Articoli filtrati per data: Dicembre 2024

La pensione di vecchiaia è quell’istituto che permette a tutti ai lavoratori, sia dipendenti che autonomi, di raggiungere la pensione con almeno 20 anni di contributi e 67 anni di età anagrafica, confermati anche per l’anno 2021. Questi sono i due requisiti richiesti, ma solo per chi ricade nel sistema retributivo o in quello misto. 

Tale normativa varia per quei lavoratori che hanno iniziato a versare contributi solo dal 1 gennaio 1996 e mai prima: lavoratori con la contribuzione versata solo nel sistema contributivo. 

Infatti per questi lavoratori, il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, è possibile ottenere la pensione al perfezionamento degli stessi requisiti anagrafici e contributivi previsti per i lavoratori nel sistema retributivo o misto.  

Tuttavia, a differenza di questi ultimi, per conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia, oltre alla presenza del requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico di 67 anni, devono soddisfare un altro requisito:  avere un importo della pensione superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Per il 2021 devono superare la cifra lorda di 690,42 euro. 

In caso contrario possono accedere al trattamento di vecchiaia al compimento di 70 anni di età con almeno 5 anni di contribuzione “effettiva” (cioè obbligatoria, volontaria e da riscatto), con esclusione della contribuzione accreditata figurativamente a qualsiasi titolo, a prescindere dall’importo della pensione. Anche il requisito anagrafico di 70 anni è soggetto agli adeguamenti in materia di stima di vita (nel 2021 sono quindi necessari 71 anni). 

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Katia Marazzina   

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La delusione e la protesta dei giovani per i risultati della Cop26, che chiedono l’adozione di misure concrete soprattutto a favore delle popolazioni che stanno subendo gli effetti devastanti del cambiamento climatico

NON SI PU0' RISOLVERE UNA CRISI CON GLI STESSI METODI CHE L'HANNO CAUSATA

In tutto il mondo ci si mobilita, in queste settimane, per organizzare marce di protesta e di sensibilizzazione sul tema dei cambiamenti climatici. I militanti ambientalisti lanciano appelli ad agire per evitare il peggio e per spingere i governanti alla  concretezza. Si è marciato non solo a Glasgow in contemporanea alla COP26 ma anche in  molte altre piazze di tutto il mondo: Sidney, Parigi, Londra, Dublino, Stoccolma  Nairobi, Città del Messico e in decine di altre città di tutti i continenti: oltre 200  appuntamenti secondo quanto comunicato dalla Cop26 Coalition, che ha messo insieme gli  organizzatori dei diversi Paesi. La parola d’ordine sembra essere sempre la stessa: “giustizia climatica”, da raggiungere con misure immediate soprattutto a favore di quelle popolazioni che subiscono già adesso gli impatti del surriscaldamento globale, a partire dai Paesi più poveri.

Nei giorni scorsi mentre era in corso la Cop26, Glasgow è stata invasa dai oltre 25 mila Fridays for Future di tutto il mondo che hanno sicuramente portato alla conferenza un contributo anche gioioso e rumoroso che ha avuto il suo apice, sabato 6 novembre quando si è svolta la lunga marcia nello splendido scenario di Kelvingrove Park,  fino alla centralissima George Square. Oltre 200 mila, secondo alcuni 300 mila persone, in prevalenza giovani con alla testa del corteo tante donne e ragazze provenienti dal Sud del mondo e alcuni esponenti delle comunità indigene dell’Amazzonia.  E' stata molto significativa la scelta di fare aprire il corteo da coloro le cui voci vengono sistematicamente ignorate e che invece in occasione della Cop26 di Glasgow hanno avuto l’opportunità di ricordare al mondo quali sono gli effetti della crisi climatica. E di ricordarci che l’attivismo si paga non raramente anche con la vita, come è accaduto a Samir Flores, giovane messicano ucciso nel 2019 per essersi opposto al mega progetto energetico “Proyecto Integral Morelos” avversato dalle popolazioni indigene danneggiate dalla sua realizzazione.
Una sorte tragica come quella di Samir, ricordato da Sofia Gutierrez alla fine della marcia, è toccata lo scorso anno in Colombia a ben 65 difensori dell’ambiente e delle comunità, che hanno pagato con la vita il loro impegno.

