulle dita. Tutte queste attività mettono pressione sulle articolazioni e sui piccoli muscoli. "Usa i muscoli più grandi, come l'intero braccio, per muovere il mouse e tenere il peso lontano dalle dita", suggerisce Kennedy-Spaien.
Per chi poi ha necessità di utilizzare per più ore ogni giorno apparecchi digitali, esistono anche alcuni strumenti che possono facilitare l’uso, sia intensivo che temporaneo: assistenti "virtuali" o funzionalità voce-testo che possono compiere in nostra vece determinate operazioni come inviare messaggi o e-mail tramite comandi vocali, archiviare etc..; un mouse comodo, uno stilo a presa larga, un supporto per smartphone, “poggiapolsi” di gel, una seduta comoda e attiva.
Giornata della Donna. Coordinamento Donne Acli l’8 marzo resista come ricorrenza celebrativa
“Le donne sono un motore economico fondamentale per la società di oggi e non solo per il lavoro di cura e assistenza. Di fronte alla disparità di genere che sta penalizzando le donne, a partire dal lavoro, è necessario ribadire il valore della presenza femminile nella società soprattutto in questo periodo di crisi”. Con queste parole la coordinatrice delle Donne Acli, Elisabetta Zanon, interviene portando la voce delle ACLI di Vicenza aps in occasione di una delle ricorrenze più sentite dall’Associazione.
E sull’esigenza di non dimenticare l’8 marzo, la coordinatrice Donne Acli di Vicenza, Elisabetta Zanon, è chiara: “è più che mai necessario che l’8 marzo resista come ricorrenza celebrativa della Donna, perché offre l’occasione di riflettere su temi e problemi economici e sociali che, ancora troppo spesso, non vengono presi in adeguata considerazione”.
Spese tracciabili detrazione Modello 730
Da qui la domanda: a chi va la detrazione? Può il coniuge A – intestatario del documento di spesa – portarsi in dichiarazione una spesa che di fatto è stata pagata da B? Secondo l’Agenzia delle Entrate sì, perché non viene meno la ratio sostanziale della norma, ovvero quella di “assicurare” l’effettuazione della spesa con metodi tracciabili, a prescindere da quale “tasca” venga poi effettivamente sborsato l’importo.
L’indicazione è di non poco conto, ovviamente in previsione dell’adempimento dichiarativo del Modello 730/2022 (per cui è possibile contattare CAF ACLI), in riferimento all’anno 2021. Ricorderete che dal 2020 è stato introdotto l’obbligo indistinto di effettuare con metodo tracciabile (vedi assegni, bonifici, bancomat, card elettroniche, app, ecc) le spese per cui in dichiarazione vale la detraibilità al 19%, salvo che per i medicinali e per le spese mediche in strutture pubbliche o private convenzionate col SSN.
L’obbligo, allora, nella testa del contribuente comporta il dubbio del supplemento documentale riferito alla spesa e della sua eventuale rilevanza ai fini del beneficio fiscale: se la spesa deve essere tracciata, servirà anche la ricevuta del bancomat? E il bancomat dovrà per forza essere intestato alla stessa persona che poi detrarrà l’onere?
Proprio su questo verte l’interpello dell’Agenzia che con estrema chiarezza risponde: “Si ritiene che l'onere possa considerarsi sostenuto dal contribuente al quale è intestato il documento di spesa (cioè in sostanza la fattura del negozio o della ditta, ndr), non rilevando a tal fine l'esecutore materiale del pagamento (cioè la persona titolare della carta, ndr) aspetto quest'ultimo che attiene ai rapporti interni fra le parti. Tuttavia, tenuto conto della ratio della disposizione in esame, occorre assicurare la corrispondenza tra la spesa detraibile per il contribuente ed il pagamento effettuato da un altro soggetto”.
Quindi, in parole povere, torniamo alla premessa: se la fattura – facciamo un esempio – di un dispositivo medico è intestata al coniuge A, ma l’importo del pagamento è partito materialmente dalla carta di credito di B, la detrazione può tranquillamente essere accreditata ad A, perché ciò che più preme al legislatore (la ratio della norma) non è tanto che vi sia corrispondenza fra chi acquista materialmente il bene e chi invece ne è l’intestatario, piuttosto che venga soddisfatto l’obbligo di tracciamento della spesa, a condizione ovviamente che tra la fattura/ricevuta di acquisto e lo scontrino del pagamento vi sia piena corrispondenza sull’importo.
Luca Napolitano - Sede Nazionale Caf Acli
BONUS ASILO NIDO 2022
E' possibile inoltrare domanda del “bonus asilo nido2022"
Cosa si ottiene?
importo del buono fino a un massimo di 3.000 euro sulla base dell’ ISEE minorenni, in corso di validità, riferito al minore per cui è richiesta la prestazione.
Il premio è corrisposto direttamente dall’INPS su domanda del genitore.
Domanda da presentare entro il 31.12.
Chi può ottenere il bonus?
