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Nuovi orizzonti per la Fap Acli: da protagonisti sul territorio per ridurre le disuguaglianze
Il giorno 28 aprile 2022 si è svolto a Vicenza il V Congresso provinciale della Federazione anziani e pensionati delle Acli vicentine; i convegnisti hanno approvato una mozione con gli impegni per i prossimi quattro anni di attività associativa.
Un accorato appello per la Pace, la necessità di attuare politiche efficaci per ridurre le diseguaglianze che si sono acuite in questi anni, riconoscere il ruolo degli anziani come autentica risorsa sociale ed etica, fare un patto tra generazioni a fondamento di uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente
Gli associati alla Fap Acli riuniti in occasione del V Congresso provinciale di Vicenza, udita la relazione del Segretario Provinciale sul tema la “Nuovi orizzonti per la Fap Acli: da protagonisti sul territorio per ridurre le disuguaglianze”, la approvano ed evidenziano i seguenti contenuti della stessa ed altri emersi dal dibattito:
Il Congresso esprime grande preoccupazione per l'escalation militare che sta assumendo la guerra in Ucraina, per la pervicace volontà russa di proseguire nella ingiustificata e tragica aggressione dell’Ucraina, uno stato indipendente e democratico e rivolge un accorato appello ai governanti dei Paesi occidentali Europei, degli Stati Uniti e alla Cina perché si ricerchi con instancabile e convinta determinazione e volontà una rapida soluzione diplomatica al conflitto.
La crisi geopolitica a livello internazionale sta provocando un forte incremento del costo delle materie prime, a cominciare dal gas, utilizzato anche come arma di ricatto dalla Russia contro i Paesi europei, Italia compresa, che solidarizzano anche militarmente con l'Ucraina. Questo aggrava la già pesante crisi economica conseguente alle bancarotte finanziarie del 2008 e alla pandemia da Covid-19, in cui gli anziani in particolare hanno pagato un prezzo sanitario e sociale altissimo. La pandemia sta avendo ancora notevoli ricadute economiche con la chiusura di milioni di imprese in tutto il mondo, migliaia in Italia, la cancellazione di posti di lavoro, l'aumento ovunque e soprattutto in Italia di povertà individuali e famigliari e con l'aumento di disuguaglianze economiche e sociali già esistenti. Il Congresso ha messo in evidenza come l’Italia sia attraversata da disuguaglianze di ricchezza e di reddito che si intrecciano ad altre, di accesso alla salute, a un’istruzione di qualità, a una abitazione adeguata e con altre gravi precarietà, come quelle relative alle condizioni del lavoro. Le famiglie con figli minori, le donne, i lavoratori specie se precari o con basse qualifiche e gli impiegati in mansioni e settori con un più difficile ricorso allo smart working, gli anziani soli, i disabili, gli stranieri e i senza dimora, rappresentano i target di popolazione che sono stati messi più duramente alla prova. Particolarmente allarmante è l’aumento degli inattivi, specie tra i giovani con l’elevata percentuale di “Neet”, che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso di formazione.
Il Congresso intende sottolineare che in questa fase particolarmente critica della vita del nostro Paese, gli anziani continuano comunque a rappresentare una risorsa sociale ed etica, un importante volano per lo sviluppo e la crescita dell’intera società. Gran parte della popolazione anziana svolge un ruolo sociale attivo continuando a lavorare o impegnandosi in iniziative di solidarietà intrafamiliare, prendendosi cura di nipoti e congiunti e aiutando anche economicamente i famigliari, oppure nel volontariato sociale organizzato. Nonostante ciò, il capitale sociale dell’anziano e l’anzianità in termini di risorsa per la collettività sono scarsamente riconosciuti, per cui questa pandemia, che sta accentuando molte disuguaglianze a livello sociale ed economico, rischia anche di creare nuove tensioni tra vecchie e giovani generazioni, favorendo nelle prime rischi di isolamento e deresponsabilizzazione sociale e accentuando atteggiamenti di rivalsa nei giovani.
Il Congresso prende atto che la generazione degli attuali over-65 rappresenta una fascia anagrafica particolarmente fortunata, per aver vissuto in un lungo periodo di convivenza e di pace a livello europeo e per le straordinarie opportunità di crescita economica e sociale con ampie possibilità nello studio e sul lavoro e potendo contare su un welfare sociosanitario particolarmente favorevole. E' doveroso pertanto interrogarsi, se siamo stati all’altezza anche delle responsabilità che tale condizione fortunata ci aveva caricato, nei confronti delle generazioni future. Lasciamo infatti una eredità difficile: uno sfruttamento e un depauperamento delle risorse ambientali come mai si era visto prima, povertà e disuguaglianze sociali crescenti, un welfare incapace di proteggere tutti e in modo uguale. Ma soprattutto una generazione di giovani che fanno molta fatica a vedere un futuro. Anche per questo nuove sfide attendono, in questi anni, la Fap.