Proprio il presidente colombiano Iván Duque è stato tra i più attivi alla Cop26, dove invece non si è presentato Jair Bolsonaro, presidente del Brasile, bersaglio di cori durante la manifestazione e additato come responsabile di un vero e proprio genocidio sia dei nativi dell’Amazzonia, dove la deforestazione prosegue senza sosta a tutto vantaggio delle imprese private, sia del suo popolo, a causa della gestione fallimentare della pandemia. Boris Johnson, tramite il suo portavoce ha fatto sapere di comprendere «il forte sentimento dei giovani sul cambiamento climatico», tuttavia «saltare le lezioni è estremamente dannoso in un tempo in cui la pandemia da Covid ha già avuto un enorme impatto sul loro apprendimento». Appelli caduti nel vuoto, almeno a Glasgow, dove alla marcia c'erano tantissimi ragazzi e bambini arrivati con le loro famiglie, quasi tutti con il loro pezzo di cartone a mo’ di cartello con su scritto «no more blah blah blah», per riecheggiare le parole di Greta sulla vuota retorica dei governi del Pianeta.

Una invasione, dunque, quella di Glasgow, gioiosa nelle apparenze e nei cartelli variopinti ma molto pesante nei commenti e nelle dichiarazioni dei vari portavoce e leaders dei  Fridays for Future:  “Ci siamo fatti 15 ore di treno da Torino perché siamo convinti che questa Cop sia l’ultima occasione per invertire la rotta e fermare la crisi climatica”,  ha spiegato  un portavoce dei  giovani italiani. “Dobbiamo diminuire le nostre emissioni del 7% ogni anno per restare sotto gli 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale. Se rimandiamo ogni decisione all’anno prossimo, probabilmente sarà troppo tardi”.  Tra gli attivisti è andata via via crescendo la convinzione che quella di Glasgow sia stata l’ennesima occasione persa. Per esempio, Marta dei Fridays for Future polacchi non crede che il governo di Varsavia abbia realmente intenzione di smettere di usare il carbone, come promesso. “Hanno già dichiarato che, non essendo un Paese sviluppato, possono aspettare fino al 2040 per dire addio al carbone. Noi non possiamo attendere tutto questo tempo!”. L’ugandese Vanessa Nakate considerata il braccio destro di Greta, rivolgendosi ai governanti, si è chiesta ad alta voce “quanti altri di questi eventi si dovranno tenere finché non si renderanno conto che la loro inazione sta distruggendo il Pianeta?”. E ha sottolineato che «storicamente, l’Africa è responsabile solo del 3% delle emissioni globali. Greta Thunberg, non ha voluto prendere la scena del corteo ed è rimasta nelle retrovie, ma prima di lasciare Glasgow  ha lanciato le sue pesanti accuse:  la Cop26 è un fallimento totale, un mero esercizio di pubbliche relazioni, perché non si può risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno causata”. E ancora “Il re è nudo, la storia giudicherà severamente questi governanti incapaci di dare inizio ad un vero cambiamento di modello”.

Spenti i riflettori sulla presenza sul palco dei grandi del pianeta, e dei giovani sulle strade e piazze di Glasgow, le commissioni della Cop 26 hanno continuato i lavori e secondo alcuni osservatori alcuni passi avanti sono stati fatti. Come, ad esempio, sullo sfruttamento energetico del carbone,

Oltre 40 Paesi tra cui l'Italia, e alcune decine di organizzazioni, hanno concordato di abbandonare gradualmente l’utilizzo di energia elettrica a carbone, e di smettere di investire nella costruzione di nuovi impianti: entro la decade 2030 le economie maggiori e in quella del 2040 per le nazioni più povere.

La mancanza di grandi leader come Russia e Cina è stata sicuramente deludente come pure preoccupanti le affermazioni del premier indiano Modi sulla riduzione delle emissioni del suo Paese nel 2070, in ritardo di 20 anni sull'obiettivo del 2050.

