Articoli filtrati per data: Novembre 2024
Si torna a scuola...potresti aver bisogno dell’ISEE per buono-libri e contenuti didattici alternativi
I
La Regione del Veneto ha approvato il bando 2023/2024 per la concessione del contributo regionale per la fornitura gratuita, totale o parziale, di libri di testo e contenuti didattici alternativi a favore degli alunni meno abbienti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, statali e non statali.
Il beneficio economico è concesso per le spese sostenute per l’acquisto o il comodato di:
- libri di testo indicati dalle Istituzioni scolastiche e formative nell’ambito dei programmi di studio;
- elaborati didattici (ad esempio: dispense, ricerche, programmi costruiti specificamente) scelti dalla scuola;
- ausili indispensabili alla didattica (ad esempio audio-libri per non vedenti).
Sono escluse le spese per l’acquisto di dizionari, strumenti musicali, materiale scolastico e dotazioni tecnologiche (cancelleria, calcolatrici, personal computer, tablet, telefoni cellulari ecc..).
Possono richiedere il buono le famiglie degli studenti residenti in Veneto che nell’anno 2023/2024 frequentano:
- scuole secondarie di primo o secondo grado statali o paritarie (private o degli Enti locali);
- scuole secondarie di primo o secondo grado non paritarie incluse nell’Albo regionale delle “scuole non paritarie” (D.M. 29 novembre 2007, n. 263);
- scuole della formazione professionale accreditate dalla Regione del Veneto che svolgono percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per il conseguimento della qualifica professionale e/o percorsi di quarto anno per il conseguimento del diploma professionale ai sensi dell’articolo 15 del D.Lgs. 17 ottobre 2005, n. 226, compresi i percorsi del sistema duale attivati in attuazione dell’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 24 settembre 2015.
Possono accedere al buono libri anche le studentesse e gli studenti che, in alternativa alla frequenza della scuola secondaria di primo o secondo grado, si avvalgono dell'istruzione parentale, di cui all’art. 23 del D.lgs. n. 62/2017.
È inoltre necessario disporre di ISEE rientrante in una delle seguenti fasce:
- da 0,00 euro a 10.632,94 euro (Fascia 1);
- da 10.632,95 euro a 15.748,78 euro (Fascia 2).
Come prendere appuntamento per elaborare il modello isee?
Clicca qui per verificare i 4 modi per prendere appuntamento e scarica da qui i documenti che occorrono per l'ISEE.
La domanda per l’accesso al contributo deve essere presentata unicamente online, attraverso la procedura web attiva sulla piattaforma regionale dedicata, accessibile dal sito istituzionale della Regione del Veneto, www.regione.veneto.it, dal 18 settembre 2023 al 20 ottobre 2023
Per maggiori informazioni consultare il Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto, www.bur.regione.veneto.it.
PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEDUCIBILE DAL REDDITO
COMPLEMENTARE DEDUCIBILE DAL REDDITO
LA RIFORMA DELLE PENSIONI HA SUGGERITO L'OPPORTUNITA' DI ASSICURARSI UNA PENSIONE IN PIU' PER AVERE UN REDDITO ADEGUATO ALLE PROPRIE ESIGENZE FUTURE
C'è chi lo fa invidualmente, accantonando mensilmente delle quote nei fondi pensionistici complementari, ma ci sono anche contratti collettivi per questo scopo , favoriti e talvolta partecipati dalle aziende, secondo una formula di welfare integrato e innovativo.
Dal 2018 anche i dipendenti della Pubblica Amministrazione possono dedurre dal proprio reddito gli importi per la previdenza complementare.
La spesa massima riconosciuta ai fini fiscali è di 5.164,57 euro, calcolata sulla media di quanto speso da quanti ricorrono a questo tipo di ulteriore garanzia per il proprio futuro post-lavorativo.
Argomenti:
00:26 Limite massimo deducibilità
00:51 Quali tipologie di forme pensionistiche
02:18 Documenti e attestazioni
Chiusura estiva uffici
Si informa che tutti gli uffici di Acli Service Vicenza Srl e del Patronato Acli della provincia di Vicenza saranno chiusi per ferie dal 14 al 18 agosto. In ciascun ufficio sono indicati eventuali ulteriori periodi di chiusura.