Nello specifico della propria mission tra i pensionati e gli anziani, la Fap non può avere solo lo scopo di rivendicare diritti sulle pensioni, sul lavoro, sulla salute e assistenza, rivendicazioni che quando ritenute giuste e necessarie, vanno perseguite con determinazione a tutela degli associati e di tutti i pensionati e anziani, ma non esauriscono tutta la nostra mission. Non è pensabile nemmeno una Fap impegnata solo a progettare il tempo libero, i viaggi, gli incontri culturali e conviviali, attività pure molto importanti perché aiutano a rimanere attivi nel fisico e nella mente e coltivare la socializzazione
- Il Congresso ritiene che come le Acli nel 2020 hanno festeggiato il 75esimo della loro fondazione prefigurando il proprio contributo per il futuro del Paese, così anche la Fap, deve porre al centro della sua mission, il suo impegno a costruire “futuro”, non solo per i propri associati e non solo per i pensionati e gli anziani ma anche e soprattutto per le nuove generazioni; collaborare alla costruzione di un patto intergenerazionale per sbloccare le potenzialità di una generazione povera e disillusa e priva di futuro. Un patto tra tutte le componenti anagrafiche, quella giovanile, degli adulti e degli, anziani, perché anche le nuove generazioni siano co-protagoniste delle grandi transizioni che stiamo attraversando. Può essere questo anche un elemento identitario che differenzia la Fap Acli dalle altre organizzazioni di rappresentanza degli anziani e pensionati.
- Un secondo impegno per la Fap è una azione senza tentennamenti né ripensamenti per l'ambiente e per uno sviluppo sostenibile, Siamo consapevoli che le scelte necessarie sono impegnative e spesso impopolari e che andranno ad incidere su abitudini di vita e consumi consolidati delle persone. La Fap può dare un contributo fondamentale per costruire consapevolezza e consenso attorno a decisioni e scelte impegnative.
- Un terzo impegno riguarda la riforma del welfare, partecipando attivamente alla nuova stagione di confronto e di mobilitazione su questo tema in atto nel nostro Paese e aperta anche dalle Acli. È necessario ritornare a dare centralità alle politiche di welfare, per troppi anni assimilate ad una pesante zavorra, scarsamente sostenibile all’interno delle politiche e della cultura del nostro Paese.
Il Congresso impegna la Fap a operare per “una vita longeva, in buona salute e per la presa in carico e la cura degli anziani non autosufficienti e dei malati anche critici, in modo adeguato e dignitoso. È importante promuovere l'educazione ad una alimentazione salutare, al movimento e all'attività fisica, alla buona autogestione delle malattie croniche, alla corretta assunzione dei farmaci e alla socializzazione. È poi centrale il rafforzamento e il rilancio della sanità pubblica che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza e insufficienza soprattutto in occasione della pandemia.
Va attuata una attenta vigilanza a livello regionale e locale, affinché i fondi, previsti nel Pnrr per la Missione 6 “Salute”, siano utilizzati effettivamente per garantire facilità, tempestività ed equità di accesso agli accertamenti e alle cure, negli ospedali e nelle istituende Case della Comunità e per rafforzare l'assistenza extraospedaliera, residenziale e domiciliare sociosanitaria. La nostra opzione preferenziale è che si debba fare ogni sforzo perché i malati critici e gli anziani non autosufficienti, siano curati e assistiti il più possibile al proprio domicilio con risorse sanitarie ed assistenziali e supporto alle famiglie adeguati.
Il diffondersi delle tecnologie digitali ed informatiche in tutti gli aspetti e ambiti della vita quotidiana, che hanno già cambiato molto le vite di tutti e in particolare degli anziani e le cambieranno ancora, impegna la Fap a favorire l'approccio, le conoscenze, l'addestramento e l'utilizzo delle tecnologie informatiche, in particolare da parte di chi è in una condizione di maggior fragilità, affinché queste non rappresentino nuovi condizionamenti o limitazioni, ma una nuova opportunità di miglioramento della qualità della vita.
Il Congresso della Fap, infine, prende atto con soddisfazione dei persistenti grandi risultati finora raggiunti in termini di adesione e fidelizzazione degli associati, grazie anche alla collaborazione e sinergia intrasistemiche acliste in particolare con il Patronato e il CAF Acli provinciali e auspica che si prosegua su questa strada nell'interesse prioritario degli associati alla Fap e di quanti si rivolgono con fiducia agli uffici dei Servizi delle Acli.
28 aprile 2022, Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro
Le denunce di infortunio sul lavoro acquisite dall’Inail nel primo bimestre del 2022 sono state 121.994 (+47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021), 114 delle quali con esito mortale (+9,6%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 8.080 (+3,6%). È ciò che emerge dall’ultimo report mensile dello scorso marzo dell’Istituto.
“Se il trend fosse confermato – ha dichiarato il Presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti - anche nei prossimi mesi ci troveremmo davanti ad una situazione di estrema gravità e complessità, per la quale anche le politiche di prevenzione fin qui adottate evidenziano la propria inefficacia a contenere il fenomeno degli infortuni e delle tecnopatie nel nostro paese”.
Le cause sono sicuramente molteplici ed anche conseguenza della riapertura totale delle attività, a partire da quelle produttive, ma probabilmente con condizioni differenti rispetto al pre-pandemia.
“Ciò che preoccupa ancor di più – commenta il presidente delle ACLI di Vicenza aps – è che i numeri reali, come da sempre accade, sono più alti, a causa delle mancate segnalazioni. L’assenza delle denunce e segnalazioni diventa una mancata tutela dei diritti. Lo ribadiamo: la tutela della salute nell’ambito del lavoro è un diritto che va esercitato senza alcuna remora”.
I dati Inail non sono solo numeri, ma persone e famiglie coinvolte, che impongono scelte ed azioni concrete, perché ogni evento rappresenta una sconfitta per l’intera società. “Occorre strutturare in modo organico e costante il coinvolgimento di tutta la rete di soggetti possibili – aggiunge il presidente Cavedon – per la diffusione costante dei principi della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, al fine di raggiungere una maggior consapevolezza, sia tra i datori di lavoro che tra i lavoratori: la sicurezza di tutti è responsabilità di ognuno”.