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ospite recentemente di una rete televisiva, ha affermato che “Il risultato più grande di questa Cop26 è l’enorme interesse anche dei capitali privati in questa enorme sfida, perché abbiamo capito che il cambiamento climatico si può combattere solo insieme, consapevoli che la lotta per il clima è un fatto di giustizia globale".  Ed è sicuramente buona la notizia di questi giorni che sempre il ministro Roberto Cingolani, voglia provare a rendere permanente e a scadenza annuale l’evento Youth4Climate svoltosi a Milano a fine settembre scorso  che ha rappresentato un'esperienza straordinaria per molti dei 400 giovani delegati dai quasi 200 Paesi di tutto il mondo, riuniti  per affrontare le principali urgenze e priorità dell’azione climatica.

Ma si sente ancora forte l'eco del disappunto dei giovani per l'incapacità soprattutto di chi più inquina e deturpa la natura e l'ambiente ed ha in mano le sorti del pianeta, di assumere scelte responsabili, coraggiose e tempestive.

Nelle prossime settimane avremo un quadro più chiaro dei veri risultati raggiunti dalla Cop26.

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Venerdì, 29 Ottobre 2021 09:53

Bonus prima casa under 36: ecco come ottenerlo

Pronte le istruzioni per ottenere il bonus “Prima casa under 36” previsto dal Dl Sostegni bis (Dl n. 73/2021). Possono beneficiarne i giovani con meno di 36 anni e un ISEE non superiore 40mila euro che acquistano un’abitazione entro il 30 giugno 2022 (ai fini del calcolo ISEE è possibile rivolgersi ai consulenti CAF ACLI tramite le  sedi CAF ACLI 

 Chi ne ha diritto?

Il bonus prima casa under trentasei spetta a chi non ha ancora compiuto 36 anni nell’anno in cui viene fatto il rogito e ha un Isee massimo di 40.000 euro. Pertanto, se si stipula il rogito a gennaio 2022 e a giugno dello stesso anno si compie 36 anni non si ha il diritto al bonus. Inoltre, l’Isee da utilizzare dovrà essere in corso di validità all’atto del rogito, quindi va richiesto necessariamente prima, infatti i suoi estremi andranno indicati anche nell’atto redatto dal notaio incaricato della compravendita. 

Se uno solo degli acquirenti ha meno di 36 anni, solo lui può usare il bonus under 36 per la quota di sua spettanza, l’altro acquirente o gli altri acquirenti utilizzano i benefici prima casa se ne hanno i requisiti; in caso contrario devono versare le imposte dovute in misura piena.

Il bonus “Prima casa under 36”, che vale per gli atti stipulati tra il 26 maggio 2021 e il 30 giugno 2022, prevede inoltre l’esenzione dall’imposta sostitutiva per i mutui erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo. L’agevolazione non è invece applicabile ai contratti preliminari di compravendita, essendo prevista per i soli atti traslativi o costitutivi a titolo oneroso

Vantaggi?

L’agevolazione prevede diversi vantaggi, che si estendono anche all’acquisto delle pertinenze dell’abitazione principale. In primo luogo, è prevista l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale e, in caso di acquisto soggetto a Iva, è riconosciuto anche un credito d’imposta pari all’imposta pagata per l’acquisto, che potrà essere utilizzato a sottrazione delle imposte dovute su atti, denunce e dichiarazioni dei redditi successivi alla data di acquisto o usato in compensazione tramite F24.

Agevolazioni anche per i finanziamenti collegati all’acquisto, alla costruzione e alla ristrutturazione dell’immobile: con il bonus prima casa under 36, infatti, non è dovuta l’imposta sostitutiva delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali e delle tasse sulle concessioni governative. Per godere dell’esenzione il beneficiario dovrà dichiarare la sussistenza dei requisiti nel contratto o in un documento allegato.