Auto disabili, documentazione più easy sull’Iva al 4%
L’Agenzia ha voluto redigere la suddetta risoluzione, prendendo spunto dalle richieste di chiarimento di un’associazione che svolge attività a sostegno della mobilità personale, di guida e trasporto pubblico/privato con particolare riguardo alla tutela delle persone disabili. I dubbi dell’associazione vertevano appunto sulle novità normative introdotte per semplificare l’applicazione delle agevolazioni fiscali sull’acquisto dei veicoli destinati ai disabili e in particolare su come rapportarsi con le case commerciali.
L’Agenzia chiarisce quindi che il Dl 121/2021, rispetto alla legislazione precedente (Legge n. 97/1986 che introduceva l’aliquota IVA ridotta sulla cessione di veicoli “adattati ad invalidi” + successiva Legge n. 449/1997), ha previsto un alleggerimento della documentazione da produrre agli occhi del venditore, che in estrema sintesi prevede esclusivamente:
- una copia della patente posseduta, contenente l'indicazione di adattamenti, anche di serie, per il veicolo agevolabile da condurre, prescritti dalla commissione medica locale;
- l’atto notorio attestante che nel quadriennio anteriore alla data di acquisto del veicolo non è stato già effettuato un acquisto o l’importazione di altro veicolo con applicazione dell'aliquota agevolata.
Laddove invece non fosse ancora disponibile la patente di guida sarebbe sufficiente produrre il “foglio rosa”, anch’esso con l’indicazione degli adattamenti necessari alla guida del veicolo. In tal caso però il beneficio, una volta applicato, decadrebbe se la persona non acquisisse la patente di guida delle categorie A, B o C speciali, entro un anno dalla data di acquisto del veicolo
Cosa fare per ottenere il giusto indennizzo in caso di malattia professionale
La malattia professionale è qualsiasi patologia causata dallo svolgimento dell’attività lavorativa.
Le più comuni sono quelle osteo-articolari quelle che colpiscono arti superiori (braccia), arti inferiori (gambe) e rachide (colonna vertebrale) a seguito di movimenti ripetuti, movimentazione manuale di carichi, posizioni costrette, tempi ridotti di recupero ecc. Tra quelle comuni risultano anche l’ipoacusia (la sordità), allergie come quelle da contatto o respiratorie, fino a giungere alle patologie oncologiche a seguito dell’esposizione a sostanze nocive.
Il primo passo è recarsi dal medico
La domanda di malattia professionale parte sempre da un certificato medico, che puoi richiedere al tuo medico di base, alla Medicina del Lavoro, al medico specialista o al nostro medico convenzionato.
Il secondo passo è rivolgersi al Patronato Acli
Ci occupiamo noi di ricostruire la tua storia lavorativa con particolare attenzione ai fattori di rischio; poi provvediamo all’invio della richiesta di riconoscimento della malattia professionale all’INAIL, corredata dal certificato medico e da tutta la documentazione utile.
Assistenza e tutela su misura
La riposta dell’INAIL viene sempre valutata dal medico-legale del Patronato Acli. Sia in caso di mancato riconoscimento oppure di una percentuale di danno non congrua, presenteremo opposizione in modo da veder riconosciuti i tuoi diritti.
Quando va fatta la richiesta di riconoscimento di malattia professionale?
Ovviamente non appena vi è una diagnosi di malattia riconducibile all’attività lavorativa è sempre opportuno che ti attivi immediatamente. La mancata segnalazione potrebbe incidere negativamente sulla tua prestazione lavorativa, come pure sulla tua condizione di salute. Ricordiamo tuttavia che puoi richiedere il riconoscimento della malattia professionale anche dopo il pensionamento o comunque la cessazione dell’attività lavorativa comportante il rischio. Ma in questi casi è bene sottolineare che, se trascorso troppo tempo, può risultare più complesso dimostrare l’origine lavorativa della patologia.
Ottenere il giusto indennizzo è un tuo diritto: il Patronato Acli è a tua disposizione, affidati al nostro servizio di assistenza e tutela su misura.
Se si ritiene di aver contratto una malattia professionale o di aver subìto un infortunio sul lavoro, contattare subito il Patronato Acli!