La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato in possesso dei seguenti requisiti :
- cittadinanza italiana;
- cittadinanza UE;
- permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (l’Istituto, in ottemperanza alle pronunce degli organi giudiziari ed in attesa delle definitive decisioni in materia, provvede – allo stato – all’esame delle domande presentate anche dai cittadini extracomunitari che non sono titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo);
- carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea; (art. 10, decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30);
- carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza dell’Unione europea (art. 17, d.lgs. 30/2007);
- status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
- residenza in Italia;
- relativamente al contributo asilo nido, il genitore richiedente deve essere il genitore che sostiene l’onere del pagamento della retta;
- relativamente al contributo per forme di assistenza domiciliare, il richiedente deve coabitare con il figlio e avere dimora abituale nello stesso comune.
Tutti i requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda.
In caso di adozioni o affidamenti preadottivi verrà presa in considerazione la data più favorevole tra il provvedimento di adozione e la data di ingresso in famiglia del minore, purché successivo al 1° gennaio 2016.
Domanda
Nel caso in cui il richiedente intenda accedere al bonus asilo nido si ricorda che, ai fini del rimborso, è necessario che la domanda sia presentata dal genitore che sostiene il pagamento della retta.
Il genitore richiedente dovrà specificare nella domanda se l’asilo nido frequentato dal minore sia pubblico o privato autorizzato e indicare, in tal caso, oltre alla denominazione e al codice fiscale della struttura, anche gli estremi del provvedimento autorizzativo.
Il richiedente dovrà indicare, inoltre, le mensilità relative ai periodi di frequenza scolastica compresi tra gennaio e dicembre 2021, per le quali intende ottenere il beneficio. Ciò permetterà di accantonare gli importi relativi ai mesi prenotati. Il sistema di acquisizione della documentazione non permetterà quindi di allegare documentazione per mensilità non specificate in fase di domanda, per le quali pertanto non sarà prenotato il budget. Nel caso in cui si intenda richiedere il bonus per mesi ulteriori rispetto a quelli già indicati, anche se per lo stesso minore, sarà necessario presentare una nuova domanda, anch’essa sottoposta alla verifica della disponibilità del budget stanziato. Alla presentazione della domanda dovrà essere allegata la documentazione comprovante il pagamento della retta relativa ad almeno un mese di frequenza per cui si richiede il beneficio oppure, nel caso di asili nido pubblici che prevedono il pagamento delle rette posticipato rispetto al periodo di frequenza, la documentazione da cui risulti l’iscrizione o comunque l’avvenuto inserimento in graduatoria del bambino. Conclusa la fase di allegazione contestuale e inserite tutte le informazioni richieste, la domanda sarà protocollata ai fini dell’impegno del budget richiesto. Le ricevute corrispondenti ai pagamenti delle rette relative ai mesi successivi dovranno essere allegate entro la fine del mese di riferimento e, comunque, non oltre il 1 aprile 2023.
In ogni caso il rimborso avverrà solo dopo aver allegato la ricevuta di pagamento.
La prova dell’avvenuto pagamento potrà essere fornita tramite: ricevuta, fattura quietanzata, bollettino bancario o postale e, per i nidi aziendali, anche tramite attestazione del datore di lavoro o dell’asilo nido, dell’avvenuto pagamento della retta o trattenuta in busta paga.
Nel caso in cui una delle suddette ricevute sia relativa al pagamento di più mesi di frequenza, il file dovrà essere allegato rispetto ogni mese a cui si riferisce. (Esempio: al fine di ricevere il contributo per tutti i mesi compresi nell’intervallo, gennaio-marzo, l’eventuale fattura cumulativa andrà allegata con riferimento a ogni mensilità). Qualora, invece, per lo stesso mese siano presenti più fatture occorre allegarle in un unico file
La documentazione di avvenuto pagamento dovrà indicare:
- la denominazione e la partita iva dell’asilo nido;
- il codice fiscale del minore;
- il mese di riferimento;
- gli estremi del pagamento o la quietanza di pagamento;
- il nominativo del genitore che sostiene l’onere della retta.
Domanda bonus per le forme di supporto presso la propria abitazione
Nell’ipotesi in cui si intenda accedere al bonus per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione, il genitore richiedente dovrà allegare, all’atto della domanda, un’attestazione rilasciata dal pediatra di libera scelta, che dichiari per l’intero anno di riferimento, “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”. In tale ipotesi l’Istituto erogherà il bonus in un'unica soluzione.
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Il ruolo dei Medici di Medicina Generale nella riorganizzazione della medicina territoriale
IL MEDICO DI FAMIGLIA DEVE CONSERVARE LA PROPRIA AUTONOMIA, IN UN RAPPORTO DI FIDUCIA CON I PAZIENTI E CON UNA PRESENZA CAPILLARE SUL TERRITORIO
Nello scorso mese di gennaio è stato firmato l'Accordo collettivo nazionale (Acn) per la Medicina generale 2016-2018. L’accordo è infatti relativo ancora al biennio 2016/2018 e riguarda 40 mila Medici (sui totali 44.000 circa) di medicina generale perché è stato al momento sottoscritto dal sindacato maggioritario Fimmg (Federazione Italiana Medici Medicina Generale) e dalla Cisl Medici. Un traguardo importante dopo una lunga ed impegnativa trattativa e che contiene aspetti innovativi per la medicina del territorio ed è fondamentale per colmare il ritardo accumulato in questi anni di emergenza pandemica in cui i Mmg ( molti dei quali sono tra i 370 medici deceduti per covid-19) hanno lavorato senza Acn, e sono stati in prima linea con compensi inadeguati, e soprattutto “spesso sono stati lasciati soli e senza adeguati supporti da parte delle Aziende sanitarie” (Silvestro Scotti Segretario nazionale della Fimmg).