La circolare pone l’attenzione anche sui contratti preliminari di compravendita, che non possono godere delle nuove agevolazioni in quanto la norma fa riferimento ai soli atti traslativi o costitutivi a titolo oneroso. Resta fermo che, in presenza delle condizioni di legge, successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita, è possibile presentare formale istanza di rimborso per il recupero dell’imposta proporzionale versata per acconti e caparra in forza dell’articolo 77 del TUR. Semaforo verde, infine, per gli immobili acquistati tramite asta giudiziaria, che possono accedere comunque al beneficio.

(Fonte: Agenzia delle Entrate)

     

 

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La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. È stato così anche per il mio lavoro.

Sono andato in pensione circa un anno fa, ma per rimanere in equilibrio tra le mie entrate e le mie spese, ho dovuto riprendere a lavorare, perché la pensione che percepivo non mi bastava più.

 Ho scoperto, grazie a una consulenza del Patronato Acli, che i contributi che verso con questa nuova attività lavorativa possono essere aggiunti alla pensione che già percepisco.

 Si chiama “supplemento di pensione” e un operatore del Patronato mi ha aiutato a presentare la domanda per ottenerlo.

Ora che mantenere l’equilibrio è più semplice, sono pronto per una nuova volata!

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Il periodo della pandemia, con l’utilizzo massiccio e diffuso delle tecnologie digitali, dalla didattica a distanza alle riunioni di lavoro on line, ha comportato una grande accelerazione di innovazione: in sei mesi – dicono gli esperti – si è sviluppata una dinamica di processi che “normalmente” avrebbe richiesto 7 anni

Nell’aprile scorso si è tenuta on line una “tornata” accademica  dell’Accademia Olimpica sul tema “Tecnologie Digitali e Sviluppo Umano dopo la Pandemia”, evento che si è incentrato sulla lectio del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, neo accademico.

Al convegno, oltre al Ministro, sono intervenuti, Fabrizio Dughiero, prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Padova, Federico Visentin, presidente CUOA Business School, il presidente dell’Accademia, Gaetano Thiene, e della Classe accademica di Diritto economia e amministrazione, Giacomo Cavalieri. Ha introdotto e coordinato i lavori Giancarlo Corò, accademico olimpico e professore di Economia applicata all'Università Cà Foscari di Venezia. 

Ritenendo il tema particolarmente interessante, abbiamo chiesto e ottenuto dall’Accademia il permesso di diffondere i contenuti di tale incontro. Grazie quindi all’Accademia Olimpica, con la quale si confermano i rapporti di reciproca attenzione, anche in considerazione del fatto che sia il prestigioso Istituto culturale che le Acli vicentine hanno avuto come Presidente Mariano Rumor.

Proponiamo nel video  che segue  l’intervento del Ministro Bianchi e degli altri partecipanti alla tornata accademica.. 

Gli interventi sono stati inseriti anche nella Piattaforma di formazione di FAP Acli Vicenza.

 

 

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Lunedì, 25 Ottobre 2021 12:07

Premiazione concorso “Terra SOStenibile”

Il concorso “Terra SOStenibile”, realizzato dall’associazione Culturale Life In Progress APS con il patrocinio della Regione del Veneto, della Provincia di Vicenza ed il patrocinio ed il contributo dei Comuni di Bolzano Vicentino, Monticello Conte Otto, Quinto Vicentino, Camisano Vicentino e delle ACLI Sede provinciale di Vicenza aps, ARRIVA AL TRAGUARDO!

Giovedì 28 ottobre alle 20.30 la SERATA PREMIAZIONI a CAMISANO VICENTINO, nella Sala Consiliare del Municipio in piazza Umberto I. 

Saranno presenti i finalisti e verranno premiati i tre progetti scelti dalle giurie.