I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE ANCHE IL FISCO RICONOSCE IL RUOLO POSITIVO SVOLTO DAGLI ANIMALI DOMESTICI ALL'INTERNO DELLE FAMIGLIE
Cani e gatti sono una presenza diffusa in molte case e rappresentano una risorsa per creare un clima di serenità, soprattutto per le persone anziane che vivono in solitudine.
Il costo delle cure di cui hanno bisogno è detraibile dall'imposta lorda nella misura del 19% della spesa effettuata, se superiore a 129,11 euro e fino ad un massimo di € 550.00.
Detrazione che spetta per intero per redditti fino a 120 mila euro, e poi a decrescere.
Importante conservare lo scontrino parlante, dove viene riportato il codice fiscale di chi usufruirà della detrazione e il tipo di cure e di farmaci veterinari acquistati (sono esclusi gli integratori alimentari).
E poi... qua la zampa!
Argomenti:
01:36 Acquisti on-line e mangimi speciali
Dal 18 luglio parte la Carta alimentare con limite ISEE
Dal 18 luglio, tramite Poste Italiane, partirà la distribuzione della carta solidale meloniana “Dedicata a te”, per far fronte al caro spesa e offrire un sostegno alle famiglie in difficoltà economica sull’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Diamo subito qualche dato generale. Valore complessivo contenuto nella carta: 382 euro; destinataria della card è una platea di circa 1,3 milioni di famiglie, per uno stanziamento di risorse pari a 500 milioni di euro, vale a dire il fondo specifico istituito dalla Legge di Bilancio 2023 per finanziare l’intera operazione. Il decreto attuativo della card, firmato a quattro mani dai ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura, è approdato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 maggio, mentre è del 26 maggio il messaggio 1958 con cui l’INPS ha fornito nel dettaglio tutte le istruzioni sui requisiti e le regole di accesso al contributo.
Carta solidale “Dedicata a te”: chi sono i beneficiari
Come accennato, la carta solidale è destinata alle famiglie in difficoltà economica. E già qui va fatto un distinguo, perché saranno destinatari della carta solo le famiglie con almeno tre componenti, quindi in parole povere single e coppie resteranno tagliati fuori (lo spieghiamo meglio nell'ultimo paragrafo). Traducendo poi in senso pratico il requisito della "difficoltà economica", è stata individuata dal legislatore una soglia ISEE non superiore a 15.000 euro. Ma non è tutto, perché per risultare tra i nuclei che potranno materialmente prendere possesso della card, l’ISEE 2023 attestante la situazione economica della famiglia deve risultare già esistente alla data del 12 maggio 2023, giorno di entrata in vigore del decreto (l’altro requisito, non economico, prevede che tutti i componenti della famiglia siano iscritti all’Anagrafe comunale della Popolazione Residente). In altri termini, è un po’ come se i giochi fossero già stati chiusi prima ancora di cominciare, visto che fare un ISEE adesso con la speranza, un domani, di ricevere la carta sarà perfettamente inutile; idem per tutte le attestazioni ISEE già fatte che riportano una data successiva al 12 maggio 2023, perché sebbene collocate economicamente entro i ranghi dei 15.000 euro, non daranno comunque diritto alla card.
Carta solidale “Dedicata a te” incompatibile col Reddito di Cittadinanza
Vi sono infine altri paletti restrittivi, stavolta riguardanti l’incumulabilità tra diverse prestazioni di sostegno, ovvero il contributo della card “Dedicata a te” non spetterà ai nuclei che risultino già beneficiari delle seguenti prestazioni economiche: Reddito di Cittadinanza, Reddito di inclusione, o qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà; la carta non spetterà nemmeno se anche uno solo dei componenti del nucleo “sia percettore – scrive l’INPS – di Assicurazione Sociale per l'Impiego - NASPI e Indennità mensile di disoccupazione per i collaboratori - DIS-COLL; Indennità di mobilità; Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito; Cassa integrazione guadagni-CIG; qualsivoglia differente forma di integrazione salariale o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.
Carta solidale “Dedicata a te”: come se ne entra in possesso
Andando invece nel pratico, la procedura di consegna delle card non prevede la presentazione a monte di una domanda specifica. “Le carte – spiega infatti l’INPS nel suo messaggio – verranno consegnate agli aventi diritto presso gli uffici postali abilitati al servizio e verranno rese operative a partire dal mese di luglio 2023”. Ma attenzione, perché “la mancata effettuazione del primo pagamento entro il 15 settembre 2023 (cioè traducendo: se la carta, dopo essere stata ritirata, ad esempio il 25 luglio 2023, non viene poi usata almeno una volta entro il 15/09, ndr) comporterà la non fruibilità delle carte e la conseguente decadenza del beneficio”.