La proposta del Patronato Acli è quella di creare una nuova cultura della prevenzione, che deve accompagnare le aziende in un percorso virtuoso anche con incentivi economici in particolar modo verso quelle imprese che investono in sicurezza. L’investimento nel processo di sicurezza significa anche maggiore produttività aziendale, mentre il fenomeno degli infortuni e delle malattie sul lavoro comporta un costo diretto ed indiretto per la società e di ostacolo alla crescita del Pil.
La forza di una ricorrenza può dare vita ad un’azione collettiva per far crescere una maggior consapevolezza per un cambio di passo, ecco perché il Patronato Acli coglie l’occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, in programma domani, per lanciare un‘azione diffusa di sensibilizzazione verso la cultura della cura sul lavoro.
IN PENSIONE 2022: LE POSSIBILI VIE D’USCITA
Nell’anno 2022, a seguito di riforma pensionistica, si potrà accedere a pensione con le modalità d’uscita qui sotto elencati:
Pensione Quota 100
È possibile utilizzare questa uscita pensionistica se si hanno 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contribuzione. I requisiti devono essere maturati entro e non oltre il 31/12/2021 in quanto la prestazione non è stata rinnovata per i prossimi anni. Ad oggi, rimane la possibilità di potervi accedere anche successivamente, ma solo per coloro che hanno maturato o matureranno i requisiti entro il 2021, fino ad esaurimento dei fondi stanziati.
Opzione donna
Sia le donne lavoratrici del settore pubblico che del settore privato, possono accedere alla pensione con 58 anni di età anagrafica e 35 anni di contribuzione, con una finestra di attesa di 12 mesi prima di percepire il primo pagamento pensionistico. Per le lavoratrici autonome invece, l’età richiesta è di 59 anni, con una finestra di 18 mesi. Il requisito anagrafico e contributivo, attualmente, deve essere raggiunto entro il 31/12/2021.
Ape sociale
Le condizioni per accedere a questa prestazione è avere almeno 30 anni di contribuzione versata ed essere titolari di un’invalidità pari o superiore al 74%; oppure avere un parente di primo grado convivente titolare di legge 104; o essere disoccupato e avere terminato l’intera prestazione Naspi da almeno 3 mesi; o avere 36 anni di contribuzione con i lavori faticosi e usuranti. Tale possibilità di uscita è stata prorogata per coloro che matureranno i requisiti sopra esposti entro il 31/12/2022.
Pensione anticipata
Rimarrà in vigore anche per il 2022 la possibilità di andare in pensione con i 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne, e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Una volta raggiunto tale requisito contributivo, bisognerà attendere 3 mesi di finestra.
Anzianità anticipata contributiva
Coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31/12/1995 potranno accedere alla pensione se avranno raggiunto 20 anni di contribuzione, 64 anni di età anagrafica con un importo di pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
Pensione per i lavoratori precoci
Potranno accedere alla pensione con 41 anni di contributi coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni di età anagrafica e sono titolari di un’invalidità civile pari o superiore al 74%, oppure conviventi con un parente titolare di Legge 104, o disoccupati che hanno terminato di usufruire dell’indennità Naspi da almeno 3 mesi, o che svolgono un lavoro gravoso.
Pensione lavoratori usuranti
I lavoratori che stanno svolgendo da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni, oppure per metà della loro vita lavorativa, un lavoro definito usurante, potranno accedere alla pensione con almeno 35 anni di contributi e 61 anni e 7 mesi di età anagrafica.
Fondo esuberi o contratto di solidarietà
I fondi di solidarietà sono stati introdotti dalla riforma Fornero nel 2012, forniscono degli strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa dei lavoratori dipendenti di aziende dei settori non coperti alla normativa in materia di integrazione salariale. È previsto che i fondi possano erogare un assegno straordinario al reddito che permette al lavoratore di anticipare la pensione per un minimo di 5 anni e un massimo di 7 anni.
Contratto di espansione
Il contratto di espansione è rivolto alle aziende di grandi dimensioni e in questo ambito ci saranno a breve novità. Questo contratto permette di accompagnare alla pensione i lavoratori ai quali mancano almeno 5 anni per maturare il diritto alla pensione anticipata o a quella di vecchiaia ordinaria.
Isopensione
L’isopensione è una particolare forma di anticipo pensionistico introdotta sempre dalla riforma Fornero. I lavoratori dipendenti di aziende che occupano in media più di 15 dipendenti, hanno la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro fino ad un massimo di 7 anni rispetto all’età pensionabile o al raggiungimento del requisito contributivo per la pensione anticipata.
Pensione di vecchiaia
La pensione di vecchiaia potrà essere richiesta con almeno 20 anni di contribuzione e 67 anni di età anagrafica.
Una consulenza personalizzata
Andare in pensione è una scelta da valutare attentamente, soprattutto quando ci possono essere varie opportunità. Per questo gli operatori del Patronato ACLI sono a tua disposizione per le necessarie valutazioni e per tutte le fasi del tuo eventuale pensionamento: Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!
Katia Marazzina - www.patronato.acli.it
Buona Pasqua
Ci accingiamo a vivere una Santa Pasqua in un clima difficile e triste: la violenza che uomini hanno scatenato verso altri uomini ci riempie di angoscia e tristezza. Sembra che l’uso della forza sia la scelta naturale e scontata nella mente di molti individui: alla convivenza e al rispetto sono anteposti egoismi e mire di potere.
