Articoli filtrati per data: Dicembre 2024

Giovedì, 04 Agosto 2022 08:50

Chiusura estiva degli uffici

Si informa che tutti gli uffici di Acli Service Vicenza Srl della provincia di Vicenza saranno chiusi per ferie dal 15 al 19 agosto. In ciascun ufficio sono indicati eventuali ulteriori periodi di chiusura.

Gli uffici del Patronato Acli della provincia di Vicenza, invece, osserveranno le seguenti chiusure:

Sede provinciale di Vicenza (Via Enrico Fermi): dal 12 al 22 agosto

Vicenza Est (Via Zugliano 13): dal 16 al 19 agosto

Vicenza Nord (Viale Trieste 92): dal 1 al 20 agosto

Alte Ceccato (Via Volta 22 - Piazza San Paolo 16):  dal 16 agosto al 2 settembre

Bassano del Grappa: l’8 e l’11 agosto

Breganze: dall'8 al 19 agosto; dal 5 al 9 settembre

Schio: dal 12 al 26 agosto

Thiene: dall'8 al 19 agosto; dal 12 al 16 settembre

Noventa Vicentina: dal 9 al 24 agosto

Pubblicato in Notizie

Dal 25 luglio si potrà iniziare a richiedere il Bonus Psicologo, a condizione di presentare un ISEE non superiore a 50.000 euro. Lo ha annunciato ieri il Ministero della Salute sul proprio sito, a seguito della pubblicazione, qualche giorno fa – il 19 luglio –, della Circolare INPS 83/2022, dove si traccia un ritratto complessivo del bonus, dai requisiti che servono per ottenerlo alle modalità di domanda, per arrivare alla sua effettiva erogazione.

Introdotto dal Decreto 228/2021 come incentivo a intraprendere percorsi psicoterapeutici per “le persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica”, si tratta di un bonus per cui vale lo stesso criterio dell’ISEE “stratificato” già applicato in passato per il Bonus Bebè, oppure oggi stesso per l’erogazione dell’Assegno Unico: ossia un beneficio economico il cui importo che cresce al decrescere dell’indicatore ISEE (per avere assistenza sul calcolo ISEE è possibile affidarsi a CAF ACLI).

A regolare nel dettaglio l’agevolazione definendone i confini economici degli aventi diritto è stato il decreto interministeriale del 31 maggio 2022 firmato a quattro mani dai dicasteri di Economia e Salute. Quanto all’erogazione materiale delle somme spettanti, questa viaggerà secondo priorità cronologica, ossia a vantaggio di coloro che faranno prima domanda, ma soprattutto andrà avanti fin quando non sarà stato esaurito il plafond complessivo di 10 milioni di euro stanziato appositamente per finanziare il bonus.

In parole povere, a differenza di una prestazione qual era il Bonus Bebè o dello stesso Assegno Unico, non vincolati nessuno dei due a dei tetti specifici di risorse – quindi con fondi illimitati per qualunque richiesta, pur nei ranghi dei requisiti previsti –, questo Bonus Psicologo funzionerà invece “fino a esaurimento scorte”, cioè fin quando l’INPS disporrà della liquidità sufficiente (nello steccato dei 10 milioni complessivamente stanziati) per accontentare le domande pervenute.

Entriamo quindi più nel dettaglio. L’ISEE, come abbiamo detto, sarà fondamentale ai fini della domanda. È infatti prevista una suddivisione su tre livelli:

  • in caso di ISEE inferiore a 15.000 euro l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo stabilito in 600 euro per ogni beneficiario;
  • in presenza di ISEE compreso tra i 15.000 e i 30.000 euro, l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo stabilito in 400 euro per ogni beneficiario;
  • in caso di ISEE superiore a 30.000 e non superiore a 50.000 euro, l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo di 200 euro per ogni beneficiario.

 
Quindi in buona sostanza, con un ISEE superiore a 50.000 euro si rimarrebbe fuori dal beneficio. Nel caso poi di un ISEE contenente difformità e/o omissioni, la procedura prevede che “il richiedente sia informato della necessità di presentare una nuova DSU finalizzata a correggere (entro 30 gg, ndr) l’ISEE difforme e a consentire la presentazione della domanda di accesso al beneficio”.