Quindi, come riportato dal Sole 24 Ore all’indomani della conferenza stampa di presentazione della card, “a partire dal 18 luglio i Comuni invieranno le comunicazioni ai beneficiari della carta contenenti le indicazioni per il ritiro presso gli Uffici postali”. Va infine specificato che il rilascio avverrà secondo una precisa graduatoria di precedenze, privilegiando nell’ordine i nuclei familiari:
- composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009;
- composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005;
- composti da non meno di tre componenti.
Fonte: www.aclivicenza.it
DATI INAIL PRIMI 5 MESI 2023: QUANTE SONO LE MALATTIE PROFESSIONALI E GLI INFORTUNI NON DENUNCIATI?
Infortunio sul lavoro: i numeri del 2023
L’Inail ha reso disponibili i dati relativi al periodo gennaio-maggio del 2023: le denunce di infortunio presentate entro il mese di maggio di quest’anno sono state 245.857, in calo rispetto allo stesso periodo del 2022 (-24,1%).
Una lettura superficiale di tale dato sembrerebbe documentare una diminuzione degli infortuni sul lavoro. Ma come sempre, i dati vanno interpretati. Infatti, il calo degli infortuni è quasi esclusivamente dovuto alla diminuzione dei contagi da Covid in ambito lavorativo. Non è un caso che il settore che ha registrato la più consistente riduzione (-75,2%) sia quello della Sanità, il più colpito dai contagi lavorativi.
Purtroppo, e ne danno conto ogni giorno i media, il raffronto tra 2022 e 2023 registra una preoccupante conferma dei casi di infortunio mortale. Sono stati 358 i morti sul lavoro nei primi cinque mesi, con una lieve diminuzione pari all’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Sono aumentati gli infortuni in itinere (quelli che avvengono nel tragitto andata-ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro), passati dai 33.523 dei primi cinque mesi del 2022 ai 35.623 dello stesso periodo 2023 (+6,3%).
Malattia professionale: i numeri del 2023
Anche sul versante delle malattie professionali, i dati parlano chiaramente di un consistente aumento delle denunce: a fine maggio 2023 sono state 31.346 le patologie denunciate, ben 5.753 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+22,5%). Ormai da anni i numeri confermano il trend in ascesa delle malattie professionali, che vedono le patologie osteo-articolari, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio tra le più numerose, seguite da patologie dell’apparato respiratorio e dai tumori.
È evidente che molto ci sia ancora da fare a livello di prevenzione, agendo su diverse leve che riguardano: la formazione in tema di sicurezza (fin dalla scuola!), l’addestramento dei lavoratori, il potenziamento delle attività ispettive, la diffusione di “buone prassi” e di tecnologie innovative.
Infine, va considerato che i dati Inail non rispecchiano esattamente la realtà: quanti lavoratori sono affetti da patologie causate dal lavoro e non sono a conoscenza del fatto che esiste un indennizzo specifico o, in alcuni casi, hanno paura delle ripercussioni nel rapporto lavorativo? Oppure, quanti lavoratori hanno un rapporto in “nero” e quindi, le casistiche di infortunio, per ovvie ragioni, non finiscono nei dati statistici registrati dall’Inail?
In caso di infortunio (anche in situazioni lavorative non “regolari”) o di malattia riconducibile al lavoro, non esitare a rivolgerti al Patronato Acli, per conoscere e far valere i tuoi diritti.
Fonte: www.patronato.acli.it
IN ARRIVO LA 14a PER LE PENSIONI PIU' BASSE
NOVITA' PER LA RATA DI LUGLIO
IN ARRIVO LA 14a PER LE PENSIONI PIU' BASSE
Più correttamente si definisce somma aggiuntiva, ma tutti la chiamano quattordicesima che verrà pagata in aggiunta alla rata mensile nel corrente mese di luglio.
Si tratta di un sostegno rivolto ai pensionati dai 64 anni (al 31 luglio) in su, titolari di pensioni basse - definite tali in base a criteri precisi che possono essere consultati nelle tabelle del video di approfondimento.