Quanto sta accadendo può farci dubitare sull’esistenza di un Dio dell’amore e della pace: come può permettere tutto questo Dio? Dov’è?
Eppure, è proprio la fiducia nella vita e la speranza che alberga in ogni cuore a testimoniare la presenza di questo amore divino. Sono gli innumerevoli segni di carità e di sostegno che vediamo attorno a noi a dirci che uno Spirito agisce nei cuori e nelle menti.
La Pasqua è la vittoria della vita sulla morte. La vittoria della speranza sul pessimismo e sulla disperazione. Questa è la grandezza del mistero pasquale: un mistero che sta alla base della nostra fede e delle nostre scelte.
Restiamo saldi nella convinzione che un mondo migliore può essere raggiunto e che ognuno di noi deve fare la sua parte.
Nell’augure a voi, alle vostre famiglie e a tutti i soci una Santa Pasqua, vi saluto con questo pensiero scritto da Dietrich Bonhoeffer, ucciso dai nazisti nel 1945.
Buona Pasqua.
Presidente provinciale ACLI di Vicenza aps
Carlo Cavedon
Ove invece si riconosce
che la potenza della morte è infranta,
ove il miracolo della risurrezione e della vita nuova
splende in mezzo al mondo di morte,
lì non si pretendono dalla vita cose eterne,
lì si prende dalla vita quanto essa dà,
non il tutto o il nulla,
bensì il bene e il male,
le cose importanti e quelle meno,
la gioia e il dolore,
lì non ci si aggrappa convulsamente alla vita
ma neppure la si getta via spensieratamente,
lì ci si contenta di una misura finita di tempo limitato
e non si attribuisce un valore eterno a realtà terrene,
lì si lascia alla morte il limitato diritto
cha ancora possiede.
E si attende l'uomo nuovo e il mondo nuovo
solo al di là della morte,
dalla potenza
che l'ha vinta.
Il Cristo risorto
porta la nuova umanità in sé,
l'ultimo glorioso sì di Dio
all'uomo nuovo.
BONUS DI 1000 EURO PER LAVORATORI FRAGILI NEL 2022: REQUISITI E CONDIZIONI
A partire da gennaio 2022 è previsto un contributo di 1.000 euro per i lavoratori fragili che si sono assentati dal lavoro nel 2021 per oltre un mese ed hanno superato il limite massimo di assenza indennizzabile per malattia.
A chi spetta
La misura, istituita dalla legge di bilancio, è rivolta ai lavoratori definiti “fragili” dalla legge, ovvero i lavoratori in possesso di una certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali, che attesti una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, inclusi i lavoratori con disabilità gravi debitamente certificate. Inoltre sono considerati fragili quei lavoratori che, a causa di una patologia preesistente, sono esposti al rischio di un esito grave o infausto dell’infezione da COVID-19.
Il bonus di 1.000 euro spetta ai lavoratori fragili del settore privato che nel corso del 2021, non potendo svolgere la propria attività in regime di smart working, hanno usufruito dell’assenza equiparata a ricovero ospedaliero (come previsto dalla normativa), certificata dalle competenti autorità sanitarie.
Ulteriore requisito per poter beneficiare del bonus è di aver raggiunto il limite massimo indennizzabile per malattia.
Il contributo è a carico dell’INPS, a cui bisognerà presentare domanda oltre ad autocertificare il possesso dei requisiti.
I nostri operatori sono pronti a darti assistenza : Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!
Fonte: Alberto Meli - Patronato acli Nazionale
Il futuro della sanità nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Le nuove frontiere della ricerca : Personalizzazione delle cure e medicina di genere”
La maggioranza degli italiani ha fiducia nei medici e nei ricercatori. A sorpresa, il sesso forte è quello femminile
Varie volte, in questi mesi di pandemia da Covid-19 abbiamo sentito o letto affermazioni come “Dopo il Covid la sanità non sarà più la stessa". Se lo augurano i pazienti, che hanno toccato con mano pregi e difetti del servizio sanitario nazionale, lo auspicano anche quanti operano nelle strutture sanitarie, in primis negli ospedali, che hanno dovuto far fronte alle ripetute ondate pandemiche e al carico di pazienti critici da curare.
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stata ridisegnata la sanità del futuro. Ma gli italiani come vorrebbero essere curati? Il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), nel giugno dello scorso anno, lo ha chiesto a un campione rappresentativo di cittadini e di operatori sanitari e nei giorni scorsi è stato reso pubblico il "Rapporto sul Servizio Sanitario voluto dagli italiani", elaborato in collaborazione con Janssen Italia, del Gruppo Johnson & Johnson, (azienda farmaceutica che ha prodotto uno dei vaccini anti-Covid-19).