Già, la procedura. Una volta in possesso dell’ISEE come ci si deve muovere? La domanda per accedere al beneficio – si legge nella Circolare INPS – potrà essere presentata esclusivamente in via telematica accedendo al servizio ‘Contributo sessioni psicoterapia’ attraverso una delle seguenti modalità:

  • portale web INPS, utilizzando l’apposito servizio on line raggiungibile sul sito dell’Istituto www.inps.it direttamente dal cittadino tramite SPID di livello 2 o superiore, oppure, tramite Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o tramite Carta Nazionale dei servizi (CNS);
  • Contact Center Integrato, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

 
Si potrà ovviamente presentare domanda per sé stessi, oppure, se genitori, per conto di un figlio minore. In pratica la domanda avrà il valore di un’autocertifica nella quale il richiedente, sotto la propria responsabilità, dovrà dichiarare il possesso dei requisiti reddituali sopra indicati, dopodiché la domanda verrà sottoposta alle dovute verifiche automatizzate.

Infine, in caso di esito positivo, l’INPS, accogliendo la domanda, comunicherà al richiedente l’importo esatto del beneficio associandolo a un determinato codice univoco che andrà indicato al professionista nel momento in cui si inizieranno le sedute di psicoterapia. Sarà quindi un codice alfanumerico attraverso cui lo psicologo identificherà il paziente la cui domanda di bonus è stata accolta. Ma il tempo per poter “spendere” il proprio bonus non sarà illimitato, perché dal momento della ricezione del messaggio contenente il codice e l’importo, il beneficiario avrà a disposizione 180 giorni.

Guarda come prenotare un appuntamento 

Fonte  www.caf.acli.it

 
 

 

Pubblicato in Notizie

l 30 giugno è terminato questo tormentato anno scolastico. Gli insegnati precari e i supplenti possono quindi presentare la domanda per la NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), l’indennità mensile di disoccupazione. Attenzione ai tempi per la presentazione delle domande! 

Chi ha diritto alla NASPI? 

Per poter fare la domanda di NASPI bisogna avere, contestualmente, i seguenti requisiti:
– essere disoccupati all’atto della domanda;
– avere 13 settimane (almeno tre mesi) anche non consecutive, di contributi versati nei 4 anni antecedenti alla domanda.

Quando presentare la domanda? 

La domanda di NASPI può essere presentata entro 68 giorni dalla fine del contratto.
Considerando che, di norma, i contratti scolastici terminano alla scadenza del 30 giugno, le domande possono essere presentate dal 1° luglio.
L’indennità NASPI decorre dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro se la domanda è presentata entro i primi 8 giorni, oppure dal giorno successivo a quello di presentazione nel caso in cui questa sia presentata dopo l’ottavo giorno e, comunque, entro il termine di decadenza dei 68 giorni.

Documenti da presentare 

• Documento d’identità e codice fiscale
• Coordinate bancarie / postali (Codice IBAN)
• Copia del contratto di lavoro e ultime tre buste paga di cui si è in possesso
• In caso di richiesta degli assegni per il nucleo familiare, sono necessari il CU e la dichiarazione dei redditi (modello 730/Unico) relativi all’anno 2020 dei componenti il nucleo familiare. Eventualmente la richiesta per gli ANF può essere presentata anche successivamente. 

Importo e durata NASPI 

L’indennità NASPI viene determinata sulla base della retribuzione percepita durante il rapporto di lavoro e viene erogata con un massimale di 1.335,40 euro mensili. Se la retribuzione mensile è stata:
• pari o inferiore a 1.227,55euro, la NASPI mensile sarà pari al 75% della retribuzione stessa.
• superiore a1.227,55 euro l’indennità sarà pari al 75% di 1.227,55 euro più il 25% della differenza tra la retribuzione mensile ed euro 1.227,55.
La NASPI è erogata per un periodo pari alla metà del periodo lavorato nei 4 anni precedenti alla risoluzione del rapporto di lavoro, fino ad un massimo di 24 mesi. 

Prenota un appuntamento 

Gli Operatori del Patronato ACLI sono a tua disposizione per assisterti passo dopo passo nella compilazione e nell’invio della domanda Naspi all’INPS. 