Abbiamo assistito in questi mesi di pandemia a dei grossi limiti e alle tante carenze della medicina territoriale che si è dimostrata sicuramente impreparata, in gran parte delle Regioni, a far fronte alla assistenza e alla cura dei pazienti, soprattutto degli anziani, colpiti dal Covid 19, molti dei quali sono deceduti. Ma nonostante questo, in base ai dati raccolti da un’indagine condotta da Euromedia research (giugno 2021), il 77,5% degli intervistati dimostra piena fiducia e considera il ruolo del Medico di famiglia centrale nella vita e nella quotidianità delle persone.
Tra le novità più importanti dell'accordo siglato c'è l’evoluzione del modello organizzativo territoriale attraverso l’istituzione su tutto il territorio nazionale delle Aggregazioni Funzionali Territoriali dei Mmg (AFT già previste in Veneto ormai da una decina di anni anche se non ancora completamente realizzate) vale a dire una decisa opzione per il lavoro di gruppo dei Mmg.
In questi mesi, inoltre, si è sviluppato un forte dibattito rispetto al rapporto di lavoro dei Mmg nelle Aziende sanitarie locali.
A sollevare il problema, che ha visto l'immediata opposizione dei sindacati dei Mmg, sono stati, nello scorso mese di settembre gli Assessori regionali alla salute che hanno firmato un documento in cui propongono il passaggio dei Mmg alla dipendenza alle Regioni o di accreditarli oppure infine di avviare un regime misto. Nel documento si fanno varie ipotesi sul futuro inquadramento dei medici ma viene ribadito anche un punto fermo che sembra essere in realtà incompatibile proprio con la dipendenza: il rapporto fiduciario con i pazienti deve restare perché tutti i cittadini continuino ad avere un medico di famiglia o un pediatra di riferimento. Il documento sostiene inoltre che l'obiettivo è di portare, quando possibile, le cure a casa dei cittadini o comunque vicino, in ambulatori e presidi sanitari presenti nelle città e nei paesi. In questo senso si stanno definendo, come è noto, le "Case della Comunità", l'unico modo, secondo gli Assessori regionali, per dare una risposta ai cittadini "anche perché è già stato avviato con i finanziamenti previsti nel PNRR, un investimento non indifferente su queste strutture". Gli Assessori regionali aggiungevano, sempre nel documento, che per come è organizzata oggi la medicina generale da un lato "non riesce ad essere valorizzata all'interno dei sistemi regionali, diventando un ostacolo al percorso di sviluppo e ristrutturazione". E dall'altro non consente di attuare un sistema di controllo adeguato considerato che per quanto riguarda la convenzione "non si contempla un sistema di valutazione che abbia delle effettive ricadute e possa costituire un incentivo". Ovvero non è possibile intervenire su chi sbaglia o non fa il proprio dovere.
A sostegno della opposizione dei Mmg alla proposta degli Assessori regionali è arrivato in questi giorni il “Rapporto Mercer” coordinato dall' ex ministro del Wellfare Maurizio Sacconi, centrato proprio sulla riforma della medicina territoriale, i cui risultati vanno nella direzione di sostenere la posizione dei Mmg di continuare ad auto-organizzarsi e convenzionarsi senza passare alla dipendenza che si configurerebbe come compromesso perdente per loro e anche per i cittadini e per lo stesso Servizio Sanitario Nazionale.
Il documento - nel ricordare che il Recovery Plan stanzia 7 miliardi per 1350 Case della Comunità dove ospitare Mmg e Pediatri ma anche Infermieri di comunità, Medici specialisti (cardiologo, pneumologo, diabetologo), Assistenti sociali, Logopedisti, Fisioterapisti- esplora l'ipotesi di trasformare il Mmg in pubblico dipendente. Scarta questa ipotesi perché il paziente, perderebbe la libertà di scelta e il rapporto fiduciario, non aderirebbe alle cure; inoltre i medici costerebbero di più sia perché godrebbero di ferie, permessi, assenze e sostituzioni a carico del Ssn, sia perché per l'Azienda Sanitaria crescerebbero gli oneri di conduzione di strutture e strumenti di sua proprietà. Tutto ciò, a fronte di orari di reperibilità più limitati per gli utenti, di scarsi incentivi data la ridotta quota di compenso legata alla performance, di minor tempo per la formazione continua, di rigidità strutturali nel garantire la prossimità fin qui offerta dagli studi "capillari". Inoltre secondo simulazioni l’Enpam che è l'ente di previdenza dei medici, con il passaggio a dipendenza, genererebbe nella Fondazione una voragine di ben 84 miliardi di euro.
Il Rapporto Mercer ipotizza una soluzione sul tipo delle “società tra professionisti-StP” previste dall' all'articolo 10 della legge 183/2011. La figura giuridica della StP (Società tra Professionisti) iscritta all'ordine, consentirebbe a ciascuno dei medici partecipanti di convenzionarsi con il SSN "garantendo, nel rapporto fiduciario pure la qualità dei colleghi destinati a sostituirlo". Stipendio e contributi andrebbero al singolo professionista che partecipa alle spese della struttura. Non è esclusa però per la StP la possibilità di avvalersi di una cooperativa di servizio dei Mmg come quelle oggi esistenti per le attività di supporto e il contenimento dei costi di acquisto.