Posti limitati - Necessaria la prenotazione

➤ Email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

➤ Messaggio WhatsApp o SMS al 3287359080

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Lunedì, 18 Ottobre 2021 09:18

Sconto in fattura e cessione del credito

Differenza tra cessione del credito e sconto in fattura

La differenza che corre tra la cessione del credito e lo sconto in fattura possiamo sintetizzarla così:

  • lo “sconto in fattura” permette di vedersi abbattuto il costo dei lavori direttamente dalla ditta fino a un importo non superiore al costo stesso dei lavori (nella sostanza sino all’importo massimo corrispondente alla percentuale del bonus fiscale di riferimento);
  • la “cessione del credito” presuppone la cessione vera e propria della detrazione fiscale da parte del contribuente all’indirizzo di un ente terzo (fornitori di beni, esercenti di attività autonome, banche, società, ecc.) in cambio del rimborso fino a un importo massimo corrispondente alla somma altrimenti detratta in dichiarazione.

Come funziona lo sconto in fattura e come funziona la cessione del credito?

È necessaria una premessa: ovviamente, sia in caso di cessione che in caso di sconto, la volontà del contribuente deve pur sempre trovare la disponibilità della ditta (per lo sconto) o di un ente terzo (per la cessione) a portare a termine l’opzione. Detto questo:

  • lo sconto in fatturacomporta un vero e proprio sconto sul costo dei lavori corrispondente alla percentuale della detrazione altrimenti applicata in dichiarazione. Se ad esempio il contribuente opta per lo sconto su dei lavori detraibili col Bonus Ristrutturazioni al 50%, ecco che lo sconto corrispettivo in fattura sarebbe appunto del 50%. Resta fermo che l’unica detrazione per cui, per ovvie ragioni, lo sconto in fattura non potrebbe mai equiparare la percentuale di detrazione fiscale è proprio il Superbonus 110%, per il quale lo sconto in fattura può al massimo pareggiare il totale dei costi (quindi in sostanza optando per lo sconto in fattura su lavori detraibili col Superbonus si può avere al massimo l’abbattimento totale della fattura, ma si perderebbe quel 10% in più recuperabile invece tramite dichiarazione);
  • la cessione del creditocomporta invece in primis il pagamento effettivo dei lavori, regolarmente fatturati e bonificati, e quindi la stipula di un accordo finanziario tra il contribuente che cede la detrazione e l’ente cessionario. Infine, l’ente cessionario, in cambio del beneficio fiscale ceduto, avvierà un piano di rimborso per “restituire” al contribuente fino alla quota corrispondete alla detrazione fiscale.

Cosa scegliere fra cessione del credito e sconto in fattura?

Entrambe le soluzioni sono vantaggiose per il contribuente che può beneficiare della detrazione sulle spese. Rimane una scelta libera, ma la prerogativa è che la controparte acconsenta all’operazione e che la scelta sia comunicata in via telematica all’Agenzia delle Entrate.

Per quali lavori è possibile applicare la cessione del credito o lo sconto in fattura?

A introdurre la chance alternativa della cessione del credito o dello sconto in fattura in relazione alla “galassia” dei bonus casa è stato l’articolo 121 del Dl 34/2020 (cosiddetto “Decreto Rilancio”). La norma è rivolta a coloro che sostengono - negli anni 2020 e 2021 - le seguenti tipologie di lavori:

  • trainanti e trainati che beneficiano del Superbonus;
  • recupero del patrimonio edilizio che beneficiano del Bonus Ristrutturazioni(in particolare gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari nonché dei precedenti interventi e di quelli di manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni degli edifici);
  • riqualificazione energetica rientranti nell’Ecobonus;
  • adozione di misure antisismiche rientranti nel Sismabonus;
  • recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti rientranti nel Bonus Facciate;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Chi può usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura?

La scelta della cessione del credito o dello sconto in fattura al posto della fruizione diretta del bonus nel Modello 730 o nel Modello REDDITI, è in pratica sempre percorribile per il contribuente, che dunque può prenderla in considerazione:

  • quando sussiste la cosiddetta incapienza fiscale, cioè quando la sua imposta, per via del reddito basso, non potrebbe mai permettergli di godere pienamente del bonus per tutta la sua durata pluriennale;
  • oppure semplicemente per sua volontà, laddove preferisse adottare la cessione o lo sconto invece della detrazione.