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte - www.patronato.acli.it  

 
Pubblicato in Notizie
Giovedì, 04 Agosto 2022 08:11

Piccole cose, grandi benefici per la salute

Organizzare la propria giornata con uno stile sano e soddisfacente

 

Piccole cose, grandi benefici per la salute

Alimentazione a base vegetale, esercizio fisico, controllo del peso, non fumare, limitare l'assunzione di alcol e dormire a sufficienza

 

Alzati e muoviti

Imposta un timer e fai una pausa ogni 30 minuti per svolgere le seguenti attività: alzati, allunga le braccia verso il cielo, allunga e ruota il tronco a sinistra e a destra. Poi fai un giretto per far lavorare un po' di più cuore e polmoni. Potresti fare un rapido lavoro domestico (scaricare una lavastoviglie, piegare un carico di biancheria), salire e scendere le scale, prendere la posta o ballare la tua canzone preferita.

Stare troppo seduti aumenta il rischio di obesità, diabete, cancro, malattie cardiache. Una pausa attiva non deve essere per forza fantasiosa. Ad esempio: "Il solo stare in piedi aiuta a migliorare il modo in cui il tuo corpo utilizza la glicemia" (I-Min Lee, ricercatrice senior di esercizi in fisioterapia e professoressa di medicina presso la Harvard Medical School e co-autrice del libro “Epidemiologia dell’attività fisica”).

 

Bevi un po' d'acqua

 Rimanere idratati mantiene ogni cellula del tuo corpo ben funzionante. Assicurati di assumere abbastanza liquidi (che possono provenire da acqua, succo di frutta, o cibi acquosi come frutti di bosco o zuppe). Per scoprire di quanto fluido il corpo ha bisogno, dividere per tre il peso corporeo in chili. (Ad esempio, una persona di 65 kg avrebbe bisogno di 1,5 litri di liquidi al giorno, circa sei tazze). Se non vuoi bere una tazza d'acqua ogni tanto, basta bere una sorsata o due ogni mezz'ora. Controlla di aver soddisfatto le tue esigenze di idratazione entro la fine della giornata.

 

Ogni 2-3 ore

È importante praticare alcune abitudini ogni 2-3 ore. Programmali in momenti in cui ha più senso per la tua giornata, come ad esempio una pausa tra due attività.

Fai uno spuntino

 "Pasti più piccoli e più frequenti possono aiutarti a mantenere l'energia, mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue e aumentare la varietà di alimenti nella tua dieta" (Liz Moore, dietista registrata presso il Beth Israel Deaconess Medical Center). Si raccomanda di fare un piccolo spuntino tra una colazione leggera e un pranzo, e poi un altro tra un pranzo leggero e una cena.

Cosa rende ottimo uno spuntino? Moore consiglia mezza tazza di yogurt greco senza grassi con frutti di bosco, una manciata di noci, una mela o una banana con un cucchiaio di burro di arachidi, mezza tazza di cereali integrali con latte, un uovo sodo con cracker integrali o anche solo una piccola porzione di avanzi del tuo ultimo pasto.

 

Sii consapevole

Essere consapevoli significa essere presenti nel momento e cogliere i panorami, i suoni, gli odori e le sensazioni che si stanno provando. Pratica la consapevolezza semplicemente interrompendo ciò che stai facendo e concentrandoti su ciò che i tuoi sensi percepiscono. Mentre ti lavi le mani, ad esempio, nota la temperatura dell'acqua, come le tue mani scivolano l'una sull'altra, che odore ha il sapone, come ti fa sentire il processo.

Oppure fare una breve passeggiata consapevole all'esterno, osservando le forme e i colori delle foglie sugli alberi, l'odore nell'aria, i suoni degli uccelli e come tutto questo ti fa sentire. Questo processo di essere consapevoli è associato a una riduzione dello stress e dell'ansia; miglioramenti nel sonno, nell'umore, nella concentrazione e nella concentrazione; e una migliore gestione del dolore e delle malattie croniche.

Usa delle gocce per gli occhi

 Ci vuole solo un batter d'occhio per mantenere gli occhi umidi, letteralmente. Sbattere le palpebre stimola la produzione di lacrime e oli che lubrificano la superficie oculare. L'invecchiamento rallenta la produzione di lacrime e quando passi molta parte della tua giornata davanti uno schermo elettronico -

TV, smartphone o computer, tutto questo ci fa tenere fisso lo sguardo e sbattere meno le palpebre: possiamo avere quindi gli occhi secchi. La correzione consiste nell'utilizzo periodico di lacrime artificiali durante il giorno. Le gocce non devono essere prive di conservanti a meno che non le usi più di sei volte al giorno.