La ricerca evidenzia l'interesse e l'attenzione dei cittadini verso la propria salute, a partire dalla relazione con il medico, in cui 9 italiani su 10 ripongono fiducia. Oltre 9 intervistati su 10 hanno fiducia nei ricercatori scientifici e ritengono che la spesa pubblica in ambito salute rappresenti un investimento e non un costo. Risulta molto alta anche la percentuale di chi nutre fiducia nel servizio sanitario della propria regione (73,2%) e il 61% degli italiani è convinto che nei prossimi anni grazie alle lezioni apprese dalla pandemia la nostra sanità migliorerà. E che, affinchè questo avvenga, sarà indispensabile "costruire la cura intorno al paziente": il 94,3% degli intervistati auspica una maggiore personalizzazione delle cure e il 92,9% auspica che i percorsi di cura, dal domicilio, al territorio fino agli ospedali, siano organizzati sulle esigenze del paziente. Questo "Rapporto" dunque rilancia un tema, la "personalizzazione delle cure", che oltre ad essere declinato sul versante di una centralità del paziente nella gestione dei percorsi di cura e di assistenza nel territorio e negli ospedali, rappresenta anche sul piano della ricerca medica e scientifica, un obiettivo prioritario della medicina contemporanea. La ricerca di una maggiore appropriatezza in tutte le fasi del processo di cura è alla base sia della medicina di genere, basata sull’influenza del genere femminile o maschile sulla fisiologia, fisiopatologia e sulla clinica delle malattie, sia della medicina personalizzata che si fonda sulla possibilità di personalizzare le terapie e l’utilizzo dei farmaci tenendo presente oltre al sesso, la sequenza genomica dei pazienti e del loro ambiente di vita e lavoro. Negli ultimi trent’anni, grazie alle fondamentali innovazioni sviluppate nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie, della genetica e dell’informatica, sono stati fatti importanti passi avanti in questa direzione, di un approccio globale alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e al monitoraggio delle malattie basato sulle caratteristiche genetiche e non solo, di una persona. L’idea di fondo è che il genoma di ciascun individuo, interagendo con l’ambiente, conferisca caratteristiche uniche a patologie complesse che possono così essere diagnosticate e curate in maniera più efficiente ed efficace.
All’inizio degli anni 90, l’avvio del progetto di mappatura del genoma umano ha dato una spinta fondamentale alla medicina personalizzata. Ben presto ci si è resi conto che la conoscenza dei singoli geni da sola non basta a definire o predire l’insorgere di una malattia. Sono necessarie molte altre informazioni legate alle caratteristiche del genoma e alla sua “espressione” cioè alla relazione con l'ambiente. Queste informazioni vengono studiate nelle “scienze omiche”, discipline che hanno per oggetto uno studio molto approfondito della cellula, consentono l'analisi sempre più dettagliata dei processi biologici e consentono lo sviluppo di terapie personalizzate, cioè più efficaci e sicure.
La medicina di genere e personalizzata, è oggetto di crescente attenzione da parte di studiosi e ricercatori, in diversi ambiti medico-sanitari, tra i quali la diagnosi e cura di malattie, neurologiche, cardiovascolari, reumatologiche, infettive e soprattutto oncologiche. Tumori del sangue, dell'apparato respiratorio, gastrointestinale, urinario, genitale, delle ossa e delle parti molli, del sistema nervoso, della pelle: per tutte queste patologie è possibile proporre una medicina che offra il trattamento più indicato per il singolo paziente, tenendo conto della sua individualità, della sua storia medica e delle sue condizioni generali di salute, come pure delle caratteristiche biologiche specifiche del ‘suo’ tumore. E questo è già in parte il presente e sarà il futuro delle terapie oncologiche, avendo come obiettivo assicurare, attraverso le ricerche più avanzate di biologia molecolare, il trattamento giusto, nella modalità giusta, al paziente giusto e al momento giusto. E non di secondaria importanza è anche la possibilità di elaborare test di laboratorio che valutano vere e proprie “impronte digitali omiche”, cioè dei marcatori in grado di predire quanto un tumore sia aggressivo o quale sia la possibilità che generi metastasi.
Anche la pandemia da Covid-19 ha mostrato la necessità di studiare a fondo le diverse manifestazioni della malattia nel sesso maschile e femminile e di un approccio nuovo e diverso alla diagnosi e al trattamento delle malattie virali come quella ancora in corso. Nel mese di gennaio dello scorso anno la prestigiosa rivista Science ha pubblicato un articolo secondo il quale il rischio di decesso per Covid-19 è 1,7 volte superiore tra la popolazione maschile in ogni fascia di età a partire dai 30 anni, rispetto alle donne. Lo studio, realizzato da ricercatori della Yale University, ha approfondito le possibili ragioni di questa diversa risposta all'aggressione da parte del patogeno e ha messo in evidenza l'intreccio di fattori genetici e ormonali in grado di spiegare questo sbilanciamento. La maggiore resistenza delle donne davanti alle infezioni non è comunque una novità ed è stata già osservata anche in altri coronavirus. Durante l’epidemia della SARS, il maggior rischio di ricovero e di morte tra i pazienti di sesso maschile era in linea con quanto si sta osservando oggi e nel caso della MERS, la Sindrome respiratoria medio-orientale (una malattia infettiva provocata sempre da un Coronavirus identificato per la prima volta nel 2012), caratterizzata da un elevato tasso di mortalità, i decessi erano del 52% tra gli uomini e del 23% tra le donne. Ma non abbiamo ancora dei protocolli che ci dicano che la donna vada trattata in modo diverso rispetto ad un maschio. Anche se è probabile che nel giro di pochi mesi, studiando le differenze biochimiche e immunologiche di genere, i ricercatori saranno in grado di calibrare dosaggi e tipi di farmaci. La risposta ai vaccini è superiore nella donna rispetto all’uomo. È possibile che arriveremo a dire che le donne possano fare anche un dosaggio inferiore di vaccino.