Anche la Fimmg, che, come detto, è il sindacato più rappresentativo dei Medici di famiglia, nei mesi scorsi ha elaborato un documento inviato alle istituzioni, con le proposte per una revisione della Medicina generale. I Medici di famiglia ribadiscono la disponibilità a ridiscutere nuove modalità operative ma "blindano" la capillarità degli studi e lanciano la proposta di una rete "Hub&Spoke" con le Case della Comunità (nel ruolo di Hub) previste dal PNRR, asserendo che solo mantenendo gli studi aperti in forma di Aggregazioni funzionali territoriali (Spoke) si riesce a preservare il rapporto fiduciario che li lega al paziente. "La medicina di famiglia - si legge nel documento - va vista in quanto Lea (Livello essenziale di assistenza) e a partire da questo presupposto va sostenuta come mai è stato fatto fino a oggi malgrado i proclami. Il convenzionamento è l'unico rapporto possibile”.
Questo del ruolo del Medico di medicina generale nella ormai imminente riorganizzazione della medicina territoriale, è dunque uno dei nodi centrali che va quanto prima risolto nell'interesse prioritario della assistenza sanitaria alle persone e della riuscita del processo stesso di riorganizzazione.
Le ACLI di Vicenza aps sull’invasione russa dell’Ucraina
Le ACLI di Vicenza aps esprimono la loro preoccupazione ed una condanna ferma e decisa per l'invasione russa dell'Ucraina e per le conseguenze che tale atto sta causando a civili inermi ed alle istituzioni democratiche pubbliche e private del Paese.
“Sebbene siano stati attivati sforzi diplomatici intensi in queste ultime settimane, al fine di prevenire l'attacco militare – commenta il presidente provinciale delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – il presidente russo Putin ha scelto la via dei muscoli e della forza per imporre un suo preciso scopo geopolitico: una pseudo restaurazione dell'Urss. La scusa di andare in soccorso delle repubbliche in maggioranza filorusse del Donetsk e Luhansk nel Donbass è stata fin da subito poco credibile, visto l'immenso numero di truppe schierate da mesi al confine con l'Ucraina: l'intento era ben diverso ed in queste ore ne abbiamo la prova. La storia stessa, con l'annessione, di fatto, dei territori di Abkhazia, Ossezia e Transnistria georgiani e più recentemente della Crimea, dimostra come la strategia fagocitante voluta da Putin verso le ex repubbliche sovietiche sia in atto da più di 20 anni”.
Il punto di vista delle ACLI di Vicenza aps è chiaro: “La Nato ha delle colpe, sia con il precedente storico dell'intervento in Serbia e del bombardamento di Belgrado, che con la possibile adesione dell'Ucraina all'Alleanza Atlantica, visto che era ben noto come tale adesione avrebbe aumentato il sentore di minaccia ed accerchiamento per la Russia. L'Europa stessa, da questa situazione, dovrà trarne le dovute conclusioni e fare un passo decisivo verso la costituzione di una difesa comune strutturata: poggiare le proprie necessità di difesa solamente sull'intervento americano non è più sufficiente”.
Il contesto europeo è preoccupante. “Non possiamo non evidenziare – sottolinea il presidente Cavedon – come sia stato a tratti deprimente vedere diversi leaders europei andare a trattare con Putin, anziché avere un unico interlocutore europeo che chiarisse le posizioni dell'Ue: solamente un'Europa più unita e che parli con un'unica voce potrà essere credibile e salvaguardare le libertà acquisite dal dopoguerra ad oggi. Quanto sta succedendo in queste ore evidenzia la fragilità di alcuni Stati europei, in particolare dell'Italia, sul versante energetico: urge un piano strategico che ci permetta di sganciarci dal cappio del gas russo”.
Le ACLI di Vicenza aps aderiranno alla giornata di digiuno per la pace promossa per il prossimo 2 marzo da Papa Francesco, con la speranza, seppur tenue, che l'attacco russo ora in atto si esaurisca rapidamente e con il minor numero di vittime possibile: il rischio di una guerra civile nel cuore dell'Europa è un rischio molto elevato che avrà ripercussioni su tutti noi.
“Le risoluzioni dei conflitti internazionali basati sull’uso delle armi – conclude il presidente Cavedon – non portano mai a soluzioni giuste, stabili e costruttive: la storia ce lo insegna”.
Un nuovo bonus INPS per genitori disoccupati o monoreddito con figli disabili
In attuazione di quanto già previsto dalla legge di Bilancio 2021 (art. 1 commi 365 e 366 Legge 178/2020) INPS comunica l’apertura delle procedure per richiedere il nuovo contributo economico a sostegno delle famiglie con basso reddito e con figli disabili a carico.
Con il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 12 ottobre 2021 sono stati individuati i destinatari, le modalità di presentazione delle domande e di erogazione dei contributi.
Possono richiedere il bonus i genitori con figlio/i disabili a carico (per figlio a carico, si intende un figlio con reddito non superiore a 4.000 euro, se entro i 24 anni di età, e non superiore a 2.840,51 euro se maggiore di 24 anni), la cui disabilità dovrà essere riconosciuta nella misura non inferiore al 60%.