 

Una volta al giorno

Alcune attività portano ricompense solo facendole una volta al giorno. Trova il tempo per quanto segue.

Impara qualcosa di nuovo

L'apprendimento rafforza le connessioni delle cellule cerebrali esistenti (sinapsi) e ne crea di nuove, il che aiuta a mantenere il pensiero e la memoria nitidi. Più sinapsi costruisci, migliore sarà la forma in cui ti troverai in seguito, man mano che inizi a perdere le sinapsi in modo naturale con l'età. Programma un momento ogni giorno per imparare qualcosa di nuovo, guardare parte di un documentario, ascoltare un nuovo tipo di musica, leggere un libro di saggistica o guardare una interessante lezione su YouTube (provate a cercare "lezione universitaria”, troverete moltissimi video tra i quali scegliere). "Annota ciò che impari e condividi le informazioni con qualcuno nella tua vita. Ciò rafforza il processo di registrazione nel cervello e aiuta a conservare meglio le informazioni ", afferma il dott. Andrew Budson, neurologo e capo di Neurologia cognitiva e comportamentale presso il VA Boston Healthcare System.

Chiacchiera con qualcuno al di fuori della tua famiglia

 La connessione sociale coinvolge a fondo il cervello. E quando hai un'interazione piacevole o significativa con qualcuno, tutto ciò aumenta le connessioni delle cellule cerebrali, migliora l'umore, riduce l'isolamento e la solitudine e può svolgere un ruolo nel ridurre il rischio di malattie croniche e morte prematura. Prova a pianificare una sorta di connessione sociale almeno una volta al giorno. Potrebbe essere solo una visita telefonica con un amico o una chiacchierata con un vicino. "E se ti rivolgi a qualcuno che non vedi ogni giorno, è ancora meglio", dice il dottor Budson,"perché faciliterà nuove connessioni nel tuo cervello, piuttosto che semplicemente rafforzare quelle esistenti”, come afferma nel suo libro “I sette passi per gestire la vostra memoria”.

 

Medita

La meditazione attiva la risposta di rilassamento, antidoto allo stress del corpo. A breve termine, lo stress innesca temporaneamente una cascata di cambiamenti fisiologici che ci preparano a "combattere o fuggire”. Se siamo sempre stressati, tuttavia, questi effetti possono portare a infiammazione cronica, iperglicemia, ipertensione e altro ancora. Stimolare la risposta di rilassamento almeno una volta al giorno, ad esempio meditando, aiuta a ridurre lo stress e rende migliori nell'affrontarlo. Ci sono molti modi per meditare, come fare 10 o 15 minuti di respirazione profonda, yoga, consapevolezza o meditazione trascendentale.

 

Pubblicato in Notizie

Accade anche questo nelle sale del Patronato Acli: ossia che due lavoratori si mettano a parlare tra loro mentre attendono il colloquio con il medico-legale e scoprano che, pur avendo entrambi avuto un riconoscimento di un danno quantificato con una percentuale del 18% a causa di un infortuniol’importo della rendita che percepiscono è molto diverso. Si rivolgono quindi al consulente del Patronato per trovare risposta al loro dubbio.

Premesso che la rendita viene messa in pagamento dall’Inail quando le conseguenze dell’infortunio o della malattia professionale, intesi come postumi permanenti, sono quantificabili a partire dal 16%; vediamo quali sono gli elementi che ne determinano l’importo.

La rendita risarcisce sia il danno biologico che il danno patrimoniale, pertanto è determinata dalla somma di due quote distinte:

  • La quota per danno biologico calcolata in base a una specifica tabella prevista dalla normativa. Si tratta di un importo areddituale e quindi uguale per tutti, collegato esclusivamente alla percentuale di danno riconosciuto. Ad ogni percentuale corrisponde un determinato importo economico.
  • La quota per danno patrimoniale che dipende invece dalla retribuzione del lavoratore infortunato, dalla percentuale del danno riconosciuto e da un coefficiente di menomazione (retribuzione x percentuale di danno x coefficiente di menomazione = importo quota patrimoniale).