Cessione del credito e sconto in fattura: come fare?

L’opzione della cessione o dello sconto va esercitata per forza tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate. Occorre trasmettere all’Agenzia delle Entrate, entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese, un’apposita comunicazione con cui verrà notificata la rinuncia al bonus fiscale in luogo della sua cessione o dello sconto applicato in fattura. Per semplificare l’operazione, il contribuente può avvalersi degli intermediari abilitati alla trasmissione delle dichiarazioni fiscali. Ciò significa che le sedi CAF ACLI sono disponibili ad assistervi nel disbrigo di tale procedura, senza la quale non sarebbe infatti possibile portare a termine l’opzione.

Superbonus e cessione del credito o sconto in fattura

Nel caso in cui la rinuncia riguardi il Superbonus, l’opzione cessione/sconto richiederà anche l’apposizione del visto di conformità da parte dell’intermediario abilitato, cioè in pratica l’acquisizione dei documenti che dimostrano la spettanza della detrazione ceduta, servizio anch’esso per cui le  sedi CAF ACLI sono disponibili a darvi assistenza.

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L’Assegno sociale è una prestazione assistenziale che non dipende dal versamento dei contributi ed è erogata in favore di soggetti che si trovano in condizione economiche disagiate al raggiungimento di una determinata età anagrafica.

Importo 

L’importo dell’assegno per il 2021 è di 460,28 euro per 13 mensilità. La cifra è determinata dal reddito personale o coniugale del richiedente.

Requisiti  

Nel 2021 è riconosciuto ai cittadini italiani residenti in Italia e ai cittadini comunitari o extra comunitari in possesso della carta di soggiorno, purché residenti in Italia, che abbiano compiuto almeno 67 anni di età. È necessario però dimostrare di avere soggiornato legalmente in Italia in via continuativa da almeno 10 anni. 

Chi non possiede nessun reddito riceve l’intero assegno. Qualora invece si fosse in possesso di un reddito che comunque non superi una determinata soglia  (per una persona sola 5.983,64€, per una persona coniugata 11.967,28€), l’assegno sociale verrà erogato per una somma ridotta pari alla differenza tra l’importo intero annuale dell’assegno e l’ammontare del reddito annuale percepito.

Ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno concorrono tutti i redditi al netto dell’imposizione fiscale. Vanno esclusi i trattamenti di fine rapporto, le competenze arretrate soggette a tassazione separata, il valore dello stesso assegno sociale nonché il reddito della casa di abitazione principale, l’indennità di accompagnamento e i trattamenti di famiglia.
Il superamento del limite di reddito previsto comporta la sospensione dell’assegno. 

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Katia Marazzina

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LA QUESTIONE AMBIENTALE NON E’ UNA “MODA” GIOVANILE, PER UN FUTURO NON MEGLIO DEFINITO.

E’UNA EMERGENZA DA AFFRONTARE SUBITO, CON L’IMPEGNO DI TUTTI

I cambiamenti climatici che causano disastri interesseranno sempre più larghe fasce della popolazione mondiale, mettendo a rischio gli equilibri politici a livello planetario

Da quasi trent’anni l’ONU riunisce periodicamente i Paesi della terra  che hanno ratificato la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici  per un vertice  sul clima – chiamato COP – ovvero ” Conferenza delle Parti”. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale. Quest’anno si terrà il 26eismo vertice annuale, da cui il nome COP26. La COP26 sarà presieduta dal Regno Unito che la ospiterà a Glasgow.

Nei giorni scorsi si è svolta a Milano la “settimana italiana dedicata alla lotta ai cambiamenti climatici” che ha visto in successione due incontri di alto profilo internazionale.  Dal 28 al 30 settembre si è svolto l'evento Youth4Climate con la partecipazione di quattrocento giovani dai 197 Paesi membri dell’UNFCCC (la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) Con loro c'era anche Greta Thunberg. Dal 28 settembre al 2 ottobre si è svolta la Pre-COP26, l’Incontro delle Nazioni Unite preparatorio della Conferenza  sul clima la COP26, che rappresenta per molti studiosi e ricercatori l'ultimo appello per operare scelte  urgenti  e concrete per salvare il nostro pianeta dai disastri ambientali.