Spesso, quando le donne assumono farmaci, hanno un rischio di avere effetti avversi quasi doppio rispetto all’uomo. Tra i motivi per cui questo accade è che spesso il dosaggio è scelto preferibilmente sulla base di test clinici condotti soprattutto sui maschi. Inoltre, oggi sappiamo che le donne hanno un profilo farmacologico diverso rispetto agli uomini sia per assorbimento, sia per distribuzione, biotrasformazione ed eliminazione del farmaco. In altre parole, quello che succede al farmaco nell’organismo, dopo l’assunzione, può essere molto diverso tra uomo e donna e naturalmente influenzare sia l’entità degli effetti terapeutici sia degli effetti avversi.
Uno dei primi esempi di farmacologia di genere è lo Zolpidem, un farmaco contro l’insonnia, per il quale nel 2011, sulla base di uno studio di genere fatto appositamente, l'FDA (Agenzia per gli alimenti e i medicinali del governo statunitense) ha approvato due diversi dosaggi per gli uomini (3,5 mg) e per le donne (1,75 mg). Lo studio ha infatti evidenziato che le donne eliminano il farmaco dal sangue più lentamente ed è quindi sufficiente un dosaggio minore.
La, nostra conoscenza sulle influenze di genere sull’attività dei farmaci sta crescendo e consentirà di avere farmaci sempre più su misura, distinti per uomini e per donne e di usare meglio quelli già disponibili. Ci troviamo già ora nella cosiddetta era della medicina di genere, personalizzata e di precisione; stiamo dunque assistendo ad un incremento di attenzione da parte della ricerca e dell’opinione pubblica verso le differenze di genere e ci aspettiamo che, negli anni futuri, avremo sempre più esempi di farmaci il cui dosaggio é tarato per essere genere-specifico e personalizzato su ogni singolo individuo.
Campagna fiscale CAF ACLI 2024
Il 730 è il modello utilizzato per la dichiarazione dei redditi per lavoratori dipendenti e pensionati.
La condizione necessaria per poterlo presentare è: aver avuto nell’anno precedente uno o più redditi da lavoro dipendente o assimilato (esempio la disoccupazione) e da pensione.
I MOTIVI PER COMPILARE IL 730 INSIEME AD UN CONSULENTE FISCALE CAF ACLI:
- Acli Service Vicenza srl ha una competenza fiscale ventennale;
- Con il nostro servizio puoi modificare ed integrare con facilità i documenti fiscali per godere dei benefici fiscali, riuscendo a presentare una dichiarazione dei redditi personalizzata e completa;
- Firmando la delega per il visto di conformità, CAF ACLI si assume la responsabilità a quanto dichiarato sul modello 730;
- Con l’iscrizione all’area riservata di MyCAF potrai accedere e consultare TUTTI i tuoi documenti fiscali in ogni momento e prenotare online il tuo appuntamento!.
Perché rivolgersi a CAF ACLI?
Per maggiori informazioni www.aclivicenza.it
Modello 730 al via: nel menu Superbonus e under 36
Il capitolo della pressione fiscale che allenta la morsa sui redditi da lavoro dipendente è di certo uno dei “piatti forti” del nuovo menu. Parliamo in parole povere dell’ex Bonus Renzi (all’origine pari a 80 euro mensili in più) che dal 1° luglio 2020 il legislatore ha innalzato a 100, per un totale di 1.200 euro annui: quindi una sorta di “quindicesima” dilazionata sulle buste paga nell’arco dei 12 mesi. Tale beneficio, in riferimento all’anno 2021, è stato garantito ai lavoratori dipendenti con redditi complessivi fino a 28.000 euro, soglia che però già da quest’anno (quindi per i redditi 2022) è stata retrocessa a 15.000 euro annui.
Totale debutto, invece, è quello che segna l’ingresso nel 730 del Bonus Prima Casa destinato ai giovani under 36 con ISEE non superiore a 40.000 euro. Si tratta infatti di un’agevolazione istituita nel 2021 (valida per l’esattezza dal 26 maggio 2021 al 31 dicembre 2022) che comprende non solo delle facilitazioni economiche sul piano dell’accesso al credito per l’acquisto dell’immobile prima casa, ma presuppone anche la possibilità di godere in dichiarazione, per le sole compravendite soggette a IVA, di un credito d’imposta (quindi sostanzialmente una detrazione) pari alla stessa IVA corrisposta nella transazione, a meno che il credito non sia stato già fatto valere nel momento stesso dell’acquisto come sconto sulle imposte di registro, ipotecaria e catastale.
Per un bonus che debutta, ce n’è qualche altro che si modifica. È il caso ad esempio del Superbonus 110, che nel 2021 ha aggiunto alla schiera dei cosiddetti lavori “trainati” (ovvero quelli detraibili col 110, ma solo se annessi a uno o più interventi “trainanti”) l’eliminazione delle barriere architettoniche. Più esattamente, la conditio sine qua non per abbinare il 110 all’eliminazione delle barriere, è di eseguire quest’ultima – come spiega la guida dell’Agenzia – “congiuntamente” a interventi di messa in sicurezza antisismica oppure di isolamento termico delle superfici opache o di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
Anche altri due bonus vengono modificati come il 110, ma in questo caso sarebbe più corretto parlare di ritocchi che non di vere e proprie modifiche. Si tratta in primis del Bonus Mobili, il quale, per le spese sostenute nel 2021, ha visto alzarsi da 10.000 a 16.000 euro la soglia di spesa massima soggetta alla detrazione del 50%: in pratica coloro che nel 2021 dovessero aver speso fino a 16.000 euro, o anche di più, per nuovi arredi o elettrodomestici da collocare in abitazioni soggette a ristrutturazioni, potranno arrivare a detrarre al massimo fino a 8.000 euro; tuttavia, per converso, va anche notato come tale soglia sia stata subito “ricacciata” ai vecchi 10.000 euro dal legislatore della manovra 2022 (quindi con effetto pratico nel 730 del 2023).