La somma delle due quote determina l’ammontare annuale della rendita che viene poi diviso per 12 mensilità. Ricordiamo che la rendita, avendo natura risarcitoria, è esente dall’Irpef.

Assistenza personalizzata

Il Patronato Acli è a disposizione per la verifica della correttezza della rendita in pagamento e per le valutazioni medico-legali inerenti la percentuale di danno e il coefficiente di menomazione.

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte www.patronato.acli.it

 Vedi sito

Pubblicato in Notizie

Dall’annuale rapporto ISTAT sulla condizione degli anziani e il bisogno di assistenza

LA TERZA ETA’ SI PROLUNGA E COSTITUISCE UNA RISORSA PREZIOSA PER LE FAMIGLIE

Sette su dieci “giovani anziani” (65-74 anni) sono completamente autonomi nelle attività di cura personale o della vita domestica

 Nell’ultimo Congresso Provinciale della FAP Acli, e un particolare nella mozione finale, si è tracciata una mappa della condizione e delle necessità emergenti della condizione anziana, che trova ora una conferma di dati e di prospettive nel rapporto Istat che parte con una interessante constatazione:  “…di anno in anno stanno entrando nella fase anziana generazioni che hanno via via sperimentato un avanzamento in termini di istruzione, partecipazione al mercato del lavoro e condizioni economiche. Il livello di istruzione è, in particolare, una determinante fondamentale di tutti i comportamenti socio-demografici e delle condizioni economiche e di salute degli individui, soprattutto in età anziana. Un titolo di studio elevato può Un titolo di studio elevato può garantire, durante la vita attiva, una maggiore protezione in termini occupazionali e un vantaggio retributivo più alto che si riflettono, anche durante la vita da anziano/a, in migliori condizioni economiche…” In particolare “… nel 2004 tre anziani su quattro raggiungevano appena la licenza elementare, nel 2020 sono diventati meno di uno su due. Sono invece raddoppiati, sebbene restino su livelli più bassi, quelli sia con licenza media sia con diploma superiore, e più che raddoppiati quelli con almeno una laurea, anche se sono ancora oggi meno di uno su dieci…”.

 

In sintesi, questa la situazione “fotografata” dall’Istat.

  • Nel 2019 circa 7 milioni di anziani (52,1%) sono autosufficienti nelle attività quotidiane di cura personale e della vita domestica: due su tre sono 65-74enni, il 54% uomini. Oltre 1,6 milioni vivono da soli e i restanti 5,3 milioni in famiglia, rappresentando una potenziale risorsa a sostegno di altri familiari.
  • dopo gli 85 anni gli autonomi crollano al 13% mentre salgono a sette su dieci quelli con gravi riduzioni nell’autonomia (56,7% tra gli uomini e 77,9% tra le donne).
  • Le persone anziane che vivono nel Sud e nelle Isole sono le più svantaggiate, anche a parità di età. Il gap si amplia per le donne: tra le ultra-ottantacinquenni quelle con gravi difficoltà sono il 74,4% al Nord e al Centro e l’85,5% nel Mezzogiorno.
  • Dei 6,4 milioni di anziani con limitazioni gravi o moderate il 33,7% dichiara di non sentirsi adeguatamente aiutato mentre l’aiuto è sufficiente per il 39% e non necessario per il 27,4%. In totale sono circa 4,6 milioni gli anziani con moderate o gravi limitazioni nella cura della persona o della vita domestica che dichiarano di aver bisogno di aiuto per svolgere tali attività.
  • In Italia è la famiglia la principale rete di aiuti informali nell’assistenza agli anziani: il 43,2% degli anziani con ridotta autonomia si avvale in modo esclusivo del supporto dei propri familiari (sia conviventi che non conviventi), il 12,3% insieme ad altre persone che li aiutano, sia che si tratti di personale a pagamento (9,2% dei casi), sia di amici o volontari, comunque, a titolo gratuito (3%).
  • Solo il 9,4% degli anziani con riduzione dell’autonomia è aiutato esclusivamente da persone esterne alla famiglia, di cui il 7,5% solo a pagamento. Il 5,3% dichiara di non ricevere alcun aiuto anche quando vive con altri familiari.
  • In Italia sono circa 7 milioni le persone che si prendono cura, con frequenza almeno settimanale, dei familiari con problemi di salute dovuti all’invecchiamento o a patologie croniche. Quasi 1 milione si dedica invece all’assistenza di persone esterne alla famiglia.
  • I caregiver hanno per lo più tra i 45 e i 64 anni; in questa classe di età sono circa una donna su quattro e circa un uomo su cinque. Anche gli anziani svolgono un ruolo attivo nelle reti informali: sono caregiver il 16,2% dei 65-74enni e il 10% circa degli ultrasettantacinquenni. Non di rado il supporto dei caregiver anziani (1,5 milioni, l’11% degli anziani) è rivolto a un familiare non autonomo, sia in casa (900mila) che fuori (600mila).