I possibili beneficiari sono:
- genitori disoccupati o monoreddito (con reddito annuo da lavoro dipendente non superiore a 8.145 euro o 4.800 euro se autonomi);
- nuclei familiari monoparentali (con ISEE non superiore a 3.000 euro).
Il contributo è erogato su richiesta dell’interessato per gli anni 2021, 2022 e 202
Andrà anche allegata l’autocertificazione del possesso dei requisiti e da subito indicata la scelta della modalità di messa in pagamento:
- bonifico domiciliato presso ufficio postale;
- accredito su IBAN di conto corrente bancario, di carta ricaricabile o di libretto postale.
Il bonus sarà erogato da Inps con cadenza mensile per l’intero anno e vedrà un importo variabile, fino ad un massimo di 500 euro netti. L’importo del bonus, in base al numero di figli disabili a carico, varierà tra 150 per un solo figlio, 300 euro per due figli e 500 euro per tre o più figli.
INPS comunica inoltre che il contributo è cumulabile con il Reddito di cittadinanza e non concorre alla formazione del reddito.
Ricordiamo che andrà comunicata a Inps ogni variazione sulla perdita del diritto al bonus, che decade in caso di:
- decesso del figlio;
- perdita della potestà genitoriale;
- affidamento del figlio a terzi o ricovero presso una struttura residenziale di cura a carico dello Stato.
I genitori interessati a presentare la domanda possono rivolgersi alle sedi del Patronato Acli di Vicenza previo appuntamento.
I nostri operatori sono pronti a darti assistenza in caso di eventuali richieste:
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Essere in sovrappeso non è solo una questione “estetica” ma espone a rilevanti rischi di salute
Mangiare sano non è poi così difficile: alcuni suggerimenti semplici, di facile e graduale attuazione
Tutti siamo consapevoli che dobbiamo mangiare in modo più sano.
Perché abbiamo difficoltà a farlo? Dobbiamo superare il pregiudizio che il cibo sano sia più costoso, difficile da cucinare e poco gustoso.
Le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono che in Italia sono 18 milioni gli adulti in sovrappeso (35,5%) e 5 milioni quelli obesi, una persona su dieci; inoltre il 30% dei bambini è in sovrappeso e il 9,4% è obeso (dati del 2019). Negli ultimi trent’anni l’incidenza del sovrappeso ha visto un aumento del 30 per cento e l’obesità è aumentata del 60%. È poi ben noto che con riferimento all'impatto del Covid-19, l’obesità è una delle cause più frequenti di comorbilità nei deceduti per coronavirus, che spesso si accompagna a ipertensione, diabete e a un sistema immunitario meno efficiente.
Eppure, chiunque di noi, richiesto di elencare i cibi sani che fanno bene alla nostra salute non avrebbe alcuna difficoltà a recitarli a memoria: basta seguire una dieta mediterranea con più frutta, verdura e legumi; meno cereali e meglio se integrali; più pesce, meno carne rossa e cibi trasformati e confezionati; contenere il consumo di grassi da condimento privilegiando olio extra vergine di oliva e oli vegetali, con meno sale e zuccheri, bere molta acqua.
Infatti, negli ultimi anni i media quotidianamente sui giornali, in televisione e sui social offrono proposte dietetiche le più diverse ma che alla fine convergono tutte, almeno quelle che si basano su studi scientifici controllati, sui sintetici consigli sopra riportati.
Sembrerebbe dunque abbastanza semplice, eppure c'è una grande discrepanza tra ciò che sappiamo sulla alimentazione salutare e i comportamenti alimentari che mettiamo in atto, come documentano alcune ricerche recenti. Tra queste, particolarmente interessante quella condotta da Renata Bracale, professore associato in Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi del Molise, ed altri ricercatori italiani che hanno pubblicato sulla Rivista “Eating and Weight Disorders Bulimia and Obesity (n. 25, 2020), un’indagine mirata condotta su 27.540 soggetti tesa a verificare l’aderenza degli italiani adulti ai dettami della dieta mediterranea. I risultati hanno indicato che le abitudini alimentari e di vita degli intervistati sono distanti da tali dettami. Infatti più della metà degli intervistati ha dichiarato uno scarso consumo di tutti gli elementi base della piramide (es. frutta, verdura e cereali) e un consumo superiore a quello raccomandato di dolci, carni rosse e carni lavorate. Un altro risultato che merita attenzione è il fatto che in particolare, le donne e gli anziani, consumano quantità insufficienti di alcuni alimenti chiave inclusi nella piramide alimentare.
Ma perché, se sappiamo mangiare sano, solo una minoranza lo fa? Parte del problema risiede nelle ipotesi sbagliate delle persone.
Teresa Fung, professore a contratto di Nutrizione presso la T.H. Chan School of Public Health di Harvard, Boston, ha provato a fornire alcune spiegazioni e a proporre dei consiglia comportamentali in un interessante articolo apparso su “Harvard Men's Health Watch” (n.7, febbraio 2022), scritto pensando ai connazionali ma che vale anche per noi europei.
La Fung sostiene che molti ritengono che una alimentazione sana sia troppo restrittiva: a basso contenuto di grassi, a basso contenuto calorico, a basso contenuto di zuccheri. Inoltre, molti hanno la percezione che i cibi sani siano costosi e le ricette per prepararli siano troppo complesse. "Il messaggio generale è che un'alimentazione sana richiede troppo lavoro e che il cibo sano non è gustoso".