L’altro ritocco cui accennavamo è quello applicato alla detrazione sulle spese veterinarie, il cui massimale di spesa detraibile è stato elevato per il 2021 da 500 a 550 euro (ricordiamo comunque che anche per le spese veterinarie agisce la franchigia di 129,11 euro che di fatto rende detraibile al 19% la sola quota di spesa compresa tra il superamento della franchigia e la soglia del massimale).
In ultimo possiamo annotare la presenza di un altro debutto, ovvero la nuova detrazione al 19%, entro una spesa massima di 1.000 euro, per l’iscrizione dei bambini/ragazzi tra 5 e 18 anni (la stessa fascia d’età prevista per la detrazione delle spese sportive) a “conservatori di musica, istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica) legalmente riconosciute ai sensi della legge 21 dicembre 1999, n. 508, o a scuole di musica iscritte nei registri regionali nonché a cori, bande e scuole riconosciuti da una pubblica amministrazione, per lo studio e la pratica della musica”, a condizione però che il reddito complessivo del genitore che detrarrà la spesa non sia superiore a 36.000 euro.
Fonte - Luca Napolitano www.caf.acli.it
ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: ENTRO IL 30 GIUGNO LA DOMANDA PER NON PERDERE GLI ARRETRATI
L’Assegno Unico Universale viene calcolato in base alla presenza nel nucleo familiare di figli minorenni o maggiorenni fino ai 21 anni e del valore del modello ISEE.
I pagamenti
In base alle istruzioni fornite dall’Inps, per le domande presentate dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022 il pagamento è previsto a marzo (dal 15 al 21 del mese), mentre, per le domande presentate successivamente, il pagamento verrà effettuato il mese successivo alla presentazione delle stesse.
Coloro i quali non hanno ancora presentato la richiesta, dovranno presentarla entro e non oltre il 30/06/2022 per non perdere gli arretrati di tale assegno dal 1° marzo 2022.
Quanto spetta
Per ciascun figlio minorenne spetta un importo pari a:
- 175 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;
- L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;
- 50 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.
Per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento dei 21 anni di età anagrafica spetta un importo pari a:
- 85 euro mensili in presenza di un ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;
- L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;
- 25 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.
L’Assegno Unico Universale è una prestazione universalistica indirizzata a tutti i nuclei familiari a prescindere dalle condizioni economiche: in assenza di modello ISEE o in presenza di un ISEE superiore ai 40.000 euro, spetta la misura minima di assegno mensile.
Fai con noi la tua domanda
La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica all’INPS
I nostri operatori sono pronti a darti assistenza : Prenota il tuo appuntamento ti aspettiamo!
Fonte: Katia Marazzina - Patronato acli nazionale
Anziani e strumenti digitali: quando le mani sono in difficoltà
Alle prese con smartphone, tablet e computer, gli ultrasessantenni si stanno adeguando alle sfide digitali, per migliorare le relazioni sociali, vincere la solitudine, accedere a servizi di grande utilità. Tuttavia, bisogna fare attenzione anche agli aspetti pratici.
Alcuni consigli preziosi
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una forte evoluzione tecnologica e digitale in molteplici settori e particolarmente in quelli della informazione e comunicazione.
Le nuove generazioni “nascono” con lo smartphone, sono abili navigatori dei più svariati social network e costantemente connessi con il resto del mondo. E gli anziani? Come reagiscono le persone anziane nate e cresciute “con carta e matita” a questo costante bombardamento digitale? Forse ci sorprendiamo a scoprire che recenti ricerche mostrano che in Italia l’80% delle persone con più di sessant’anni ha utilizzato internet almeno una volta. Sicuramente è diversa la manualità con cui le persone più “mature” utilizzano i mezzi tecnologici rispetto alle nuove generazioni, ma gli anziani dimostrano una grandissima capacità di adattamento all’evoluzione della società, imparando a sfruttare in modo intelligente (forse più intelligente delle citate nuove generazioni..) i vantaggi che la tecnologia può offrire. Alcuni utilizzano il cellulare per tenersi in contatto con i famigliari che vivono lontano, altri imparano anche a mandare messaggi e ad effettuare videochiamate con l’estero, a inviare e- mail e fotografie. Questo ci fa capire l’importanza del telefonino (smartphone) per la persona anziana come potenziale strumento per combattere l’emarginazione sociale e l’isolamento. Gli over 65 si destreggiano bene anche con il computer, per accedere ai servizi sanitari (come lo scaricamento dei referti on line o prenotare una visita medica) o gestire a domicilio apparecchiature sanitarie o logistiche digitali per l'assistenza propria o di congiunti, ma anche per fare acquisti sugli e-commerce e per chattare sui social network.