In questo contesto emerge chiaramente la necessità di difendere il potere d’acquisto delle pensioni non solo come risposta alle legittime aspettative degli anziani, ma anche come potenziamento delle risorse economiche delle famiglie in un momento di crisi economica.

Da favorire inoltre i percorsi di cambiamento nei servizi sociosanitari che includano i caregiver e i familiari quali attori attivi di tutti i processi di cura

È forse necessario uno sguardo nuovo, aggiornato adeguato ai tempi che cambiano per capire pienamente la storia personale e comunitaria di una popolazione anziana, sempre meno “classe” anagrafica e sempre più area di “competenza, abilità”, sia pur in maniera diversificata.

Le risorse economiche sono importanti, ma contano di più le relazioni sociali: e chi ha tempo da dedicare agli altri fa del bene anche a sé stessi. Per questo vanno promosse nuove forme di partecipazione, compatibili con le numerose variabili personali e ambientali.

…E qualche volta una maggiore attenzione (e rispetto) non guasterebbe da parte del sistema socio sanitario locale, che programma l’orario delle vaccinazioni in pieno pomeriggio 14-19 per una fascia d’età che in quelle ore non  dovrebbe uscire di casa.

Pubblicato in Notizie

Gli anziani sono tra i soggetti fragili della società. La loro voce è flebile e, specie quando divengono ospiti di una struttura protetta, si tende a considerarli non più parte della società.

Le ACLI di Vicenza aps, da sempre dalla parte delle persone fragili ed inascoltate, non potevano certo restare insensibili di fronte a questa situazione. Una condizione, peraltro, pienamente condivisa dalla Fap Acli, la Federazione anziani e pensionati delle Acli di Vicenza, che soprattutto a seguito del Covid-19 ha attivato una serie di iniziative concrete volte a ridurre gli effetti che la pandemia ha determinato sulla popolazione anziana residente nel Vicentino.

In questo contesto nasce la collaborazione strategica che le ACLI di Vicenza aps hanno deciso di instaurare con la Fondazione Opera immacolata concezione Onlus, frutto delle preziose risorse del 5 per mille dell’Irpef destinato dai cittadini proprio all’Associazione vicentina.

Un progetto condiviso tra ACLI di Vicenza aps e Fondazione Opera immacolata concezione Onlus, che ha portato alla donazione di materiali fondamentali per la quotidiana attività delle tre strutture vicentine della Fondazione: Centro servizi San Giovanni in Monte di Barbarano Vicentino, Centro servizi Guido Negri di Thiene e Centro servizi Giovanna Maria Bonomo di Asiago, per oltre 24mila euro.
“Questa donazione ci inorgoglisce – commenta il presidente delle ACLI di Vicenza aps, Carlo Cavedon – in quanto risponde pienamente alla mission aclista di stare dalla parte dei più deboli, nel caso specifico delle persone fragili. Tanto più che i materiali consegnati ai tre Centri servizi della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus sono frutto delle risorse del 5 per mille dell’Irpef – annualità 2020 destinato dai cittadini alla nostra Associazione”.

Dalla parte degli anziani, dunque, ma anche di chi opera concretamente nel territorio per contrastare la loro emarginazione. “Condividiamo pienamente l’iniziativa portata avanti dalle ACLI di Vicenza aps – sottolinea il segretario provinciale della Fap Acli di Vicenza, Andrea Luzi – in quanto riteniamo che i Centri servizi della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus rispondano alla duplice esigenza di assistere gli anziani non più autosufficienti, ma al contempo di contrastare quel triste fenomeno, che è la solitudine, nei casi più gravi la depressione, particolarmente acuito dalla pandemia da Covid-19”.