Per superare queste idee sbagliate, innanzitutto la Fung consiglia di rivedere le abitudini alimentari abituali. “Per una settimana, scrivi cosa mangi per ogni pasto e spuntino, includendo la quantità e i tempi. Una valutazione onesta può darti un'idea chiara di dove devi migliorare". Successivamente, adotta alcune piccole modifiche che possono aiutare a colmare le lacune ed espandere le attuali buone abitudini alimentari”.
La Fung consiglia poi di non porsi obiettivi troppo ambiziosi.
“Non è necessario apportare più cambiamenti dietetici significativi contemporaneamente per ottenere benefici per la salute. Cambia una cosa nella tua dieta per tre o quattro settimane. Una volta che diventa un alimento base della tua dieta, passa a un'altra area e ripeti il processo. Ad esempio, se bevi una bibita tre o quattro volte a settimana, riducila a due volte a settimana e sostituiscila con una miscela di acqua gassata negli altri giorni. Alla fine, bevi una bibita una volta alla settimana e poi basta”.
“Adotta una giornata vegetariana” consiglia sempre la Fung.
“Una volta alla settimana, diventa vegetariano per l'intera giornata e mangia solo frutta, verdura e cereali integrali (con forse un po’ di latticini magri o uova) e nessun cibo trasformato. Questo può aiutarti a riconoscere i tipi e le quantità di alimenti che devi mangiare senza la pressione schiacciante di farlo tutto il tempo. Potresti scoprire che le opzioni vegetariane sono più appetitose di quanto ti aspettassi. Quando ti senti più a tuo agio, aumentalo a due volte a settimana o anche più spesso”.
E ancora: “Se avere a che fare con ricette, ingredienti e cucinare ti intimidisce, concentrati sulla creazione di un solo pasto nuovo alla settimana, che può aiutare a rendere la preparazione dei pasti meno scoraggiante. Ci sono molte ricette facili e salutari su internet. Trova qualcosa che utilizzi ingredienti che ti piacciono, che richiedano solo pochi passaggi o abilità culinarie minime. Ognuno può avere un piatto preferito, quindi chiedi suggerimenti a famigliari ed amici che hanno intrapreso la tua stessa strada. "Questo può aiutare con la noia di mangiare gli stessi tipi di alimenti".
La Fung poi conclude: “Prova nuovi cibi. La prossima volta che vai al supermercato, compra qualcosa che mangi raramente, se non mai. Quando sei al ristorante, ordina un piatto preparato con un cibo nuovo per te. Prova anche cucine più globali come greca e indiana. "Più sperimenti, più puoi espandere il tuo palato e darti l'opportunità di mangiare cibi più sani. E non dimenticare di avvicinarti sempre alla sana alimentazione con uno spirito avventuroso. Mangiare sano non è cosa da un giorno. rendilo una parte eccitante della tua vita, sii aperto a provare nuovi cibi, ingredienti e piatti, che possono rendere divertente mangiare sano".
La riduzione dell' irpef operata dalla legge del Bilancio 2022
La riduzione dell’IRPEF si ottiene attraverso una rimodulazione delle aliquote e delle detrazioni; in particolare, nel TUIR, le innovazioni riguardano:
è l’articolo 11 (determinazione dell’imposta):
- gli scaglioni di reddito passano da cinque a quattro, con l’eliminazione del quinto e una ridefinizione del terzo e quarto scaglione di reddito;
- resta inalterata l’aliquota del primo scaglione, diminuiscono le aliquote del secondo e terzo scaglione mentre aumenta l’aliquota del quarto
Scaglioni e aliquote precedenti alla legge di Bilancio |
Nuovi scaglioni e aliquote |
a) fino a 15.000 euro, 23 per cento; |
a) fino a 15.000 euro, 23 per cento; |
b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 27 per cento; |
b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25 per cento; |
c) oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro, 38 per cento; |
c) oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35 per cento; |
d) oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro, 41 per cento; |
d) oltre 50.000 euro, 43 per cento |
e) oltre 75.000 euro, 43 per cento. |
|
è l’articolo 13 (altre detrazioni)
Aumentano decisamente le detrazioni per lavoro dipendente e assimilato (comma 1):
Formulazione precedente alla legge di Bilancio 2022 |
Nuova formulazione |
a) 1.880 euro, se il reddito complessivo non supera 8.000 euro. L'ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato, l'ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 1.380 euro; |
a) 1.880 euro, se il reddito complessivo non supera 15.000 euro. L’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato, l’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 1.380 euro; |
b) 978 euro, aumentata del prodotto tra 902 euro e l'importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 20.000 euro, se l'ammontare del reddito complessivo è superiore a 8.000 euro ma non a 28.000 euro; |
b) 1.910 euro, aumentata del prodotto tra 1.190 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 13.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro; |
c) 978 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 55.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 27.000 euro. |
c) 1.910 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 50.000 euro; la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro |
Se il reddito complessivo è superiore a 25.000 euro ma non a 35.000 euro, la detrazione spettante è aumentata di un importo pari a 65 euro.
In questo caso, alcune detrazioni possono aumentare in misura considerevole infatti da un lato la nuova detrazione assorbe anche quella attribuita dall’articolo 2 del Dl 3/2020 (ulteriore detrazione fiscale), ora abrogato, mentre, dall’altro la diversa formulazione delle condizioni per la spettanza del trattamento integrativo di 1.200 euro annui, previsto dall’art. 1 dello stesso decreto, può portare notevoli benefici ai redditi fino a 28.000 euro.