Per verificare se si ha diritto alla quattordicesima e in che misura, il Patronato Acli è in grado di dare tutte le risposte utili.
Argomenti:
00:10 Requisiti e parametri: età e reddito
00:44 Tetto massimo reddituale
01:00Trattamento minimo mensile (TM)
01:19 Vecchi beneficiari: tabella
01:28 Nuovi beneficiari: tabella
01:38 Casi particolari sistema ex INPGI
Il male oscuro dilaga nel mondo
Dici malattia e si pensa alla malattia fisica, al corpo, ai tumori, agli infarti, agli incidenti. Dici “malattia fisica” ma si dovrebbe aggiungere sempre “e mentale”. Perché di malattie sia fisiche che mentali soffre l’umanità. A ricordarci quanto la salute mentale sia parte integrante delle persone è adesso un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, World menthl healt report) che indica addirittura una possibile percentuale della popolazione mondiale che ne sarebbe affetta: 8%, in valori assoluti una cifra spaventosa, 970 milioni di persone! Le più colpite, e come potrebbe essere altrimenti, quelle più fragili, che abitano nei Paesi a reddito medio-basso.
I disturbi mentali più diffusi, già prima della pandemia, nel 2019, erano l’ansia (31%) e la depressione (28,9%) ma col Covid hanno avuto una ulteriore diffusione rispettivamente del 26 e 28%. Fra i malati mentali, denuncia il rapporto, i tassi di mortalità sono molto più che proporzionali rispetto alla popolazione generale. In particolare la schizofrenia e il disturbo bipolare, ossia le condizioni più gravi, causano la morte prematura da 10 a 20 anni prima, provocata da malattie prevenibili, in particolare respiratorie, cardiovascolari e infezioni, molto comuni nelle persone che vivono con un disturbo mentale.
Abbastanza dissimili, ma non da stravolgere il quadro d’insieme, le cifre che riguardano l’Europa. Dai dati che riporta la Commissione, nel 2019 i problemi di salute mentale interessavano 84 milioni di persone, un cittadino ogni sei, col comporto di una spesa del 4% del Pil della Ue con notevoli disparità in termini regionali, sociali, di genere e di età. Da allarme rosso le cifre che riguardano i lavoratori: il 27% ha riferito di provare sul luogo di lavoro stress, depressione e ansia. Il 13% ha riferito di sentirsi solo, isolato, per la maggior parte del tempo. con le conseguenze di tutto questo che si possono ben immaginare.
Addirittura sconvolgenti i dati riferiti ai giovani e giovanissimi. A livello mondiale, nel 2019 il 14% di quelli compresi fra i 10 e i 19 anni sarebbe stato affetto da disturbi mentali. Un capitolo a parte meritano i suicidi. Nel mondo sono la causa principale di morte in questa fascia di età. A livello europeo, fra i 15 e i 19 anni, sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Ancora: nel 2019 il 77% di tutti i suicidi si è verificato nei Paesi a reddito medio-basso dove vive la maggioranza della popolazione mondiale. Ma è nei Paesi a reddito alto che si registra il tasso più alto rispetto alla popolazione.
Di fronte a questi dati si capisce la portata della sfida. Sempre secondo l’OMS sette persone su 10 non hanno le cure necessarie, i farmaci psicotropi essenziali, ma neanche supporto sociale, incluso alloggio, occupazione, istruzione o supporto legale. Nel 2020 meno della metà dei 194 Stati membri ha riferito di aver fornito uno di questi tipi di assistenza e solo uno su quattro ha dichiarato di averli forniti tutti.
Adesso si invocano misure urgenti e diffuse. Stanziamenti massicci per strutture. Ma anche campagne di prevenzione e di sensibilizzazione per togliere, prima di tutto, lo stigma della malattia mentale. Oggi meno del 2% del bilancio sanitario dei Paesi è destinato a questo scopo.
Per quanto riguarda l’Europa la Commissione indica che il bilancio destinato a sostenere questo sforzo quantificando un primo impegno per un miliardo e 200 milioni per il periodo 2021-2027. Cifra che però dovrebbe essere integrata con gli stanziamenti di ogni Paese membro.
Fonte: https://www.fondazionegrandi.it/