Soddisfazione per la collaborazione anche da parte della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus che, come osserva il direttore generale Fabio Toso: “Fin dalle sue origini, quasi settant’anni fa, è unita da un filo rosso alle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. Non solo perché, la sig.na Nella Berto (nostra fondatrice insieme a don Antonio Varotto e al prof. Angelo Ferro) nel 1950, poco più che ventenne, iniziò a lavorare nella vostra sede padovana. Qui nell’estate del 1955 conobbe don Antonio Varotto e con lui iniziò a progettare quella che oggi è una Fondazione con dodici sedi tra Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Ma, anche, perché la nostra Fondazione, come le Acli, si fonda sul Messaggio Evangelico e sull’insegnamento della Chiesa. Da sempre promuoviamo azioni che assicurino uno sviluppo integrato di tutti i nostri professionisti che provengono da ben 30 paesi diversi. La cooperazione fra culture ed etnie diverse è una ricchezza per i nostri ospiti e per tutta la nostra realtà”.

Dal canto loro Paola Merlin, direttrice dei Centri servizi della Fondazione Opera immacolata concezione Onlus di San Giovanni in Monte e Guido Negri e Sonia Cavallo, direttrice Centro servizi Giovanna Maria Bonomo concludono con: “un sentito ringraziamento alle Acli di Vicenza aps per l’importante donazione. Gli strumenti donati contribuiranno a migliorare la cura prestata ai nostri ospiti, quindi la qualità di vita e il benessere della persona. Da sempre nei nostri centri servizi operiamo mettendo al centro l’ospite ritenendo che, dopo aver dedicato la sua vita al lavoro, alla famiglia e alla società sia meritevole di assistenza amorevole secondo il precetto dell’ «ama il prossimo tuo come te stesso".

Pubblicato in Notizie

 

    INVALIDITA'

        CIVILE

Soglie e benefici economici dell’invalidità civile 

 

Dott. Roberto Pinotti, medico legale

 

per leggere le slide informative e formative clicca qui

 

Finanziato con fondi del 5 per mille dell’Irpef annualità 2020

 

Pubblicato in Notizie

Se la casa dove si vive non è di proprietà ma affittata, è possibile detrarre annualmente le spese di locazione facendo la dichiarazione dei redditi. A seconda della casistica contrattuale e del reddito dell’inquilino, oppure in base ad altre condizioni non direttamente economiche, sarà possibile applicare una certa detrazione invece che un’altra.

Rivolgendosi a CAF ACLI per l’elaborazione del Modello 730 o del Modello REDDITI sarà possibile usufruire della detrazione. Il beneficio fiscale prevede cinque diverse casistiche applicative, in funzione appunto dei soggetti che lo richiedono; se il contratto di locazione è intestato a più soggetti, ciascuno di essi potrà beneficiare della detrazione in base alla propria quota  di contratto.

Detrazione per l'affitto: chi ne ha diritto?

  • Contratti di locazione in libero mercato
    Detrazione pari a 300 euro o 150 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino.

  • Contratti di locazione concordati
    Detrazione pari a 495 euro o 247 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino.

  • Giovani inquilini tra i 20 e i 30 anni* 
    Fino al 31 dicembre 2021 detrazione fissa di 991,60 euro per gli inquilini tra i 20 e i 30 anni sui primi tre anni di contratto, a patto però che il reddito complessivo del giovane non sia superiore a 15.493,71 euro.

    *Dal 1° gennaio 2022, detrazione di 991,60 euro fino ai 31 anni non compiuti per i primi quattro anni di contratto, ma se il 20% del canone annuo è superiore alla misura standard di 991,61 euro, l’inquilino potrà portare in detrazione quel 20% di canone anziché 991,61 euro, fino comunque a 2.000 euro.

  • Inquilini che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro 
    Detrazione pari a 991,60 euro o 495,80 euro a seconda del reddito complessivo dell’inquilino, se la residenza è trasferita nei tre anni antecedenti alla richiesta della detrazione.