Anche se il reddito complessivo oltre il quale il trattamento integrativo non spetta più passa da 28mila a 15mila euro, è tuttavia previsto che, se il reddito complessivo è compreso tra 15mila e 28mila euro, il trattamento integrativo sia comunque riconosciuto se la somma di alcune detrazioni (per carichi di famiglia, redditi da lavoro dipendente, assimilati e da pensione, mutui agrari e immobiliari per acquisto della prima casa in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2021, erogazioni liberali, spese sanitarie, rate per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici e da altre disposizioni normative, per spese sostenute fino al 31 dicembre 2021) risulta superiore all’imposta lorda. In tal caso, il bonus spetta per un importo, comunque non superiore a 1.200 euro, pari alla differenza tra la somma di quelle detrazioni e l’imposta lorda.
Per i titolari di redditi di pensione (comma 3), aumenta la no tax area come conseguenza dell’innalzamento della detrazione da 1.880 euro a 1.955. Cambiano poi gli importi e il calcolo delle detrazioni relative alle altre fasce di reddito.
Formulazione precedente alla legge di Bilancio 2022 |
Nuova formulazione |
a) 1.880 euro, se il reddito complessivo non supera 8.000 euro. L'ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 713 euro; |
a) 1.955 euro, se il reddito complessivo non supera 8.500 euro. L’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 713 euro; |
b) 1.297 euro, aumentata del prodotto fra 583 euro e l'importo corrispondente al rapporto fra 15.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 7.000 euro, se l'ammontare del reddito complessivo è superiore a 8.000 euro ma non a 15.000 euro; |
b) 700 euro, aumentata del prodotto fra 1.255 euro e l’importo corrispondente al rapporto fra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 19.500 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 8.500 euro ma non a 28.000 euro; |
c) 1.297 euro, se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 55.000 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 40.000 euro. |
c) 700 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 50.000 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro. |
La detrazione spettante è aumentata di un importo pari a 50 euro, se il reddito complessivo è superiore a 25.000 euro ma non a 29.000 euro.
Aumentano anche le detrazioni per i redditi assimilati a quelli per lavoro dipendente indicati nella sezione II del quadro C e per altri redditi indicati nel quadro D al rigo D3 e al rigo D5 (comma 5).
Formulazione precedente alla legge di Bilancio 2022 |
Nuova formulazione |
a) 1.104 euro, se il reddito complessivo non supera 4.800 euro |
a) 1.265 euro, se il reddito complessivo non supera 5.500 euro; |
b) 1.104 euro, se il reddito complessivo è superiore a 4.800 euro ma non a 55.000 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 50.200 euro.; |
b) 500 euro, aumentata del prodotto fra 765 euro e l’importo corrispondente al rapporto fra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 22.500 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 5.500 euro ma non a 28.000 euro; b-bis) 500 euro, se il reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 50.000 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro. |
La detrazione spettante è aumentata di un importo pari a 50 euro, se il reddito complessivo è superiore a 11.000 euro ma non a 17.000 euro.
Per comprendere, anche visivamente, la portata di tali modifiche in relazione ai tre diversi gruppi di contribuenti (dipendenti, pensionati, percettori di redditi per attività assimilate al lavoro dipendente, al lavoro autonomo e occasionale) nelle pagine seguenti proponiamo alcune simulazioni.
Reddito da lavoro dipendente e assimilato
Previgente normativa
Reddito complessivo |
IRPEF lorda |
Detrazione |
Trattamento integrativo |
Ulteriore detrazione |
IRPEF netta |
14.500,00 |
3.335,00 |
1.586,85 |
1.200,00 |
|
548,15 |
15.000,00 |
3.450,00 |
1.564,30 |
1.200,00 |
|
685,70 |
19.000,00 |
4.530,00 |
1.383,90 |
1.200,00 |
|
1.946,10 |
21.000,00 |
5.070,00 |
1.293,70 |
1.200,00 |
|
2.576,30 |
25.050,00 |
6.163,50 |
1.111,05 |
1.200,00 |
|
3.852,46 |
28.500,00 |
7.150,00 |
959,89 |
|
591,43 |
5.598,68 |
30.000,00 |
7.720,00 |
905,56 |
|
565,71 |
6.248,73 |
32.000,00 |
8.480,00 |
833,11 |
|
531,43 |
7.115,46 |
38.000,00 |
10.760,00 |
615,78 |
|
192,00 |
9.952,22 |
45.000,00 |
13.420,00 |
362,22 |
|
|
13.057,78 |
60.000,00 |
19.270,00 |
|
|
|
19.270,00 |
120.000,00 |
44.770,00 |
|
|
|
44.770,00 |
Attuale normativa
Reddito complessivo |
IRPEF lorda |
Detrazione |
Trattamento integrativo |
IRPEF netta |
Differenza |
14.500,00 |
3.335,00 |
1.880,00 |
1.200,00 |
255,00 |
293,15 |
15.000,00 |
3.450,00 |
1.880,00 |
1.200,00 |
370,00 |
315,70 |
19.000,00 |
4.450,00 |
3.232,31 |
* |
1.217,69 |
728,41 |
21.000,00 |
4.950,00 |
2.938,46 |
* |
2.011,54 |
564,76 |
25.050,00 |
5.962,50 |
2.408,42 |
* |
3.554,08 |
298,38 |
28.500,00 |
6.875,00 |
1.931,59 |
|
4.943,41 |
655,27 |
30.000,00 |
7.400,00 |
1.801,36 |
|
5.598,64 |
650,09 |
32.000,00 |
8.100,00 |
1.627,73 |
|
6.472,27 |
643,19 |
38.000,00 |
10.200,00 |
1.041,82 |
|
9.158,18 |
794,04 |
45.000,00 |
12.650,00 |
434,09 |
|
12.215,91 |
841,87 |
60.000,00 |
18.700,00 |
|
|
18.700,00 |
570,00 |
120.000,00 |
44.500,00 |
|
|
44.500,00 |
270,00 |
* Se il reddito complessivo è compreso tra 15mila e 28mila euro, il trattamento integrativo è comunque riconosciuto a condizione che la somma delle detrazioni previste dal secondo periodo dell’art. 1, comma 1 del DL 3/2020 sia superiore all’imposta lorda.