Secondo i dati delle ricerche, ad oggi il 50,3% degli italiani sono iscritti a Facebook e di questi l’11% sono anziani. Un’indagine svolta dall’agenzia regionale sanitaria delle Marche in collaborazione con una Università inglese ha dimostrato che gli anziani che utilizzano i social network si sentono meno soli e che l’utilizzo dei social da parte delle persone anziane abbasserebbe di circa il 30% il rischio di ammalarsi di depressione. Altri sondaggi ci informano che si stanno sempre più diffondendo, tra le persone anziane, gli abbonamenti e la lettura on-line dei quotidiani. La pandemia da Covid-19 con i “lockdown” e le “zone rosse” ha dato un ulteriore impulso a queste forme di comunicazione digitale.
Una limitazione all'utilizzo da parte degli anziani di queste tecnologie è rappresentata da alcune patologie che sono più frequenti, se non esclusive, di questa tipologia di utenti. Non rari sono ad esempio i disturbi alle mani dovuti alla sindrome del tunnel carpale, alle contratture di Dupuytren, all'artrite reumatoide e all'artrosi delle articolazioni delle spalle e della colonna e ai diversi tipi di tremori.
Un interessante articolo su “Harvard Health Letter”, (marzo 2022) della Harvard Medical School di Boston, fornisce qualche consiglio pratico per chi, anziano o no, deve gestire l’uso dei dispositivi digitali, pur avendo patologie alle mani o altre situazioni che rendano problematico il loro uso. Eve Kennedy-Spaien, esperta in programmi di gestione del dolore, presso l'ospedale di riabilitazione Spaulding affiliato ad Harvard spiega che “ il problema è il movimento ripetitivo delle dita su una tastiera o l'allungamento delle dita su un mouse per direzionarlo; con un telefono o un tablet, è critico il movimento ripetitivo con una mano e la presa sostenuta con l'altra”. La stessa esperta ricorda e consiglia alcune piccole strategie che possono sembrare ad un primo approccio di poco valore ma che in realtà possono diventare preziosi consigli comportamentali soprattutto quando si passa molto tempo ad utilizzare strumenti digitali per lavoro, per comunicare con famigliari e amici, per esigenze sanitarie o amministrative o anche solo per hobby.
Distribuisci il lavoro. “Scrivi solo con il pollice o con l'indice? Questo può portare a lesioni da uso eccessivo. Invece, distribuisci il lavoro tra le dita e le mani. E' utile alternare le dita che stanno facendo il lavoro". "Se usi il mouse solo con la mano destra, prova a usare qualche volta la mano sinistra. Oppure cambia la mano che usi per tenere uno smartphone."
Effettua pause “Utilizzare un computer o uno smartphone è un'attività sedentaria. Ti impedisce di essere attivo e limita il flusso di sangue alle tue mani, il che le rende più rigide e difficili da muovere. Per combatterlo, prenditi delle pause programmate prima ancora di sentire il bisogno di fermarti. Nel momento in cui le tue mani si lamentano, la situazione si è già aggravata e ci vuole più tempo per tenere sotto controllo il dolore e la rigidità e finisci per aver bisogno di una pausa più lunga", dice sempre Kennedy-Spaien. "Fai una pausa di cinque minuti dopo 45 minuti di attività. Alzati, bevi un sorso d'acqua o fai qualsiasi cosa che cambi completamente la tua posizione."
Mantieni flessibili i polsi e le mani “È importante mantenere i polsi e le mani agili. Inizia dai polsi, tenendo fermi gli avambracci e muovendo lentamente i pugni in cerchio. Quindi, apri e chiudi delicatamente i pugni, allungando le dita se puoi”. E ancora: "Assicurati che le dita siano allineate e si muovano insieme e che nessun dito stia andando avanti o indietro rispetto agli altri, il che può accadere quando hai l'artrite", consiglia sempre Kennedy- Spaien.
Utilizzare la terapia del caldo o del freddo. Le terapie del calore e del freddo hanno usi diversi. Il calore è lenitivo e rilassa i muscoli. È utile prima di digitare o utilizzare il telefono per un periodo prolungato. "Fa bene alla rigidità ma non al gonfiore", dice Kennedy-Spaien. "Il calore umido si fa più profondo nei tessuti e nelle articolazioni. È possibile ottenere calore umido da ammolli caldi per le mani o utilizzando guanti termici umidi da microonde." Il ghiaccio è un antinfiammatorio e un antidolorifico. "È meglio per tendiniti o articolazioni gonfie e calde. E' un aiuto dopo aver usato le mani per molto tempo ". Prova un impacco di ghiaccio, guanti per la terapia del freddo (con le confezioni di gel che tieni nel congelatore) o immergere le mani in acqua ghiacciata. Limita le sessioni di terapia a 20 minuti, per evitare di danneggiare la pelle.
Evitare posizioni scomode della mano Tenere o muovere le mani in modi innaturali può causare dolore. Ad esempio, forse stai raggiungendo il mouse con solo il polso; torci il polso mentre tieni lo smartphone; o appoggi il portatile sulle dita. Tutte queste attività mettono pressione sulle articolazioni e sui piccoli muscoli. "Usa i muscoli più grandi, come l'intero braccio, per muovere il mouse e tenere il peso lontano dalle dita", suggerisce Kennedy-Spaien.
Per chi poi ha necessità di utilizzare per più ore ogni giorno apparecchi digitali, esistono anche alcuni strumenti che possono facilitare l’uso, sia intensivo che temporaneo: assistenti "virtuali" o funzionalità voce-testo che possono compiere in nostra vece determinate operazioni come inviare messaggi o e-mail tramite comandi vocali, archiviare etc..; un mouse comodo, uno stilo a presa larga, un supporto per smartphone, “poggiapolsi” di gel, una seduta comoda e attiva.