  • Studenti fuori sede
    Detrazione del 19% su un importo non superiore a 2.633 euro per i contratti di locazione stipulati da studenti universitari che frequentano atenei situati in Comuni diversi da quello di residenza, a condizione che l’università si trovi almeno a 100 Km dal Comune di residenza.
 

Che documenti occorrono per detrarre le spese di affitto?

Di norma per detrarre le spese di affitto serve esibire:

  • il contratto di locazione registrato;
  • l’autocertificazione nella quale si attesti che l’immobile è utilizzato come abitazione principale;
  • nel caso degli inquilini che si trasferiscono per motivi di lavoro è necessaria l’autocertificazione nella quale si attesta lo spostamento della residenza e l’utilizzo dell’immobile come abitazione principale; bisogna inoltre presentare il contratto di lavoro dipendente oppure la CU attestante la qualifica di lavoratore dipendente.
 Come si chiede la detrazione sulle spese di affitto?
Per poter usufruire della detrazione sulle spese di affitto è necessario fare la dichiarazione dei redditi col Modello 730 o il Modello REDDITI. È possibile avvalersi della consulenza di CAF ACLI presentando la documentazione sopra indicata: i nostri esperti si occuperanno di elaborare e trasmettere la dichiarazione contenente i dati delle spese di locazione sostenute durante l’anno di riferimento, su cui verrà applicata la detrazione spettante.
 
Guarda come prenotare un appuntamento e verifica il nostro elenco documenti!

Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it

 

Fonte  www.caf.acli.it

 
 
 
Pubblicato in Notizie

La pensione di vecchiaia è una prestazione il cui accesso è garantito esclusivamente a coloro che maturano un’età anagrafica di 67 anni, unitamente al possesso, di almeno 20 anni di contributi (1040 settimane) 

Tuttavia è raggiungibile anche con meno di 20 anni di contributi, ossia esattamente 15 anni. Si tratta di un caso particolare previsto dalla cd. “Legge Amato” che prevede tre deroghe. 

 La prima derogaè subordinata al verificarsi di due condizioni. Il lavoratore deve: 

  • aver maturato 15 anni di contribuzione (780 settimane) accreditate prima del 31 dicembre 1992. A tal fine, valgono i contributi volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, ecc.; 
  • essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS. Sono inclusi anche gli iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost. 

 La seconda derogaconsiste nell’essere stati autorizzati al versamento dei contributi volontari in data anteriore al 31 dicembre 1992 e possono accedervi: 

  • i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Ago dell’Inps (Assicurazione Generale Obbligatoria); 
  • gli iscritti ex Enpals (non per gli iscritti all’ex Inpdap ed all’ex Ipost). 

 Infine, la terza deroga prevede l’obbligo di perfezionamento di un insieme di requisiti ed è valevole solo per i lavoratori dipendenti iscritti all’Ago o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima. In particolare è necessario aver maturato: 

  • 25 anni di anzianità assicurativa. In pratica, il primo contributo deve essere accreditato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione; 
  • 15 anni di contribuzione; 
  • almeno 10 anni lavorati per periodi inferiori alle 52 settimane. Non sono considerati gli anni lavorati interamente in cui risultano meno di 52 contributi settimanali, a causa del fatto che il part time non arrivi a coprire tutte le 52 settimane per retribuzione inferiore al minimale. 

La pensione di vecchiaia è raggiungibile anche con 5 anni di contributi.  

Si tratta della «pensione di vecchiaia contributiva», modalità assolutamente particolare. Infatti, non è accessibile a 67 anni d’età, bensì è necessario maturare 71 anni. Inoltre, per ottenere questa pensione, però, è necessario essere assoggettati al calcolo integralmente contributivo della prestazione. 

La tua domanda di pensione 

Gli operatori del Patronato Acli sono a disposizione per una consulenza personalizzata e per inviare la tua domanda di pensione di vecchiaia in via telematica all’INPS 

Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!

fonte www.patronato.acli.it

 

Pubblicato in Notizie
Pagina 24 di 122
Salva
Preferenze utente sui cookie
Utilizziamo i cookie per assicurarti di ottenere la migliore esperienza sul nostro sito web. Se rifiuti l'uso dei cookie, questo sito potrebbe non funzionare come previsto.
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Approfondisci
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Google Analytics
Accetta
Rifiuta
Unknown
Unknown
Accetta
Rifiuta