Reddito da pensione
Previgente normativa
Reddito complessivo |
IRPEF lorda |
Detrazione |
IRPEF netta |
14.500,00 |
3.335,00 |
1.338,64 |
1.996,36 |
15.000,00 |
3.450,00 |
1.297,00 |
2.153,00 |
19.000,00 |
4.530,00 |
1.167,30 |
3.362,70 |
21.000,00 |
5.070,00 |
1.102,45 |
3.967,55 |
25.000,00 |
6.150,00 |
972,75 |
5.177,25 |
25.050,00 |
6.163,50 |
971,13 |
5.192,37 |
28.500,00 |
7.150,00 |
859,26 |
6.290,74 |
30.000,00 |
7.720,00 |
810,63 |
6.909,38 |
38.000,00 |
10.760,00 |
551,23 |
10.208,78 |
45.000,00 |
13.420,00 |
324,25 |
13.095,75 |
60.000,00 |
19.270,00 |
|
19.270,00 |
120.000,00 |
44.770,00 |
|
44.770,00 |
Attuale normativa
Reddito complessivo |
IRPEF lorda |
Detrazione |
IRPEF netta |
Differenza |
14.500,00 |
3.335,00 |
1.568,85 |
1.766,15 |
230,20 |
15.000,00 |
3.450,00 |
1.536,67 |
1.913,33 |
239,67 |
19.000,00 |
4.450,00 |
1.279,23 |
3.170,77 |
191,93 |
21.000,00 |
4.950,00 |
1.150,51 |
3.799,49 |
168,06 |
25.000,00 |
5.950,00 |
893,08 |
5.056,92 |
120,33 |
25.050,00 |
5.965,50 |
923,25 |
5.042,25 |
150,12 |
28.500,00 |
6.875,00 |
802,50 |
6.072,50 |
218,24 |
30.000,00 |
7.400,00 |
700,00 |
6.700,00 |
209,38 |
38.000,00 |
10.200,00 |
420,00 |
9.780,00 |
428,78 |
45.000,00 |
12.650,00 |
175,00 |
12.475,00 |
620,75 |
60.000,00 |
18.700,00 |
|
18.700,00 |
570,00 |
120.000,00 |
44.500,00 |
|
44.500,00 |
270,00 |
Altri redditi
Previgente normativa
Reddito complessivo |
IRPEF lorda |
Detrazione |
IRPEF netta |
14.500,00 |
3.335,00 |
890,68 |
2.444,32 |
15.000,00 |
3.450,00 |
879,68 |
2.570,32 |
19.000,00 |
4.530,00 |
791,71 |
3.738,29 |
21.000,00 |
5.070,00 |
747,73 |
4.322,27 |
24.000,00 |
5.880,00 |
681,75 |
5.198,25 |
25.000,00 |
6.150,00 |
659,76 |
5.490,24 |
28.500,00 |
7.150,00 |
582,79 |
6.567,21 |
30.000,00 |
7.720,00 |
549,80 |
7.170,20 |
32.000,00 |
8.480,00 |
505,82 |
7.974,18 |
38.000,00 |
10.760,00 |
373,86 |
10.386,14 |
Attuale normativa
Reddito complessivo |
IRPEF lorda |
Detrazione |
IRPEF netta |
Differenza |
14.500,00 |
3.335,00 |
1.009,00 |
2.326,00 |
118,32 |
15.000,00 |
3.450,00 |
992,00 |
2.458,00 |
112,32 |
19.000,00 |
4.450,00 |
806,00 |
3.644,00 |
94,29 |
21.000,00 |
4.950,00 |
738,00 |
4.212,00 |
110,27 |
24.000,00 |
5.700,00 |
636,00 |
5.064,00 |
134,25 |
25.000,00 |
5.950,00 |
602,00 |
5.348,00 |
142,24 |
28.500,00 |
6.875,00 |
488,64 |
6.386,36 |
180,85 |
30.000,00 |
7.400,00 |
454,55 |
6.945,45 |
224,74 |
32.000,00 |
8.100,00 |
409,09 |
7.690,91 |
283,27 |
38.000,00 |
10.200,00 |
272,73 |
9.927,27 |
458,86 |