Ancora una volta le poche ma incisive parole della quindicenne svedese Greta Thunberg, hanno avuto una risonanza mondiale con la loro accusa all'inconcludente bla..bla..bla degli adulti e dei politici: “ ...Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire... Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi...” 

Per la prima volta nel 2015 a Parigi, sede della COP 21, era successo qualcosa di epocale: tutti i Paesi avevano accettato di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi. Inoltre i Paesi si erano impegnati a mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi obiettivi. Ma alla prova dei fatti, gli impegni presi a Parigi non sono stati neanche lontanamente sufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, e la finestra utile per il raggiungimento di questo obiettivo si sta chiudendo. Il decennio fino al 2030 sarà cruciale e i Paesi dovranno spingersi ben oltre quanto fatto in quello storico vertice per mantenere viva la speranza di contenere l’aumento della temperatura a 1,5. La COP26 sarà dunque decisiva. Questo spiega le dure parole dei giovani, per bocca della Thunberg, che richiamano gli adulti alle proprie responsabilità dimostrando in questo caso una saggezza sicuramente superiore a quella di chi, gli anziani, per definizione, dovrebbero esercitarla con particolare forza.

Finora, il movimento globale per contrastare il cambiamento climatico ha coinvolto soprattutto (ma non solo) la popolazione giovane e, prima dell’avvento del covid-19, ovunque nel mondo si sono viste proteste guidate da studenti che hanno ampliato il dibattito pubblico e dato maggiore visibilità ai giovani nei forum internazionali più importanti.

Se da un lato questi eventi sono importanti passi avanti, dall’altro purtroppo il 2020 è stato l'anno più caldo mai registrato e per evitare una catastrofe sarebbe necessaria una riduzione delle emissioni che invece sono in aumento costante. Si rende perciò necessaria una rapida reazione della società intera.

La stampa e i media ci hanno fatto conoscere Greta Thunberg commentando “con simpatia” il suo visetto, innocente e trasognato che è diventato l’icona delle proteste. Ci ha  raccontato dei suoi scioperi per il clima, che centinaia di studenti hanno imitato, dal Canada all’Australia, dalla Germania agli Usa e delle sue presenze  alla conferenza di Katowice, all’Eliseo, al forum di Davos, alla Commissione Europea .    

Ma il modo “confidenziale” in cui la stampa italiana racconta spesso di Greta e della sua lotta, rischia di non comunicarci la drammaticità del messaggio che i giovani vogliono trasmetterci. Il racconto della “sedicenne che ha ridato ai giovani una causa per cui impegnarsi portandoli in piazza per un futuro mondo più verde”, rischia di far passare anche un messaggio distorto: che i problemi non riguardino tutti e adesso.

 

Il primo passo per evitare questo rischio è innanzitutto quello di smetterla di considerare che l'ambientalismo sia un problema che riguarda solo il futuro dei giovani ed essere consapevoli che interessa da vicino e adesso noi genitori e  nonni dei giovani: le estati sopra i 40°, che fanno e faranno sempre più strage di anziani, arriveranno molto prima del 2050.  Già ora molti italiani vivono nella precarietà di una casa spazzata via dalla furia delle acque di un nubifragio estivo o dalle fiamme di incendi talora attivati da mani sconsiderate ma alimentati da venti torridi che soffiano su boschi e coltivazioni arsi e aridi. Nel 2050 gran parte del Mezzogiorno sarà desertificata, ma già oggi interi raccolti vanno in fumo ogni anno. Già adesso gran parte dei migranti arriva dai luoghi della terra più colpiti dalla siccità: Africa occidentale, Corno d’Africa, Pakistan e Bangladesh. E l’esodo aumenterà. Finché si continua a dare l’idea che gli ambientalisti si occupino di “problemi del futuro” e di persone che noi manco conosciamo e alle quali non diamo un volto e un nome a noi noti, si mistifica la realtà. E si procura, di nuovo, alla gente una scusa per non occuparsene e per evitare di non convincersi dell'urgenza e attualità dei problemi ambientali.

 Ma Greta, nel suo urlare ai politici di assumersi le loro responsabilità coglie nel cuore del problema: senza uno sbocco politico, la lotta per l’ambiente andrà sprecata. Spesso i media dipingono Greta e i giovani che con lei si mobilitano, come un’alternativa alla politica quasi in contrapposizione ad essa. E molte associazioni ambientaliste tengono a proclamarsi apartitiche e apolitiche ribadendo le connotazioni “civiche” del loro impegno.

La lotta per l’ambiente non può avere un futuro sganciata dalla realtà della politica, perché necessita di  scelte di governo impegnative e spesso impopolari, che andranno ad incidere su  abitudini di vita e consumi consolidati delle persone ma anche su nuovi costi e spese per beni essenziali a partire da quelli legati all'approvvigionamento energetico. Queste scelte difficilmente si possono assumere senza un ampio consenso e solide maggioranze. La società civile, i movimenti, le associazioni sono fondamentali per contribuire a costruire consenso attorno a decisioni che necessariamente devono diventare politiche.  Quanto più le scelte politiche saranno condivise, tanto più riusciranno a  coniugare i temi ambientali e la transizione ecologica con l’economia, le nostre tradizioni e uno sviluppo sostenibile.

E, paradossalmente l'ambientalismo può rappresentare per le liquefatte ideologie, che hanno segnato la storia del secolo scorso, l'ultima occasione di recuperare credibilità e insieme dimostrare capacità di evolversi e fornire soluzioni efficaci all’attuale grave crisi ambientale.   

Può esserlo per le democrazie liberali, perché in un mondo inaridito e assetato non ci sarà più posto per le libertà fondamentali, individuali o collettive. Può esserlo per quelle socialiste, che si propongono di eliminare lo sfruttamento non solo nei processi e nei mezzi di produzione ma anche nell’utilizzo delle risorse della natura.

 

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Quando la situazione economica di un nucleo familiare peggiora in maniera significativa, è possibile aggiornare il valore dell’ISEE ordinario con l’ISEE corrente, per poi avere maggiori possibilità di accedere alle agevolazioni collegate. Se l’ISEE ordinario, infatti, prende in considerazione i redditi e i patrimoni percepiti nel secondo anno solare precedente alla richiesta, il valore dell’ISEE corrente viene calcolato sulla base della situazione economica degli ultimi 12 mesi.

Novità del 2021: la richiesta dell’ISEE corrente può essere fatta anche in caso di variazioni patrimoniali, e non solo lavorativi e reddituali, dal primo aprile di ogni anno.

Per richiedere l’aggiornamento del valore ISEE ordinario attraverso l’ISEE corrente devono verificarsi alcune condizioni:

  • una variazione dell’attività lavorativa di uno o più membri del nucleo familiare(perdita del lavoro o riduzione delle ore) o un’interruzione di un trattamento assistenziale o previdenziale;
  • una variazione della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare superiore del 25%;
  • una variazione della situazione patrimoniale complessiva del nucleo familiare superiore del 20%.

L’ISEE corrente ha una validità di sei mesi se cambiano solo i redditi. Nel caso in cui subentrino variazioni – ad esempio, se un componente trova un’occupazione o fruisce di nuovi trattamenti previdenziali – l’ISEE corrente va aggiornato entro due mesi dalla variazione. Se cambiano solo i patrimoni o i patrimoni e i redditi la validità dell’ISEE corrente è fissata al 31 dicembre dell’anno di presentazione della DSU.

Per richiedere l’ISEE corrente bisogna essere in possesso dell’ISEE ordinario. L’ISEE corrente deve essere elaborato dallo stesso CAF che ha elaborato l’ISEE ordinario.

Come prendere appuntamento per elaborare il modello isee?

Clicca qui per verificare i 4 modi per prendere appuntamento e scarica da qui i documenti che occorrono per l'ISEE 2021

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